1.
Il Concilio Vaticano II nella Costituzione dogmatica «Lumen
Gentium», dopo aver esposto la dottrina cattolica sulla natura della venerazione alla
santa Madre di Cristo,
esorta «tutti i figli della Chiesa, perché generosamente promuovano il
culto, specialmente liturgico, verso la beata
Vergine»1. Lo stesso Concilio, nella Costituzione sulla sacra Liturgia, aveva illustrato l'esperienza della
Chiesa universale riguardo al culto liturgico reso
alla Vergine: «Nella
celebrazione del ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa
venera con particolare amore Maria santissima Madre di Dio, congiunta
indissolubilmente con l'opera della salvezza del Figlio suo; in Maria
ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in
lei contempla con gioia, come in una
immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere»2.
2.
La Sede Apostolica, spinta dall'esortazione del Concilio e guidata
dalla secolare esperienza della Chiesa, si è alacremente adoperata per
la promozione di una corretta pietà verso la Madre di Dio. Per cui,
nell'ambito della liturgia romana, la venerazione verso
la beata Vergine Maria si presenta ricca di contenuti e organicamente
inserita nello svolgimento
dell'anno liturgico3.
3. La liturgia romana, infatti, nel suo
Calendario generale offre ai fedeli non rare occasioni per commemorare nel corso dell'anno liturgico la
partecipazione della beata Vergine al mistero della salvezza: offre
altresì preziose testimonianze di pietà mariana non
solo nel Messale e nella Liturgia delle Ore, ma anche in altri libri
liturgici, alcuni dei quali
contengono apposite celebrazioni per venerare la memoria dell'umile e
gloriosa Madre di Cristo4.
I. LA BEATA VERGINE MARIA
NELLA CELEBRAZIONE DEL MISTERO DI
CRISTO
4.
La liturgia per mezzo dei santi celebra l'opera della salvezza
compiuta da Dio Padre
per Cristo nello Spirito Santo :
— salvezza
annunziata ai patriarchi e ai profeti. «L'economia
dell'Antico Testamento era
ordinata soprattutto a preparare, ad annunziare profeticamente (cfr Lc
24,44; Gv 5,39; 1 Pt 1,10) e a significare con vari tipi (cfr 1 Cor 10,11)
l'avvento di Cristo redentore
dell'universo e del regno messianico»5;
— salvezza manifestatasi
pienamente in Cristo Gesù, Figlio di Dio, incarnatosi nel grembo
verginale di Maria di Nazaret, mediatore della nuova ed eterna Alleanza.
Egli con il mistero della sua Pasqua ha riconciliato l'umanità con il
Padre (cfr Col 1,22; 2 Cor 5,18-19),
ed effondendo su di essa lo Spirito di adozione (cfr Rm 8,15-17;
Gal 4,5-6), l'ha associata intimamente a sé, per renderla capace di
offrire in spirito e verità (cfr Gv 4,23) un culto gradito al Padre ;
— salvezza che si prolunga
nel «tempo
della Chiesa»
attraverso l'annuncio del Vangelo
e la celebrazione dei sacramenti (cfr Mt 28,18-20): essi fanno sì che
le generazioni che si
succedono nella storia aderiscano alla parola che salva e siano inserite
nel mistero pasquale ;
— salvezza che avrà il suo
pieno e universale compimento nella gloriosa seconda venuta di Cristo (cfr Mt 24,30; At 1,11),
quando egli, annientata
la morte, sottometterà a sé
tutte le cose e consegnerà il Regno a Dio Padre (cfr 1 Cor 15,24-28).
5. Celebrando
i divini
misteri, la
Chiesa celebra
l'intera opera
della salvezza; celebrandola
attualizza gli eventi passati e, nell' «oggi
cultuale»6, opera la salvezza dei fedeli, i quali, pellegrini sulla terra, sono tuttavia diretti verso la
città futura (cfr Eb 13,14).
