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Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture |
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GENNAIO
FERIA
DEL TEMPO DI NATALE
UFFICIO
DELLE LETTURE
INVITATORIO
V.
Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite adoriamo il Signore,
che è nato per noi.
Oppure:
Cristo è nato per noi:
venite adoriamo.
SALMO 94 Invito
a lodare Dio
(
Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Fiorì il germoglio di Iesse,
l'albero della vita
ha donato il suo frutto.
Maria, figlia di Sion,
feconda e sempre vergine,
partorisce il Signore.
Nell'ombra del presepe,
giace povero ed umile
il creatore del mondo.
Il Dio che dal Sinai
promulgò i suoi decreti,
obbedisce alla legge.
Sorge una nuova luce
nella notte del mondo:
adoriamo il Signore!
A te sia gloria, Cristo,
con il Padre e lo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Nell'intimo soffriamo,
aspettando la redenzione del nostro corpo.
SALMO 38, 2-7 (I) Preghiera nella
malattia
La creazione è stata sottomessa alla caducità … e nutre la speranza di
essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare
nella gloria dei figli di Dio … ma anche noi gemiamo aspettando la
redenzione del nostro corpo (cfr. Rm 8, 20-23).
Ho detto: «Veglierò sulla mia condotta
*
per non peccare con la mia lingua;
porrò un freno alla mia bocca *
mentre l'empio mi sta dinanzi».
Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene, *
la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.
Ardeva il cuore nel mio petto, *
al ripensarci è divampato il fuoco;
allora ho parlato: *
«Rivelami, Signore, la mia fine;
quale sia la misura dei miei giorni *
e saprò quanto è breve la mia vita».
Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni, *
la mia esistenza davanti a te è un nulla.
Solo un soffio è ogni uomo che vive, *
come ombra è l'uomo che passa;
solo un soffio che si agita, *
accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Nell'intimo soffriamo,
aspettando la redenzione del nostro corpo.
2^ Antifona
Ascolta la mia preghiera, Signore,
non essere sordo al mio pianto.
SALMO 38, 8-14 (II) Preghiera
nella malattia
La creazione è stata sottomessa alla caducità … e nutre la speranza di
essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare
nella gloria dei figli di Dio … ma anche noi gemiamo aspettando la
redenzione del nostro corpo (cfr. Rm 8, 20-23).
Ora, che attendo, Signore? *
In te la mia speranza.
Liberami da tutte le mie colpe, *
non rendermi scherno dello stolto.
Sto in silenzio, non apro bocca, *
perché sei tu che agisci.
Allontana da me i tuoi colpi: *
sono distrutto sotto il peso della tua mano.
Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, †
corrodi come tarlo i suoi tesori. *
Ogni uomo non è che un soffio.
Ascolta la mia preghiera, Signore, *
porgi l'orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime, †
poiché io sono un forestiero, *
uno straniero come tutti i miei padri.
Distogli il tuo sguardo, che io respiri, *
prima che me ne vada e più non sia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Ascolta la mia preghiera, Signore,
non essere sordo al mio pianto.
3^ Antifona
Fiorente come un olivo
chi si abbandona in Dio.
SALMO 51 Contro un calunniatore
Chi si vanta si vanti nel Signore (1 Cor 1, 31)
Perché ti vanti del male, *
o prepotente nella tua malizia?
Ordisci insidie ogni giorno; †
la tua lingua è come lama affilata, *
artefice di inganni.
Tu preferisci il male al bene, †
la menzogna al parlare sincero. *
Ami ogni parola di rovina, o lingua di impostura.
Perciò Dio ti demolirà per sempre, †
ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda *
e ti sradicherà dalla terra dei viventi.
Vedendo, i giusti saran presi da timore *
e di lui rideranno:
«Ecco l'uomo che non ha posto in Dio la sua difesa, †
ma confidava nella sua grande ricchezza *
e si faceva forte dei suoi crimini».
Io invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. †
Mi abbandono alla fedeltà di Dio *
ora e per sempre.
Voglio renderti grazie in eterno *
per quanto hai operato;
spero nel tuo nome, perché è buono, *
davanti ai tuoi fedeli.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Fiorente come un olivo
chi si abbandona in Dio.
