Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture 

XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - VENERDÌ
UFFICIO DELLE LETTURE


INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Antifona
Lodiamo il Signore nostro Dio:
eterna è la sua misericordia.
 
SALMO 94  Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia
(Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra
(Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce
(Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere
(Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo »
(Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen
(Ant.).
 

Inno

Creati per la gloria del tuo nome,
redenti dal tuo sangue sulla croce,
segnati dal sigillo del tuo Spirito,
noi t'invochiamo: salvaci, o Signore!

Tu spezza le catene della colpa,
proteggi i miti, libera gli oppressi
e conduci nel cielo ai quieti pascoli
il popolo che crede nel tuo amore.

Sia lode e onore a te, pastore buono,
luce radiosa dell'eterna luce,
che vivi con il Padre e il Santo Spirito
nei secoli dei secoli glorioso. Amen.

1^ Antifona
Sorgi in mio aiuto, Signore.


SALMO 34, 1-2. 3c. 9-12
   (I) Il Signore salva nella persecuzione
Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4).


Signore, giudica chi mi accusa, *
combatti chi mi combatte. 

Afferra i tuoi scudi *
e sorgi in mio aiuto. 
Dì all'anima mia: *
«Sono io la tua salvezza».

Io invece esulterò nel Signore *
per la gioia della sua salvezza. 

Tutte le mie ossa dicano: «Chi è come te, Signore, †
che liberi il debole dal più forte, *
il misero e il povero dal predatore?». 

Sorgevano testimoni violenti, *
mi interrogavano su ciò che ignoravo, 
mi rendevano male per bene: *
una desolazione per la mia vita.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona

Sorgi in mio aiuto, Signore.


2^ Antifona
Giudica la mia causa, Signore,
difendimi con la tua forza.

SALMO 34, 13-16   (II) Il Signore salva nella persecuzione
Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4).


Io, quand'erano malati, vestivo di sacco, †
mi affliggevo col digiuno, *
riecheggiava nel mio petto la mia preghiera. 

Mi angustiavo come per l'amico, per il fratello, *
come in lutto per la madre 
mi prostravo nel dolore. 

Ma essi godono della mia caduta, si radunano, *
si radunano contro di me 
per colpirmi all'improvviso. 

Mi dilaniano senza posa, †
mi mettono alla prova, scherno su scherno, *
contro di me digrignano i denti.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2^ Antifona
Giudica la mia causa, Signore,
difendimi con la tua forza.

3^ Antifona
Celebrerò la tua giustizia, Signore,
canterò la tua lode per sempre.

SALMO 34, 17-19. 22-23. 27-28   (III) Il Signore salva nella persecuzione
Si riunirono … e tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire (Mt 26, 3. 4).

Fino a quando, Signore, starai a guardare? †
Libera la mia vita dalla loro violenza, *
dalle zanne dei leoni l'unico mio bene. 

Ti loderò nella grande assemblea, *
ti celebrerò in mezzo a un popolo numeroso. 

Non esultino su di me i nemici bugiardi, *
non strizzi l'occhio chi mi odia senza motivo. 

Signore, tu hai visto, non tacere; *
Dio, da me non stare lontano. 
Destati, svégliati per il mio giudizio, *
per la mia causa, Signore mio Dio. 

Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, †
dica sempre: «Grande è il Signore *
che vuole la pace del suo servo». 

La mia lingua celebrerà la tua giustizia, *
canterà la tua lode per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3^ Antifona
Celebrerò la tua giustizia, Signore,
canterò la tua lode per sempre.


Versetto

V. Figlio mio, custodisci le mie parole,
R. osserva i miei precetti, e vivrai.


Prima Lettura
Dal libro del profeta Geremia 4, 5-8. 13-28

Si annunzia l'arrivo del devastatore
Così dice il Signore:
«Annunziatelo in Giuda,
fatelo udire a Gerusalemme;
suonate la tromba nel paese,
gridate a piena voce e dite:
Radunatevi ed entriamo
nelle città fortificate.
Alzate un segnale verso Sion;
fuggite, non indugiate,
perché io mando da settentrione una sventura
ed una grande rovina.
Il leone è balzato dalla boscaglia,
il distruttore di nazioni
si è mosso dalla sua dimora
per ridurre la tua terra ad una desolazione:
le tue città saranno distrutte,
non vi rimarranno abitanti.
Per questo vestitevi di sacco,
lamentatevi ed alzate grida,
perché non si è allontanata
l'ira ardente del Signore da noi».
Ecco, egli sale come nubi
e come un turbine sono i suoi carri,
i suoi cavalli sono più veloci delle aquile.
Guai a noi che siamo perduti!
Purifica il tuo cuore dalla malvagità, Gerusalemme, 
perché possa uscirne salva.
Fino a quando albergheranno in te
pensieri d'iniquità?
Ecco, una voce reca la notizia da Dan,
si annunzia la sventura dalle montagne di Èfraim.
Annunziatelo alle genti,
fatelo sapere a Gerusalemme.
Gli assedianti vengono da una terra lontana,
mandano urla contro le città di Giuda.
Come custodi d'un campo l'hanno circondata, 
perché si è ribellata contro di me.
Oracolo del Signore.
La tua condanna e le tue azioni
ti hanno causato tutto ciò.
Questo il guadagno della tua malvagità;
com'è amaro!
Ora ti penetra fino al cuore.
Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato.
Le pareti del mio cuore!
Il cuore mi batte forte;
non riesco a tacere,
perché ho udito uno squillo di tromba,
un fragore di guerra.
Si annunzia rovina sopra rovina:
tutto il paese è devastato.
A un tratto sono distrutte le mie tende,
in un attimo i miei padiglioni.
Fino a quando dovrò vedere segnali
e udire squilli di tromba?
«Stolto è il mio popolo:
non mi conoscono,
sono figli insipienti,
senza intelligenza;
sono esperti nel fare il male,
ma non sanno compiere il bene».
Guardai la terra ed ecco solitudine e vuoto,
i cieli, e non v'era luce.
Guardai i monti ed ecco tremavano
e tutti i colli ondeggiavano.
Guardai ed ecco non c'era nessuno
e tutti gli uccelli dell'aria erano volati via.
Guardai ed ecco la terra fertile era un deserto
e tutte le sue città erano state distrutte
dal Signore e dalla sua ira ardente.
Poiché dice il Signore:
«Devastato sarà tutto il paese;
io compirò uno sterminio.
Pertanto la terra sarà in lutto
e i cieli lassù si oscureranno,
perché io l'ho detto e non me ne pento,
l'ho stabilito e non ritratterò».