La beata Vergine Maria, secondo il piano di Dio e a motivo del mistero
di Cristo e della
Chiesa, «ha partecipato intimamente alla storia della salvezza» 7,
ed è stata attivamente presente, in modo vario e
mirabile, ai misteri della vita di Cristo.
6. Le
messe della beata Vergine Maria traggono la loro origine di essere e il
loro valore nell'intima
partecipazione della Madre di Cristo alla storia della salvezza. La Chiesa
infatti celebrando il ruolo della Madre del Signore nell'opera della
redenzione o i suoi privilegi
di grazia, celebra anzitutto i fatti salvifici a cui, secondo il
disegno di Dio, la beata
Vergine fu associata, in vista del mistero di Cristo.
Nelle
messe di santa Maria si celebrano gli interventi di Dio per la salvezza
degli uomini
7. Tra
questi fatti salvifici, la Chiesa, all'inizio dell'anno liturgico,
celebra l'opera con cui Dio preparò la futura Madre del
Redentore, nella quale, «dopo la lunga attesa della promessa si compiono i tempi e si
instaura una nuova economia»8. Dio infatti avvolse
Maria con la sua grazia e dal primo istante del suo concepimento la
preservò da ogni macchia di peccato, la riempì dei
doni dello Spirito Santo e, in seguito, la circondò incessantemente con il suo amore, operando in lei «grandi cose» (cfr Lc 1,49)
in vista della salvezza degli uomini.
8.
La Chiesa celebra poi
l'intervento di Dio nell'incarnazione del Verbo e nella nascita
di Cristo; nella sua manifestazione ai pastori, primizia della Chiesa
che sorge dai Giudei (cfr Lc 2,15-16), e ai magi, primizia della Chiesa che sorge
dai Gentili (cfr Mt 2,1-12); e
in altri episodi dell'infanzia del Salvatore: fatti salvifici a cui
Maria fu intimamente associata. Pertanto questi formulari, tra i quali non pochi sono venerabili
per antichità ed hanno un particolare valore liturgico, celebrano i
misteri dell'infanzia di Cristo e insieme commemorano e pongono
in evidenza la partecipazione e il posto che in essi occupa la Madre sua.
9.
Celebrando quindi i fatti salvifici compiuti dal Salvatore durante la sua
vita pubblica,
nella quale Dio Padre operò mirabilmente, la Chiesa venera pure la
beata Vergine, «che prese
parte ai misteri di Cristo»9. Essa «appare distintamente fin dal principio, quando alle nozze in Cana di
Galilea, mossa a compassione, ottenne con la sua intercessione che Gesù Messia desse inizio ai miracoli
(cfr Gv 2,1-11). Durante la predicazione
di lui raccolse le parole con le quali il Figlio, esaltando il Regno al
di sopra dei rapporti e dei vincoli della carne
e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr Mc 3,35 par; Lc 11,27-28),
come essa fedelmente faceva (cfr
Lc 2,19.51)»10.
10. Ma
la Chiesa celebra in primo luogo l'opera di Dio nel mistero pasquale di
Cristo, e in esso trova la
Madre intimamente congiunta con il Figlio: nella passione del Figlio, infatti,
la beata Vergine «soffrì
profondamente con il suo Unigenito e si associò con animo
materno al sacrificio di lui, consentendo amorosamente all'immolazione
della vittima da lei generata»11;
nella sua risurrezione fu ricolma di gioia ineffabile12; dopo
la sua ascensione al ciclo,
unita in preghiera con gli Apostoli ed i primi discepoli nel
Cenacolo, implorò «il dono dello Spirito, che l'aveva già adombrata
nell'annunciazione»13.
Presenza
di Cristo nelle celebrazioni liturgiche
11.
Dopo la gloriosa ascensione di Cristo al ciclo, l'opera della
salvezza continua attraverso
la celebrazione della liturgia, la quale, non senza motivo, è ritenuta
momento ultimo della storia della salvezza. Nella liturgia infatti
Cristo è in vario modo realmente presente14:
è il capo che presiede l'assemblea cultuale, le cui membra sono
insignite della dignità
regale; il maestro, che continua a proclamare il vangelo di salvezza; il
sacerdote, che offre il sacrificio della nuova legge e agisce
efficacemente presso il Padre in
favore degli uomini (cfr Eb 7,25); il fratello primogenito (cfr Rm
8,29), che unisce la sua voce alla voce di innumerevoli fratelli.
