Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture |
II
SETTIMANA DI PASQUA - MERCOLEDÌ
UFFICIO
DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Il Signore è veramente risorto, alleluia.
SALMO 94 Invito
a lodare Dio
(
Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura
« quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite
il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Ecco
il gran giorno di Dio,
splendente di santa luce:
nasce nel sangue di Cristo
l'aurora di un mondo nuovo.
Torna alla casa il prodigo,
splende la luce al cieco;
il buon ladrone graziato
dissolve l'antica paura.
Gli angeli guardano attoniti
il supplizio della croce,
da cui l'innocente e il reo
salgono uniti al trionfo.
O mistero insondabile
dell'umana redenzione:
morendo sopra il patibolo
Cristo sconfigge la morte.
Giorno di grandi prodigi!
La colpa cerca il perdono,
l'amore vince il timore,
la morte dona la vita.
Irradia sulla tua Chiesa
la gioia pasquale, o Signore,
unisci alla tua vittoria
i rinati nel battesimo.
Sia lode e onore a Cristo,
vincitore della morte,
al Padre e al Santo Spirito
ora e nei secoli eterni. Amen.
1^ Antifona
Nell'intimo soffriamo,
aspettando la redenzione del nostro corpo.
SALMO 38, 2-7 (I)
Preghiera nella malattia
La creazione è stata sottomessa alla caducità … e nutre la speranza di
essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare
nella gloria dei figli di Dio … ma anche noi gemiamo aspettando la
redenzione del nostro corpo (cfr. Rm 8, 20-23).
Ho detto: «Veglierò sulla mia condotta *
per non peccare con la mia lingua;
porrò un freno alla mia bocca *
mentre l'empio mi sta dinanzi».
Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene, *
la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.
Ardeva il cuore nel mio petto, *
al ripensarci è divampato il fuoco;
allora ho parlato: *
«Rivelami, Signore, la mia fine;
quale sia la misura dei miei giorni *
e saprò quanto è breve la mia vita».
Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni, *
la mia esistenza davanti a te è un nulla.
Solo un soffio è ogni uomo che vive, *
come ombra è l'uomo che passa;
solo un soffio che si agita, *
accumula ricchezze e non sa chi le raccolga.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Nell'intimo soffriamo,
aspettando la redenzione del nostro corpo.
2^ Antifona
Ascolta la mia preghiera, Signore,
non essere sordo al mio pianto.
SALMO 38, 8-14
(II) Preghiera nella malattia
La creazione è stata sottomessa alla caducità … e nutre la speranza di
essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare
nella gloria dei figli di Dio … ma anche noi gemiamo aspettando la
redenzione del nostro corpo (cfr. Rm 8, 20-23).
Ora, che attendo, Signore? *
In te la mia speranza.
Liberami da tutte le mie colpe, *
non rendermi scherno dello stolto.
Sto in silenzio, non apro bocca, *
perché sei tu che agisci.
Allontana da me i tuoi colpi: *
sono distrutto sotto il peso della tua mano.
Castigando il suo peccato tu correggi l'uomo, †
corrodi come tarlo i suoi tesori. *
Ogni uomo non è che un soffio.
Ascolta la mia preghiera, Signore, *
porgi l'orecchio al mio grido,
non essere sordo alle mie lacrime, †
poiché io sono un forestiero, *
uno straniero come tutti i miei padri.
Distogli il tuo sguardo, che io respiri, *
prima che me ne vada e più non sia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Ascolta la mia preghiera, Signore,
non essere sordo al mio pianto.
3^ Antifona
Fiorente come un olivo
chi si abbandona in Dio, alleluia.
SALMO 51 Contro
un calunniatore
Chi si vanta si vanti nel Signore (1 Cor 1, 31)
Perché
ti vanti del male, *
o prepotente nella tua malizia?
Ordisci
insidie ogni giorno; †
la tua lingua è come lama affilata, *
artefice di inganni.
Tu preferisci il male al bene, †
la menzogna al parlare sincero. *
Ami ogni parola di rovina, o lingua di impostura.
Perciò
Dio ti demolirà per sempre, †
ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda *
e ti sradicherà dalla terra dei viventi.
Vedendo, i giusti saran presi da timore *
e di lui rideranno:
«Ecco l'uomo che non ha posto in Dio la sua difesa, †
ma confidava nella sua grande ricchezza *
e si faceva forte dei suoi crimini».
Io
invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. †
Mi abbandono alla fedeltà di Dio *
ora e per sempre.
Voglio renderti grazie in eterno *
per quanto hai operato;
spero nel tuo nome, perché è buono, *
davanti ai tuoi fedeli.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Fiorente come un olivo
chi si abbandona in Dio, alleluia.
Versetto
V. Dio ha fatto risorgere Cristo dai morti, alleluia,
R. perché in Dio sia la nostra fede e la speranza, alleluia.
Prima Lettura
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni, apostolo 2, 12-29
Messaggio alle chiese di Pergamo e Tiatira
Io, Giovanni, udii il Signore che mi diceva:
«All'Angelo della chiesa di Pergamo scrivi:
Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli: So che abiti dove
satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai
rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antipa, il mio fedele
testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana. Ma ho
da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di
Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli
d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad
abbandonarsi alla fornicazione. Così pure hai di quelli che seguono la
dottrina dei Nicolaìti. Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te
e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore
darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un
nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.