Versetto
V. Nel Verbo di Dio è la vita,
R. e la vita è la luce degli uomini.
Prima Lettura
Dalla lettera ai Colossesi di san Paolo, apostolo 3, 17 - 4, 1
La vita della famiglia cristiana
Fratelli, tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel
nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi,
mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. Voi, figli,
obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non
esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino. Voi, servi, siate
docili in tutto con i vostri padroni terreni; non servendo solo quando vi
vedono, come si fa per piacere agli uomini, ma con cuore semplice e nel
timore del Signore. Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il
Signore e non per gli uomini, sapendo che come ricompensa riceverete dal
Signore l'eredità. Servite a Cristo Signore. Chi commette ingiustizia
infatti subirà le conseguenze del torto commesso, e non v'è parzialità
per nessuno. Voi, padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed
equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo.
Responsorio Col
3, 17
R. Tutto quello che fate in parole e in opere, * tutto si compia nel nome
di Gesù nostro Signore.
V. Rendete grazie per mezzo di lui a Dio Padre:
R. tutto si compia nel nome di Gesù nostro Signore.
Seconda Lettura
Dai «500 Capitoli» di san Massimo il
Confessore, abate
(Centuria 1, 8-13; PG 90, 1182-1186)
Mistero sempre nuovo
Il Verbo di Dio fu generato secondo la carne una volta per tutte. Ora, per
la sua benignità verso l'uomo, desidera ardentemente di nascere secondo
lo spirito in coloro che lo vogliono e diviene bambino che cresce con il
crescere delle loro virtù. Si manifesta in quella misura di cui sa che è
capace chi lo riceve. Non restringe la visuale immensa della sua grandezza
per invidia e gelosia, ma saggia, quasi misurandola, la capacità di
coloro che desiderano vederlo. Così il Verbo di Dio, pur manifestandosi
nella misura di coloro che ne sono partecipi, rimane tuttavia sempre
imperscrutabile a tutti, data l'elevatezza del mistero. Per questa ragione
l'Apostolo di Dio, considerando con sapienza la portata del mistero, dice:
«Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!» (Eb 13, 8), intendendo
dire in tal modo che il mistero è sempre nuovo e non invecchia mai per la
comprensione di nessuna mente umana.
Cristo Dio nasce e si fa uomo, prendendo un corpo dotato di un'anima
intelligente, lui, che aveva concesso alle cose di uscire dal nulla.
Dall'oriente una stella che brilla in pieno giorno guida i magi verso il
luogo dove il Verbo ha preso carne, per dimostrare misticamente che il
Verbo contenuto nella legge e nei profeti supera ogni conoscenza dei sensi
e conduce le genti alla suprema luce della conoscenza.
Infatti la parola della legge e dei profeti, a guisa di stella, rettamente
intesa, conduce a riconoscere il Verbo incarnato coloro che in virtù
della grazia sono stati chiamati secondo il beneplacito divino.
Dio si fa perfetto uomo, non cambiando nulla di quanto è proprio della
natura umana, tolto, si intende, il peccato, che del resto non le
appartiene. Si fa uomo per provocare il dragone infernale avido e
impaziente di divorare la sua preda, cioè l'umanità del Cristo. Cristo
in effetti, gli dà in pasto la sua carne. Quella carne però doveva
tramutarsi per il diavolo in veleno. La carne abbatteva totalmente il
mostro con la potenza della divinità che in essa si celava. Per la natura
umana, invece, sarebbe stata il rimedio, perché l'avrebbe riportata alla
grazia originale con la forza della divinità in essa presente.
Come infatti il dragone, avendo istillato il suo veleno nell'albero della
scienza, aveva rovinato il genere umano, facendoglielo gustare, così il
medesimo, presumendo divorare la carne del Signore, fu rovinato e
spodestato per la potenza della divinità che era in essa.
Ma il grande mistero dell'incarnazione divina rimane pur sempre un
mistero. In effetti come può il Verbo, che con la sua persona è
essenzialmente nella carne, essere al tempo stesso come persona ed
essenzialmente tutto nel Padre? Così come può lo stesso Verbo,
totalmente Dio per natura, diventare totalmente uomo per natura? E questo
senza abdicare per niente né alla natura divina, per cui è Dio, né alla
nostra, per cui è divenuto uomo?
Soltanto la fede arriva a questi misteri, essa che è la sostanza e la
base di quelle cose che superano ogni comprensione della mente umana.
Responsorio Gv 1, 14. 1
R. Il Verbo si è fatto carne, e venne ad abitare in mezzo a noi: *
abbiamo contemplato la sua gloria, gloria dell'unico Figlio del Padre,
pieno di verità e di grazia.
V. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era
Dio:
R. abbiamo contemplato la sua gloria, gloria dell'unico Figlio del Padre,
pieno di verità e di grazia.
Orazione
Dio
onnipotente, il Salvatore che tu hai mandato, luce nuova all'orizzonte del
mondo, sorga ancora e rinnovi tutta la nostra vita. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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