I fedeli, aderendo alla parola di fede e partecipando «nello Spirito» alle
celebrazioni liturgiche, incontrano
il Salvatore e sono inseriti vitalmente nell'evento salvifico.
Comunione con la beata
Vergine nelle celebrazioni liturgiche
12.
Analogamente
la beata Vergine, gloriosamente assunta in ciclo ed esaltata accanto al Figlio suo, re dei re e signore dei signori
(cfr Ap 19,16), non ha deposto la missione di salvezza affidatale da Dio Padre, «ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci le grazie della salute eterna»15. La
Chiesa poi che, per i vincoli che la uniscono a Maria, «vuole
vivere il mistero di Cristo»16
con lei e come lei, esperimenta continuamente
che la beata Vergine le è accanto sempre, ma soprattutto nella sacra liturgia,
come madre e come soccorritrice.
13.
La liturgia infatti per sua
natura favorisce, attua ed esprime mirabilmente la comunione
non solo con le Chiese diffuse su tutta la terra, ma anche con i beati
del ciclo, con gli Angeli e i
Santi e, in primo luogo, con la gloriosa Madre di Dio.
In intima comunione dunque con
la Vergine17 e prolungandone gli atteggiamenti cultuali18,
la Chiesa celebra i divini misteri, nei quali «è
resa perfetta gloria a Dio e gli uomini sono santificati»19:
— associandosi alla voce della Madre del Signore benedice Dio
Padre e lo glorifica con il suo stesso cantico di ringraziamento e di
lode20;
— con lei vuole ascoltare la parola di Dio e meditarla assiduamente21;
— con lei desidera partecipare al
mistero pasquale di Cristo22 ed essere associata all'opera
della redenzione23;
— come lei, che nel Cenacolo,
insieme con gli Apostoli, attendeva pregando la venuta del
Paraclito, implora incessantemente il dono dello Spirito24;
— con lei, che veglia sul suo cammino, muove fiduciosa incontro a
Cristo25.
Inoltre, celebrando i diversi
misteri, la Chiesa incessantemente si appella alla sua intercessione, si rifugia sotto il suo patrocinio26, la
implora perché visiti il popolo cristiano
e lo colmi dei suoi doni27.
L'esemplarità della beata Vergine nelle celebrazioni liturgiche
14. La
liturgia, con la sua forza attualizzante, pone frequentemente dinanzi
agli occhi dei fedeli la
figura di Maria di Nazaret, che «consacrò totalmente se stessa quale ancella
del Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero
della redenzione sotto di lui
e con lui»28.
Pertanto, soprattutto nelle
azioni liturgiche, la Madre di Cristo rifulge come «modello di virtù»29
e di fedele cooperazione all'opera di salvezza.
15.
La liturgia, erede della
dottrina e del linguaggio dei Santi Padri, per esprimere l'esemplarità
della beata Vergine usa vari termini: modello, soprattutto quando vuoi mettere in luce la sua santità e proporla all'imitazione dei cristiani
quale fedele ancella del
Signore (cfr Lc 1,38; 2,48) e perfetta discepola di Cristo; figura,
quando vuole indicare che la vita e la condizione esistenziale di Maria
- vergine, sposa, madre - prefigurano
la vita della Chiesa e sono di guida ai suoi passi nel cammino della
fede e nella sequela del
Signore; immagine, quando intende sottolineare che in Maria, già perfettamente
configurata al Figlio suo, la Chiesa «contempla
con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa, tutta,
desidera e spera di essere»30.
16.
Perciò la Chiesa nella sacra liturgia invia
i fedeli ad imitare la beata Vergine soprattutto per la fede e l'obbedienza con cui aderì amorosamente al
progetto salvifico di
Dio. In particolare, gli inni e i testi eucologici mostrano una ricca e
splendida serie di virtù che la Chiesa, nella sua secolare esperienza
di preghiera e di contemplazione, guidata
dallo Spirito Santo, ha scoperto nella Madre di Cristo.
