Premesse
300.
La Chiesa, nella sua
fedele adesione al Vangelo, favorisce e sostiene con la sua azione tutto
ciò che di buono si trova nella comunità umana.
Sebbene sia dovere di tutto
il popolo di Dio alleviare secondo le proprie possibilità le miserie e
i travagli dei fratelli nelle pubbliche necessità, tuttavia vanno
lodate e sostenute quelle associazioni che, mentre possono portare,
unendo le varie forze, un aiuto più efficace, si adoperano per
associarsi dei collaboratori nell'intento di prestare un aiuto più
adeguato in situazioni di emergenza.
301.
Sotto il nome di
associazioni destinate a portare aiuto nelle pubbliche necessità, si
comprendono quelle associazioni che si propongono di portare gli
ammalati negli ospedali, di estinguere gli incendi, di recare soccorso
nelle inondazioni, ecc., anche se fanno parte di strutture promosse
dalla pubblica autorità nelle comunità civili.
302.
Il rito qui proposto può
essere usato dal sacerdote e dal diacono.
303.
Nel rispetto della
struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potrà adattare la
celebrazione alle caratteristiche delle varie associazioni, delle
persone e dei luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO
304.
Quando tutti sono
riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento.
Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo.
R.
Amen.
SALUTO
305.
Il ministro saluta i
presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura:
Il Signore Gesù,
che è passato nel mondo
facendo del bene,
sia con tutti voi.
R.
E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
306.
Il ministro, o un'altra
persona idonea, introduce il rito: benedizione con queste parole o altre
simili:
Dio, che è carità, volendo
renderci partecipi del suo immenso amore, ha mandato il suo Figlio a
soccorrere gli uomini affaticati e oppressi dalla malattia e da ogni
genere di afflizione. Egli ci ha circondato di così grande amore, da
considerare fatto a se stesso ciò che viene fatto al più piccolo dei
suoi fratelli e ha proclamato benedetti del Padre suo ed eredi della
vita eterna gli operatori di misericordia.
Invochiamo la divina
benedizione su coloro che si offrono come volontari per l'aiuto
fraterno.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
307.
Un lettore o uno dei
presenti legge uno dei seguenti brani della Sacra Scrittura. Si scelga
quel testo che meglio esprime i fini dell'associazione.
Mt 25,31-46
Ciò che avete fatto a un mio
fratello, l'avete fatto a me.
Ascoltate la parola del
Signore dal Vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con
tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno
riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli
altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore
alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli
che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in
eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi
avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a
trovarmi.
Allora i giusti gli
risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti
abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti
abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo
vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti
a visitarti?
Rispondendo, il re dirà
loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno
solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Poi dirà a quelli posti alla
sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato
per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete
dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero
forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato
e in carcere e non mi avete visitato.
Anch'essi allora
risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato
o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma
egli risponderà: in verità vi dico: ogni volta che non avete fatto
queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete
fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti
alla vita eterna».
308.
Oppure (per esteso vedi
a p. 885 ss.):
Tb 12,6-13
Fate il bene e non vi accadrà
nessun male.
Sir 3,29-4,10
Non contristare l'affamato.
Sir 7, 32-35
Non privare del tuo conforto
chi piange.
Is 58, 1 .5-1 1
Spezza il tuo pane a chi ha
fame.
Mc 2, 1-12
Si recarono da Gesù con un
paralitico portato da quattro persone.
Lc 10,25-37
Chi è il mio prossimo?
Gv 13, 12-17
Anche voi dovete lavarvi i
piedi l'uno dell'altro.
RESPONSORIO
309.
Secondo l'opportunità
si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso vedi a p.
998 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 33 (34), 2-3 4-5 6-7
10-11
R.
Gustate e vedete com'è
buono il Signore.
Sal 102 (103), 1-2 3-4 11-12
13-14 17-18
R.
Il Signore ha pietà del
suo popolo.
BREVE ESORTAZIONE
310.
Secondo l'opportunità,
il ministro rivolge brevi parole: presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
311.
Segue la preghiera
comune. Tra le invocazioni proposte si possono scegliere alcune ritenute
più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni
di persone o necessità del momento.
Cristo Signore, che ha
portato su di sé le nostre infermità e si è addossato le nostre
angosce e i nostri dolori, si propone a noi come modello di ogni aiuto
fraterno. Fondati nella sua carità, rivolgiamo a lui la nostra comune
preghiera.
R.
Insegnaci, o Signore, a
servire i fratelli.
Tu che ti sei fatto povero
per noi
e sei venuto non per essere
servito, ma per servire,
fa' che impariamo ad amare
gli altri
e a soccorrerli nelle
emergenze della vita.
R.
Tu che nell'opera della
redenzione
hai creato un mondo nuovo
facendoci prossimi gli uni
agli altri,
aiutaci a costruire nello
spirito del Vangelo
la civiltà dell'amore. R.
Tu che chiami tutti a
condividere i beni della terra,
suscita nel tuo popolo donne
e uomini
pronti ad offrirsi
volontariamente
per aiutare quanti sono nella
povertà e nella sventura.
R.
Tu che ci hai dato come
nostra
la tua stessa Madre,
fa' che affidandoci alla
protezione di Maria
la sentiamo accanto a noi
come potente ausiliatrice.
R.
_____________________________________________________
312.
Quando si omettono le
invocazioni sopra indicate, prima della formula di benedizione, il
ministro invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
Supplichiamo con fede
Dio-amore,
perché accenda in noi la
fiamma del suo Spirito
e ci unisca in un vincolo di carità,
come Cristo ci ha amati.
Tutti pregano per qualche
momento in silenzio.
_____________________________________________________
Segue la preghiera del
Signore:
Padre nostro
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
313. Il ministro, con le
braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Benedetto sei tu, Signore di
infinita misericordia,
che nel tuo Figlio, nato
dalla Vergine Maria,
ci hai dato il modello
e il comandamento dell'amore.
Effondi l'abbondanza delle
tue X
benedizioni
su questi tuoi figli
che si offrono per il
soccorso dei fratelli;
riempili del tuo Spirito,
perché nelle varie necessità
della vita
adempiano con tutto il cuore
il loro volenteroso proposito
e manifestino la
sollecitudine della Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
R.
Amen.
CONCLUSIONE
314.
Dopo la preghiera di
benedizione è opportuno cantare l'antifona seguente o Dov'è carità e
amore (cfr n. 2548) o un altro canto adatto.
Antifona: Gv 13,35
«Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli,
se vi amerete gli uni gli altri».
V.
Gesù disse ai suoi
discepoli:
— Da questo tutti sapranno...
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