Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture 

17 OTTOBRE
XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - MARTE
DÌ
SANT'IGNAZIO DI ANTIOCHIA (m)
Vescovo e Martire

UFFICIO DELLE LETTURE


INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
 
SALMO 94  Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia
(Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra
(Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce
(Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere
(Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo »
(Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen
(Ant.).
 

Inno

Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

1^ Antifona
A te giunga, Signore, il mio grido:
non nascondermi il tuo volto.

SALMO 101, 2-12  (I) Aspirazioni e preghiere di un esule
Sia benedetto Dio … il quale ci consola in ogni nostra tribolazione (2 Cor 1, 4).


Signore, ascolta la mia preghiera, *
a te giunga il mio grido. 

Non nascondermi il tuo volto; †
nel giorno della mia angoscia 
piega verso di me l'orecchio. *
Quando ti invoco: presto, rispondimi. 

Si dissolvono in fumo i miei giorni *
e come brace ardono le mie ossa. 
Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, *
dimentico di mangiare il mio pane. 

Per il lungo mio gemere *
aderisce la mia pelle alle mie ossa. 
Sono simile al pellicano del deserto, *
sono come un gufo tra le rovine. 

Veglio e gemo *
come uccello solitario sopra un tetto. 
Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, *
furenti imprecano contro il mio nome. 

Di cenere mi nutro come di pane, *
alla mia bevanda mescolo il pianto, 
davanti alla tua collera e al tuo sdegno, *
perché mi sollevi e mi scagli lontano. 

I miei giorni sono come ombra che declina, *
e io come erba inaridisco.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1^ Antifona

A te giunga, Signore, il mio grido:
non nascondermi il tuo volto.

2^ Antifona

Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.

SALMO 101, 13-23  (II) Aspirazioni e preghiere di un esule
Sia benedetto Dio … il quale ci consola in ogni nostra tribolazione (2 Cor 1, 4).


Ma tu, Signore, rimani in eterno, *
il tuo ricordo per ogni generazione. 

Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, †
perché è tempo di usarle misericordia: *
l'ora è giunta. 

Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre *
e li muove a pietà la sua rovina. 

I popoli temeranno il nome del Signore *
e tutti i re della terra la tua gloria, 
quando il Signore avrà ricostruito Sion *
e sarà apparso in tutto il suo splendore. 

Egli si volge alla preghiera del misero *
e non disprezza la sua supplica. 

Questo si scriva per la generazione futura *
e un popolo nuovo darà lode al Signore. 

Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario, *
dal cielo ha guardato la terra, 
per ascoltare il gemito del prigioniero, *
per liberare i condannati a morte; 

perché sia annunziato in Sion il nome del Signore *
e la sua lode in Gerusalemme, 
quando si aduneranno insieme i popoli *
e i regni per servire il Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.


2^ Antifona

Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.

3^ Antifona

In principio, Signore, hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.

SALMO 101, 24-29 (III)  Aspirazioni e preghiere di un esule
Sia benedetto Dio … il quale ci consola in ogni nostra tribolazione (2 Cor 1, 4).


Ha fiaccato per via la mia forza, *
ha abbreviato i miei giorni. 

Io dico: Mio Dio, †
non rapirmi a metà dei miei giorni; *
i tuoi anni durano per ogni generazione. 

In principio tu hai fondato la terra, *
i cieli sono opera delle tue mani. 

Essi periranno, ma tu rimani, *
tutti si logorano come veste, 
come un abito tu li muterai *
ed essi passeranno. 

Ma tu resti lo stesso *
e i tuoi anni non hanno fine. 
I figli dei tuoi servi avranno una dimora, *
resterà salda davanti a te la loro discendenza.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.


3^ Antifona
In principio, Signore, hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.

Versetto
V. Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento,
R. ascolta le parole della mia bocca.