17. L'esemplarità
della beata Vergine, che emerge dalla stessa azione liturgica, induce i
fedeli a conformarsi alla Madre per meglio conformarsi al Figlio. Ma li
induce pure a celebrare i misteri di Cristo con gli stessi sentimenti ed
atteggiamenti con cui la Vergine fu
accanto al Figlio nella nascita e nella epifania, nella morte e nella
risurrezione. Li incita cioè a custodire premurosamente la parola di
Dio e a meditarla amorosamente; a
lodare Dio con esultanza e a rendergli grazie con gioia; a servire
fedelmente Dio e i fratelli e a
offrire generosamente per loro anche la vita; a pregare il Signore con perseveranza e a implorarlo con fiducia; ad essere misericordiosi e
umili; a osservare la legge
del Signore e a fare la sua volontà; ad amare Dio in tutto e sopra
tutto; a vegliare in attesa del Signore che viene.
18.
Nella celebrazione delle messe di santa Maria
i sacerdoti e tutti coloro che hanno compiti
pastorali curino soprattutto che i fedeli comprendano che il sacrificio
eucaristico è il memoriale della
morte e della risurrezione di Cristo e li invitino a parteciparvi
pienamente ed attivamente. Ma abbiamo pure cura di mostrare il valore
esemplare della figura di
santa Maria, la cui imitazione giova molto alla santificazione dei
fedeli.
II. NATURA DELLA RACCOLTA
DI MESSE DELLA BEATA VERGINE MARIA
19.
La Raccolta di messe della beata Vergine Maria, approvata dal
Sommo Pontefice Giovanni Paolo II e promulgata dalla Congregazione per
il Culto divino, si propone soprattutto
di favorire, nell'ambito del culto alla beata Vergine Maria,
celebrazioni che siano ricche di dottrina, varie quanto
all'oggetto specifico e che commemorino correttamente i fatti di
salvezza compiuti da Dio Padre nella beata Vergine, in vista del mistero
di Cristo e della Chiesa.
20.
La Raccolta è costituita in gran parte da
formulari provenienti dagli attuali Propri delle
Chiese particolari e degli Istituti religiosi nonché dallo stesso
Messale Romano.
21.
La Raccolta è destinata in primo luogo :
— ai
santuari mariani, nei quali si celebrano frequentemente messe di santa
Maria; tuttavia nell'uso
della Raccolta si dovranno osservare le norme stabilite ai nn. 29-33 di queste Premesse;
— alle comunità ecclesiali
che, nei sabati del Tempo Ordinario desiderano celebrare la messa
in memoria della beata Vergine Maria; esse tuttavia dovranno attenersi a
quanto è prescritto al n. 34
di queste Premesse.
Ma la Raccolta costituirà
anche un valido strumento liturgico per i sacerdoti e le comunità
ecclesiali che, nei giorni in cui secondo «Principi
e norme per l'uso del Messale Romano»
si possono celebrare «messe
facoltative», desiderano celebrare la messa
in memoria della Madre del Signore31.
22. La
promulgazione della Raccolta di messe della beata Vergine Maria, non
apporta alcuna modifica né al
Calendario Romano Generale, promulgato il 21 marzo 1969, né al
Messale Romano, pubblicato in seconda edizione tipica il 27 marzo 1975,
né al Lezionario delle Messe, la cui seconda edizione reca la
data del 21 gennaio 1981, né infine
al vigente ordinamento rubricale.
III. STRUTTURA DELLA
RACCOLTA
DI MESSE DELLA BEATA VERGINE MARIA
23. La Chiesa, nel
corso dell'anno liturgico, celebra organicamente tutto il mistero di Cristo: dalla predestinazione eterna in
virtù della quale Cristo, Verbo incarnato, è costituito principio e capo, termine e pienezza del
genere umano e di tutta la creazione, fino alla sua seconda gloriosa venuta, quando tutte le cose saranno
compiute in lui «perché Dio sia tutto in tutti» (1 Cor 15,28)32.
24. Ma
poiché la beata Vergine è strettamente associata al mistero di Cristo,
la Raccolta di messe della beata Vergine Maria è disposta secondo
l'ordinamento dell'anno liturgico. Pertanto i quarantasei
formulari della Raccolta, in relazione soprattutto al mistero che essi celebrano, sono distribuiti nei vari tempi dell'anno liturgico: nel
Tempo di Avvento (tre formulari), nel Tempo di Natale (sei
formulari), nel Tempo di Quaresima (cinque formulari),
nel Tempo di Pasqua (quattro formulari), nel Tempo Ordinario (ventotto formulari).
I formulari del Tempo
Ordinario sono suddivisi in tre sezioni :
— la prima comprende undici
formulari per celebrare la memoria della Madre di Dio, sotto i titoli tratti prevalentemente dalla Sacra Scrittura ed esprimenti
il nesso Maria-Chiesa ;
— la seconda presenta nove
formulari per venerare la memoria della Madre del Signore, sotto i titoli che esprimono la sua cooperazione nel promuovere la vita
spirituale dei fedeli;
— la terza propone otto
formulari per la celebrazione della memoria della santa Vergine Maria,
sotto i titoli che manifestano la sua misericordiosa intercessione in
favore dei fedeli.
Questo ordinamento fa sì che
i momenti e i modi della cooperazione della beata Vergine all'opera
della salvezza siano celebrati nel tempo liturgico più adatto, e che
sia messa in luce l'intima associazione della Madre del Signore alla
missione della Chiesa.
25. La
Raccolta, secondo la consuetudine della liturgia romana, consta di due
volumi :
— il primo contiene i testi
eucologici, le antifone d'ingresso e le antifone alla comunione nonché,
in appendice, alcune formule per impartire la benedizione solenne al
termine della messa ;
— il secondo contiene le
letture bibliche assegnate a ciascuna messa, con il salmo responsoriale
e l'alleluia con il versetto prima del vangelo.
26.
Nel primo volume, per favorire la preparazione della celebrazione
eucaristica, a ciascun formulario è
premessa una introduzione di indole storica, liturgica e pastorale, in
cui è brevemente spiegata l'origine della memoria o del titolo della
beata Vergine; sono talvolta indicate le fonti del formulario ed è
illustrata la dottrina che emerge dai testi
biblici ed eucologici.
IV. USO DELLA RACCOLTA
DI MESSE
DELLA BEATA VERGINE MARIA
27. La
Raccolta di messe della beata Vergine Maria conseguirà il fine
pastorale che si propone,
soltanto se dappertutto e da parte di tutti sarà usata correttamente.
Rispetto dei tempi
dell'anno liturgico
28. Il
corretto uso della Raccolta richiede anzitutto da parte del celebrante,
il rispetto dei tempi dell'anno liturgico. Pertanto i vari formulari
debbono essere usati di norma nel
tempo liturgico cui sono assegnati. Per un motivo ragionevole, tuttavia,
alcuni formulari possono essere usati anche in un tempo liturgico diverso ; per
esempio :
— la messa «Santa
Maria di Nazaret»,
collocata tra le messe del Tempo di Natale (n. 8), può convenientemente
essere celebrata anche nel Tempo Ordinario, se un gruppo di
fedeli vuole commemorare la vita condotta dalla Vergine a Nazaret e il suo
valore esemplare ;
— il formulario «Maria
Vergine, madre di riconciliazione»,
che si trova tra i formulari del
tempo di Quaresima (n. 14), può essere correttamente usato anche nel
Tempo Ordinario, quando
l'Eucaristia è celebrata allo scopo di suscitare sentimenti di riconciliazione
e di concordia.
Invece messe come quella di «Maria
Vergine nell'epifania del Signore»
(n. 6) o di «Santa Maria nella
risurrezione del Signore»
(n. 15), per la loro intima appartenenza a un
determinato tempo liturgico, non possono essere celebrate l'una fuori
del Tempo di Natale, l'altra fuori del Tempo di Pasqua.
