LEZIONARIO  - TEMPO DI QUARESIMA

  

13.   AFFIDAMENTO                
DELLA BEATA 
VERGINE MARIA

  

PRIMA LETTURA
La madre era ammirevole e sopportava tutto per le speranze poste nel Signore.
 
Dal secondo libro dei Maccabèi
7, 1.20-29
 
In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, erano costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
 
La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato all'origine l'uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi».
 
Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quella voce fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l'avrebbe fatto ricco e molto felice se avesse abbandonato gli usi paterni, e che l'avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato cariche. Ma poiché il giovinetto non badava affatto a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.
 
Dopo che il re la ebbe esortata a lungo, essa accettò di persuadere il figlio; chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua paterna: «Figlio, abbi pietà di me
che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano. Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia».
 
Parola di Dio.
 
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 17
 
R.   Nell'angoscia t'invoco: salvami, Signore.
 
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.   R.
 
Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali,   R.
 
Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.  
R.
 
Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuoi bene.   R.
 
CANTO AL VANGELO
 
R.   Lode e onore a te, Signore Gesù!
 
Ai piedi della croce
Maria volgeva lo sguardo pieno di amore
alle piaghe del suo Figlio
da cui è scaturita la redenzione del mondo.
 
R.   Lode e onore a te, Signore Gesù!
 
VANGELO
Donna, ecco il tuo Figlio.
 

   

 

  Dal Vangelo secondo Giovanni
 
19,25-27

 
In quell'ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
 
Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
 
Parola del Signore.

 

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