Responsorio
   Cfr. Ger 4, 24-26; Sal 84, 5
R. Dinanzi alla tua collera, o Dio, la terra trema: * abbi pietà di noi, non distruggerci del tutto.
V. Rialzaci, Dio nostra salvezza; placa il tuo sdegno verso di noi:
R. abbi pietà di noi, non distruggerci del tutto.


Seconda Lettura

Dal «Commento su Gioele» di san Girolamo, sacerdote  (PL 25, 967-968)

Ritornate a me
«Ritornate a me con tutto il vostro cuore» (Gl 2, 129 e mostrate la penitenza dell'anima con digiuni, pianti e battendovi il petto: affinché, digiunando adesso, dopo siate satollati; piangendo ora, dopo ridiate; battendovi ora il petto, dopo siate consolati. Nelle circostanze tristi ed avverse vi è consuetudine di strapparsi le vesti. Così fece, secondo il vangelo, il sommo Sacerdote per rendere più grave l'accusa contro il Signore, nostro Salvatore, e così pure Paolo e Barnaba all'udire parole blasfeme. Ebbene Gioele dice: «Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perché egli è misericordioso e benigno, tardo all'ira e ricco di benevolenza» (Gl 2, 13).
Ritornate dunque al Signore vostro Dio, da cui vi siete allontanati per il male che avete fatto, e non disperate mai del perdono per la gravità delle colpe, perché l'infinita misericordia le cancellerà tutte per quanto gravi. Il Signore infatti è buono e misericordioso. Vuole piuttosto la penitenza che la morte del peccatore. E' paziente e ricco di compassione e non imita l'impazienza degli uomini, ché anzi aspetta per lungo tempo la nostra conversione. Il Signore «è misericordioso e benigno, tardo all'ira e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura. Chi sa che non cambi...» (Gl 2, 13-14). E' pienamente disposto a perdonare e a pentirsi della sentenza di condanna che aveva preparata per i nostri peccati. Se noi ci pentiamo di quanto abbiamo fatto di male, egli si pentirà della decisione di castigo che aveva preso e del male che aveva minacciato di farci. Se noi cambiamo vita anch'egli cambierà la sentenza che aveva predisposto. Quando diciamo che ci ha minacciato del male, certo non ci riferiamo a un male morale, ma a una pena dovuta giustamente a chi ha mancato.
Gioele dopo aver rivelato la misericordia di Dio verso chi si pente, soggiunge: «Chi sa che non cambi e si plachi e lasci dietro a sé una benedizione» (Gl 2, 13-14). Il profeta intende dire: Io assolvo il mio mandato, vi esorto alla penitenza perché so che Dio è oltremodo clemente, come si ricava anche dalla preghiera di David: «Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia: nella tua grande bontà cancella il mio peccato» (Sal 50, 1. 3). Però siccome non possiamo conoscere la profondità delle ricchezze della sapienza e della scienza di Dio è sempre il pensiero del profeta Gioele mitigo la mia affermazione e, più che presumere, auguro dicendo: «Chi sa che non cambi e si plachi?». Dicendo: «Chi sa?» bisogna intendere che è cosa impossibile, o per lo meno difficile a sapersi.
La frase: Offerta e libazione per il Signore nostro Dio (cfr. Gl 2, 14) l'interpretiamo così: dopo che il Signore avrà elargito la sua benedizione e avrà perdonato i nostri peccati, noi possiamo offrire i nostri sacrifici a Dio.


Responsorio   
Cfr. Sal 23, 4; 2 Cor 6, 6;   Col 2, 14; Gl 2, 13
R. Ritornate tutti al Signore, con cuore puro e carità sincera, * perché sia cancellato il debito dei vostri peccati.
V. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio,
R. perché sia cancellato il debito dei vostri peccati.


Orazione

O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore.


R. Amen.
Benediciamo il Signore.

R. Rendiamo grazie a Dio.

  

 

Sommario Liturgia


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