V. Ti adoriamo, Cristo, e ti
benediciamo.
R.
Perché
con la tua santa croce hai redento il mondo.
|
PAROLA
DI DIO |
Dal Vangelo secondo Luca. 23,
28-31
Gesù , voltandosi verso le
donne, disse:
"Figlie di Gerusalemme, non piangete su di
me,
ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
Ecco, verranno giorni nei quali si dirà:
Beate le sterili e i grembi che non hanno generato
e le mammelle che non hanno allattato.
Allora cominceranno a dire ai monti:
Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci!
Perché se trattano così il legno verde,
che avverrà del legno secco?".
|
LA
FEDE
DELLA CHIESA |
Gesù non ha conosciuto la
riprovazione come se egli stesso avesse peccato. Ma
nell'amore redentore che sempre lo univa al Padre,
egli ci ha assunto nella nostra separazione da Dio a
causa del peccato al punto da poter dire a nome
nostro sulla croce: “Mio Dio, mio Dio, perché mi
hai abbandonato?” (Mc
15,34; 603 Sal
22,2). Avendolo reso così solidale con noi
peccatori, “Dio non ha risparmiato il proprio
Figlio, ma lo ha dato per tutti noi” (Rm
8,32) affinché noi fossimo “riconciliati con lui
per mezzo della morte del Figlio suo” (Rm
5,10).
Nel consegnare suo Figlio per
i nostri peccati, Dio manifesta che il suo disegno
su di noi è un disegno di amore benevolo che
precede ogni merito da parte nostra. “In questo
sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è
lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come
vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv
4,10). “Dio dimostra il suo amore verso di noi,
perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è
morto per noi” (Rm
5,8).
Questo amore è senza
esclusioni; Gesù l'ha richiamato a conclusione
della parabola della pecorella smarrita: “Così il
Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche
uno solo di questi piccoli” (Mt
18,14). Egli afferma di “dare la sua vita in
riscatto per molti ” (Mt
20,28); quest'ultimo termine non è restrittivo:
oppone l'insieme dell'umanità all'unica persona del
Redentore che si consegna per salvarla. La Chiesa,
seguendo gli Apostoli, insegna che Cristo è morto
per tutti senza eccezioni: “Non vi è, non vi è
stato, non vi sarà alcun uomo per il quale Cristo
non abbia sofferto” [Concilio di Quierzy (853)]
Catechismo della Chiesa
Cattolica 603-605 |
MEDITAZIONE |
Ecco la chiamata al
pentimento, al vero pentimento, al rimpianto, nella verità del male
commesso. Gesù dice alle figlie di Gerusalemme che piangono alla sua
vista: "Non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri
figli" (Lc 23, 28). Non si può restare alla superficie del male, bisogna
arrivare alle sue radici, alle cause, alla verità della coscienza fino in
fondo. Proprio questo vuole dire il Gesù che porta la Croce, che da sempre
"conosceva ciò che sta nell'uomo" (cf. Gv 2, 25) e sempre lo conosce. Perciò Lui deve restare sempre il più
vicino testimone dei nostri atti e dei giudizi che su di essi facciamo nella
nostra coscienza. Forse ci fa persino comprendere che questi giudizi devono
essere ponderati, ragionevoli, oggettivi - dice: "non piangere" -,
ma nello stesso tempo legati con tutto ciò che questa verità contiene: ce
ne avverte perché è Lui che porta la Croce. Ti chiedo, Signore, di saper
vivere e camminare nella verità !
Giovanni
Paolo II |
PREGHIAMO |
Signore, non chiudere la
porta anche se ho fatto tardi. Non chiudere la porta: sono venuto a bussare.
A chi ti cerca nel pianto apri, Signore pietoso.
Tu che vivi e regni nei
secoli eterni. Amen.
|
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
|
Tui nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
pœnas mecum divide.
|
|
|