A. Uso della
Raccolta nei santuari mariani
29.
La Raccolta di messe della beata Vergine Maria, come è detto
precedentemente al n.
21, è destinata in primo luogo ai santuari mariani, perché in essi sia
incrementata la vera pietà verso la
Madre del Signore e il culto a lei reso sia alimentato da genuino
spirito liturgico.
Ciò sarà di grande vantaggio per le Chiese particolari, la cui attività
pastorale è fortemente sostenuta e favorita
dalle iniziative e dall'impegno apostolico dei santuari mariani. Infatti nei santuari - come prescrive il Codice di diritto canonico -
debbono essere offerti ai fedeli con maggior abbondanza «i
mezzi della salvezza, annunziando con diligenza
la parola di Dio, incrementando opportunamente la vita liturgica
soprattutto con la celebrazione dell'Eucaristia e della Penitenza, come pure
coltivando le sane forme
della pietà popolare»33.
30.
La celebrazione dell'Eucaristia è il culmine
e quasi il fulcro di tutta l'azione pastorale dei santuari: desiderano
specialmente partecipare ad essa i pellegrini che numerosi si radunano nei santuari, i gruppi che si
riuniscono in essi per un incontro di studio o di preghiera, i fedeli che vi si recano individualmente per
rivolgere a Dio suppliche o per raccogliersi in
una preghiera contemplativa.
Perciò nella celebrazione
dell'Eucaristia si deve porre ogni cura perché l'azione liturgica,
adattata alle particolari condizioni dei fedeli e dei gruppi, risulti
esemplare e la stessa assemblea che celebra i divini misteri
offra un'immagine genuina della Chiesa34.
31.
La Congregazione per il Culto divino è
solita concedere ai santuari mariani la facoltà di celebrare con frequenza la messa della beata Vergine Maria.
Nell'uso della Raccolta di messe della
beata Vergine Maria si osservi quanto segue :
a) tenuto conto del tempo liturgico, le messe della Raccolta si possono
celebrare tutti i giorni, eccetto quelli indicati ai nn. 1-6
della «Tabella dei giorni
liturgici»35;
b) tuttavia la facoltà di cui alla lettera a) è concessa soltanto ai sacerdoti pellegrini o quando
la messa è celebrata per un gruppo di pellegrini ;
e)
nel Tempo di Avvento, di Natale, di Quaresima e di Pasqua, a meno
che non si tratti di una
celebrazione con carattere di festa o di solennità, si debbono
proclamare le letture bibliche che nel Lezionario feriale sono assegnate
al giorno in cui la messa è celebrata.
La «messa
propria»
del santuario
32. La
rispondenza dei testi al particolare titolo con il quale la beata
Vergine è vene rata nel santuario, fa sì che i pellegrini - sacerdoti
e fedeli - preferiscano abitualmente celebrare la «messa
propria» del santuario.
È da evitare tuttavia che, senza tener conto alcuno dei diversi
tempi dell'anno liturgico, sia
celebrata esclusivamente la «messa propria» del santuario. È opportuno
infatti variare sapientemente il formulario della messa, per
offrire ai fedeli, anche attraverso la celebrazione dell'Eucaristia, una
visione completa della storia della salvezza e del molteplice
inserimento della Vergine nel mistero di Cristo e della Chiesa.
33. A titolo di esempio, vengono qui indicati alcuni casi in cui, in luogo
della «messa propria»
del santuario, sarà utile far ricorso ad una delle messe della
Raccolta.
a) nei Tempi di Avvento, di Natale, di Quaresima e di
Pasqua nei quali le messe della Vergine, previste nelle rispettive
sezioni della Raccolta, si armonizzano perfettamente con i
misteri di Cristo celebrati in quei tempi liturgici ;
b) quando un
formulario della Raccolta rispecchia meglio le circostanze esistenziali della
Chiesa locale o di un gruppo di pellegrini ;
e)
quando un
gruppo di pellegrini sosta alcuni giorni presso un santuario o si reca a
visitarlo con ritmo frequente.