Prima Lettura
Dal libro del profeta Zaccaria 1, 1 - 2, 4

Gerusalemme sarà ricostruita
Nell'ottavo mese dell'anno secondo del regno di Dario, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Zaccaria figlio di Barachia, figlio di Iddo: «Il Signore si è molto sdegnato contro i vostri padri. Tu dunque riferirai loro: Così parla il Signore degli eserciti: Convertitevi a me — oracolo del Signore degli eserciti — e io mi rivolgerò a voi, dice il Signore degli eserciti. Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti di un tempo andavan gridando: Dice il Signore degli eserciti: Tornate indietro dal vostro cammino perverso e dalle vostre opere malvagie. Ma essi non vollero ascoltare e non mi prestarono attenzione, dice il Signore. Dove sono i vostri padri? I profeti forse vivranno sempre? Le parole e i decreti che io avevo comunicato ai miei servi, i profeti, non si sono forse adempiuti sui padri vostri? Essi si sono convertiti e hanno detto: Quanto il Signore degli eserciti ci aveva minacciato a causa dei nostri traviamenti e delle nostre colpe, l'ha eseguito sopra di noi».
Il ventiquattro dell'undecimo mese, cioè il mese di Sebat, l'anno secondo di Dario, questa parola del Signore si manifestò al profeta Zaccaria, figlio di Iddo. Io ebbi una visione di notte. Un uomo, in groppa a un cavallo rosso, stava fra i mirti in una valle profonda; dietro a lui stavano altri cavalli rossi, sauri e bianchi. Io domandai: «Mio Signore, che significano queste cose?». L'angelo che parlava con me mi rispose: «Io t'indicherò ciò che esse significano». Allora l'uomo che stava fra i mirti prese a dire: «Essi sono coloro che il Signore ha inviati a percorrere la terra». Si rivolsero infatti all'angelo del Signore che stava fra i mirti e gli dissero: «Abbiamo percorso la terra: è tutta tranquilla». Allora l'angelo del Signore disse: «Signore degli eserciti, fino a quando rifiuterai di aver pietà di Gerusalemme e delle città di Giuda, contro le quali sei sdegnato? Sono ormai settant'anni!». E all'angelo che parlava con me il Signore rivolse parole buone, piene di conforto. Poi l'angelo che parlava con me mi disse: «Fa' sapere questo: Così dice il Signore degli eserciti: Io sono ingelosito per Gerusalemme e per Sion di gelosia grande; ma ardo di sdegno contro le nazioni superbe, poiché mentre io ero un poco sdegnato, esse cooperarono al disastro. Perciò dice il Signore: Io di nuovo mi volgo con compassione a Gerusalemme: la mia casa vi sarà riedificata — parola del Signore degli eserciti — e la corda del muratore sarà tesa di nuovo sopra Gerusalemme. Fa' sapere anche questo: Così dice il Signore degli eserciti: Le mie città avranno sovrabbondanza di beni, il Signore avrà ancora compassione di Sion ed eleggerà di nuovo Gerusalemme». 
Poi alzai gli occhi ed ecco, vidi quattro corna. Domandai all'angelo che parlava con me: «Che cosa sono queste?». Ed egli: «Sono le corna che hanno disperso Giuda, Israele e Gerusalemme». Poi il Signore mi fece vedere quattro operai. Domandai: «Che cosa vengono a fare costoro?». Mi rispose: «Le corna hanno disperso Giuda a tal segno che nessuno osa più alzare la testa e costoro vengono a demolire e abbattere le corna delle nazioni che cozzano contro il paese di Giuda per disperderlo».

Responsorio 
   Cfr. Zc 1, 16; Ap 21, 23
R. Nel mio amore di nuovo mi volgerò a Gerusalemme. * Là sarà riedificata la mia casa.
V. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna, perché la sua lampada è l'Agnello.
R. Là sarà riedificata la mia casa.

   
Seconda Lettura

Dalla «Lettera ai Romani» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
(Capp. 4, 1-2; 6, 1 - 8, 3; Funk, 1, 217-223)

Sono frumento di Dio: sarò macinato dai denti delle fiere

Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore.
A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa terra. E' meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il mio impero fino ai confini della terra. Io cerco colui che è morto per noi, voglio colui che per noi è risorto. E' vicino il momento della mia nascita.
Abbiate compassione di me, fratelli. Non impeditemi di vivere, non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo. Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. Se qualcuno lo ha in sé, comprenda quello che io voglio e mi compatisca, pensando all'angoscia che mi opprime.
Il principe di questo mondo vuole portarmi via e soffocare la mia aspirazione verso Dio. Nessuno di voi gli dia mano; state piuttosto dalla mia parte, cioè da quella di Dio. Non siate di quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non trovino posto in voi sentimenti meno buoni. Anche se vi supplicassi, quando sarà tra voi, non datemi ascolto: credete piuttosto a quanto vi scrivo ora nel pieno possesso della mia vita. Vi scrivo che desidero morire.
Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c'è più in me nessun'aspirazione per le realtà materiali, ma un'acqua viva mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che è la carità incorruttibile.
Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole: credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero: egli è la bocca verace per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà, sarà segno che mi avete odiato.


Responsorio
  
R. Nulla è nascosto al vostro spirito, se possedete pienamente la fede e la carità di Cristo. * La fede è il principio, la carità è il compimento.
V. Con l'umiltà e la mitezza del Vangelo rigeneratevi nella fede, carne del Signore, e nella carità, sangue di Gesù Cristo.
R. La fede è il principio, la carità è il compimento.


Orazione

O Dio onnipotente ed eterno, che nel sacrificio dei martiri edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, fa' che la gloriosa passione che meritò a sant'Ignazio una corona immortale, ci renda sempre forti nella fede. