PRIMA LETTURA
La madre
era ammirevole e sopportava tutto per le speranze poste nel Signore.
Dal secondo libro
dei Maccabèi
7, 1.20-29
In quei giorni, ci fu
il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, erano costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
La madre era
soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché
vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava
tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava
ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti
e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio
virile, diceva loro: «Non so come siate apparsi nel mio
seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato
forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il creatore
del mondo, che ha plasmato all'origine l'uomo e ha provveduto
alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue
leggi non vi curate di voi stessi».
Antioco, credendosi
disprezzato e sospettando che quella voce fosse
di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo e
non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l'avrebbe
fatto ricco e molto felice se avesse abbandonato gli usi
paterni, e che l'avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato
cariche. Ma poiché il giovinetto non badava affatto a queste
parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.
Dopo che il re la ebbe esortata
a lungo, essa accettò di persuadere
il figlio; chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno,
disse nella lingua paterna: «Figlio,
abbi pietà di me che
ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho
allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e
sappi che Dio li ha fatti non
da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano. Non temere questo carnefice ma,
mostrandoti degno dei tuoi
fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 17
R. Nell'angoscia t'invoco: salvami, Signore.
Ti amo, Signore, mia
forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in
cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo,
mia potente salvezza. R.
Mi circondavano
flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
già mi avvolgevano
i lacci degli inferi,
già mi stringevano
agguati mortali, R.
Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio
grido. R.
Mi assalirono nel
giorno di sventura,
ma il Signore fu mio
sostegno;
mi portò al largo,
mi liberò perché mi
vuoi bene. R.
CANTO AL VANGELO
R.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ai piedi della croce
Maria volgeva lo
sguardo pieno di amore
alle piaghe del suo
Figlio
da cui è scaturita
la redenzione del mondo.
R. Lode e
onore a te, Signore Gesù!
VANGELO
Donna, ecco il tuo Figlio.
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Dal Vangelo secondo Giovanni
19,25-27 |
In quell'ora, stavano presso la
croce di Gesù sua madre, la sorella di
sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre
e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna,
ecco il tuo figlio!». Poi disse
al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da
quel momento il discepolo la prese
nella sua casa.
Parola del Signore.
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