B.
Uso
della Raccolta per la memoria di santa Maria in sabato
34.
La Raccolta di messe della beata Vergine
Maria, come è detto precedentemente al n. 21, è destinata anche alle comunità ecclesiali che, «nei sabati del Tempo Ordinario in cui non ricorre una memoria obbligatoria»36, celebrano spesso la memoria di santa Maria e quindi desiderano disporre
di un più ampio repertorio di formulari.
35. La consuetudine di
dedicare il sabato alla beata Vergine Maria, sorta nei monasteri carolingi alla fine del secolo Vili, si diffuse ben presto in tutta
l'Europa37; fu accolta anche
nei libri liturgici di molte Chiese locali e divenne quasi patrimonio
degli Ordini religiosi di vita
evangelico-apostolica, che cominciarono a fiorire all'inizio del secolo XIII.
Con la riforma liturgica seguita al
Concilio di Trento, tale consuetudine fu introdotta nel Messale Romano.
Il rinnovamento liturgico
voluto dal Concilio Vaticano II ha dato alla memoria di santa Maria in sabato nuovo risalto e nuovo vigore: ha reso infatti più
frequente la possibilità di
celebrarla, ha accresciuto il numero sia dei formulari sia delle letture
bibliche, ha rinnovato infine i testi eucologici.
36.
La memoria di santa Maria in sabato in molte comunità ecclesiali
è celebrata quasi come introduzione
alla domenica, il «giorno del Signore». Esse, mentre si dispongono a
celebrare la memoria settimanale della risurrezione del Signore,
contemplano con venerazione la beata Vergine che, «nel grande sabato»
quando Cristo giaceva nel sepolcro,
forte unicamente della fede e della speranza, sola fra tutti i
discepoli, attese vigile la
risurrezione del Signore38.
Questa memoria di santa Maria,
«antica
[...] e discreta»39,
con la sua cadenza settimanale,
ci suggerisce e ci ricorda che la beata Vergine è costantemente
presente ed operante nella vita della Chiesa.
C.
Uso della Raccolta nei giorni in cui sono permesse le «messe
facoltative»
37.
Nelle ferie del Tempo Ordinario in cui, secondo i «Principi e norme per l'uso del Messale Romano», sono consentite le «messe facoltative»40, al sacerdote che celebra
la messa sia con il popolo sia senza il popolo, è data la facoltà di
usare uno dei formulari della Raccolta.
Ma se celebra con la partecipazione
del popolo, nella scelta del formulario il sacerdote «deve anzitutto preoccuparsi del bene spirituale dei fedeli,
evitando di imporre loro i propri gusti. Soprattutto cerchi di non
omettere troppo spesso e senza motivo sufficiente le
letture assegnate per i singoli giorni dal Lezionario feriale: la Chiesa
infatti desidera che venga offerta ai fedeli una mensa più
abbondante della parola di Dio»41.
I sacerdoti e i fedeli ricordino poi
che la genuina pietà verso la beata Vergine non richiede che
siano moltiplicate le celebrazioni di messe di santa Maria, ma che in
esse tutto - letture, canti, omelia, preghiera universale, offerta del
sacrificio... - si svolga correttamente,
con cura e con vivo senso liturgico.
V.
LA PAROLA DI DIO NEI FORMULARI
DELLA RACCOLTA DI MESSE DELLA
BEATA VERGINE MARIA
38.
A esprimere e a definire l'oggetto peculiare di una memoria
liturgica concorrono sia i testi eucologici sia i testi biblici. Da ciò
si comprende perché, fino dall'antichità, sia stata dedicata una
particolare cura alla scelta delle pericopi scritturistiche, e si
comprende pure perché nella Raccolta ogni formulario abbia un proprio «schema di letture»
per la celebrazione della liturgia della parola.
39.