All'angelo della Chiesa di Tiatira scrivi:
Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come
fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. Conosco le tue opere, la carità,
la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono
migliori delle prime. Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle,
la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi
inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli
idoli. Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere
dalla sua dissolutezza. Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e
coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non
si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato. Colpirò a morte i suoi
figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti
e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie
opere. A voi di Tiatira invece che non seguite questa dottrina, che non
avete conosciuto le profondità di satana —
come le
chiamano — non
imporrò altri pesi; ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio
ritorno. Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere,
darò autorità sopra le nazioni;
le pascolerà con bastone di ferro
e le frantumerà come vasi di terracotta (Sal 2, 8-9) con la stessa
autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del
mattino. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese».
Responsorio
Cfr. Ap 2, 18. 23; 22, 12
R. Così parla il Figlio di Dio, colui che ha gli occhi fiammeggianti come
fuoco: Io sono colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, * e
darò a ciascuno di voi secondo le sue opere, alleluia.
V. Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario,
R. e darò a ciascuno di voi secondo le sue opere, alleluia.
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 12 sulla passione, 3, 6, 7; Pl 54, 355-357)
Cristo vivente nella sua Chiesa
Carissimi, il Figlio di Dio ha assunto la
natura umana con una unione così intima da essere l'unico ed identico
Cristo non soltanto in colui, che è il primogenito di ogni creatura, ma
anche in tutti i suoi santi. E come non si può separare il Capo dalle
membra, così le membra non si possono separare dal Capo.
E se è vero che, non è proprio di questa vita, ma di quella eterna, che
Dio sia tutto in tutti, è anche vero che fin d'ora egli abita
inseparabilmente il suo tempio, che è la Chiesa. Lo promise con le
parole: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo»
(Mt 28, 20).
Tutto questo dunque che il Figlio di Dio ha fatto e ha insegnato per la
riconciliazione del mondo, non lo conosciamo soltanto dalla storia delle
sua azioni passate, ma lo sentiamo anche nell'efficacia di ciò che egli
compie al presente.
E' lui che, come è nato per opera dello Spirito Santo da una vergine
madre, così rende feconda la Chiesa, sua Sposa illibata, con il soffio
vitale dello stesso Spirito, perché mediante la rinascita del battesimo,
venga generata una moltitudine innumerevole di figli di Dio. Di costoro è
scritto: «Non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati» (Gv 1, 13).
E' in lui che viene benedetta la discendenza di Abramo, e tutto il mondo
riceve l'adozione divina. Il Patriarca diventa padre delle genti, ma i
figli della promessa nascono dalla fede, non dalla carne.
E' lui che, eliminando ogni discriminazione di popoli, e radunando tutti
da ogni nazione, forma di tante pecorelle un solo gregge santo. Così ogni
giorno compie quanto aveva già promesso, dicendo: «E ho altre pecore,
che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno
la mia voce, e diventeranno un solo gregge e un solo pastore» (Gv 10,
16).
Sebbene infatti egli dica particolarmente a Pietro: «Pasci le mie
pecorelle» (Gv 21, 17), nondimeno tutta l'attività dei pastori è
guidata e sorretta da lui solo, il Signore. E' lui che, con pascoli
ubertosi e ridenti, nutre tutti coloro che vengono a questa Pietra.
Cosicché innumerevoli pecorelle, fortificate dalla sovrabbondanza
dell'amore, non esitano ad affrontare la morte per la causa del loro
Pastore, come egli, il buon Pastore, si è degnato di dare la propria vita
per le stesse pecorelle.
Partecipi della sua passione sono non solo i martiri forti e gloriosi, ma
anche i fedeli che rinascono, e già nell'atto stesso della loro
rigenerazione.
E' questo il motivo per cui la Pasqua viene celebrata, secondo la Legge,
negli azzimi della purezza e della verità: la nuova creatura, getta via
il fermento della sua malvagità e si inebria e si nutre del Signore
stesso.
La nostra partecipazione al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro
che a trasformarci in quello che riceviamo, a farci rivestire in tutto,
nel corpo e nello spirito, di colui nel quale siamo morti, siamo stati
sepolti e siamo risuscitati.
Responsorio
Gv 10, 14; Cfr. Ez 34, 11-13
R. Io sono il buon pastore: * conosco le mie pecore e le mie pecore
conoscono me, alleluia.
V. Io stesso cercherò le mie pecore, le passerò in rassegna, le
raccoglierò dalle nazioni e le farò pascolare:
R. conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, alleluia.
Orazione
O Dio, che con la Pasqua del tuo Figlio
hai ristabilito l'uomo nella dignità perduta e gli hai dato la speranza
della risurrezione, fa' che il mistero celebrato ogni anno nella fede si
attui per sempre nell'amore. Per il nostro Signore.
R.
Amen.
Benediciamo
il Signore.
R.
Rendiamo grazie a Dio.
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