Le letture bibliche della Raccolta di messe
della beata Vergine costituiscono un ampio e vario repertorio, che si è venuto formando lungo il corso dei
secoli, con l'apporto delle esperienze
delle comunità ecclesiali sia antiche sia del nostro tempo. In questo «repertorio biblico» si possono distinguere tre generi di
letture :
a) letture
sia del Nuovo sia
dell'Antico Testamento
che riguardano
direttamente la vita o
la missione della beata Vergine Maria o contengono profezie che a lei si
riferiscono ;
b) letture
dell'Antico Testamento, che fin dall'antichità vengono applicate a
santa Maria. Le Sacre Scritture infatti, tanto dell'antica quanto della nuova
Alleanza, sono state viste
dagli stessi Santi Padri come un «corpo
unico»,
pregno del mistero di Cristo e della Chiesa; per cui alcuni fatti,
figure o simboli dell'Antico Testamento prefigurano
o evocano in modo mirabile la vita e la missione della beata Vergine Maria,
gloriosa figlia di Sion e madre di Cristo ;
e)
letture del Nuovo Testamento, che non riguardano direttamente la
beata Vergine, ma sono proposte per la celebrazione della sua
memoria per porre in luce che in santa Maria,
prima e perfetta discepola di Cristo, rifulsero in modo straordinario la
virtù - la fede, la carità, la speranza, l'umiltà, la misericordia, la
purezza di cuore... -, che sono esaltate nel Vangelo.
40. Per quanto riguarda lo «schema
di letture» assegnato nella Raccolta a
ciascun formulario, si osservi
quanto segue:
a) sono
proposte solo due letture : la prima, tratta dall'Antico Testamento o
dall'Apostolo (cioè dalle
Epistole o dall'Apocalisse), nel Tempo di Pasqua tratta dagli Atti degli
Apostoli o dall'Apocalisse ; la seconda, tratta dal Vangelo ;
b) tuttavia, se in celebrazioni di particolare solennità, il sacerdote e i
fedeli desiderano proclamare
tre letture, si aggiungerà una lettura desumendola o dai testi del
Comune della beata Vergine o
dai testi contenuti nell'Appendice del Lezionario della Raccolta, tenendo conto dei criteri stabiliti nell'Introduzione al Lezionario, nn.
78-81 ;
c) le letture
indicate nella Raccolta per ogni formulario, risulteranno ordinariamente
le più adatte per celebrare
una particolare memoria della beata Vergine. Ciò non esclude la
facoltà per il celebrante di sostituirle con altre letture adatte,
scelte fra quelle proposte nel Comune
della beata Vergine Maria o nell'Appendice all'apposito Lezionario per questa Raccolta42.
41.
Per
quanto riguarda la liturgia della parola, si osservino le seguenti
norme:
a) nel Tempo di Avvento, di Natale, di Quaresima
e di Pasqua, perché non venga interrotta la lettura continua della Sacra Scrittura o non vengano
trascurate con troppa frequenza
le letture che caratterizzano il tempo liturgico,
si proclamino le letture assegnate a ciascun giorno nel Lezionario feriale, salva la facoltà
concessa al n. 31 e);
b) nel Tempo Ordinario spetta al sacerdote
celebrante stabilire «insieme con i ministri e
con le altre persone che svolgono qualche ufficio nella celebrazione,
senza escludere i fedeli»43,
se sia preferibile proclamare le letture indicate nel Lezionario della
Raccolta o quelle indicate nel Lezionario feriale.
VI.
ADATTAMENTI
42.
È compito delle Conferenze Episcopali curare
la versione dei formulari della Raccolta nelle diverse lingue volgari, secondo le norme vigenti per la
traduzione nelle lingue nazionali44, in modo tale che essa
risponda all'indole delle varie lingue e al genio delle varie culture. Ogniqualvolta appaia opportuno si aggiungano melodie
adatte al canto.
43.
È pure prerogativa delle Conferenze
Episcopali aggiungere, in un'apposita appendice, i formulari, già approvati, delle messe della beata Vergine
relative ai titoli con i quali
essa è venerata dai fedeli di tutta o di una gran parte della nazione o
regione.
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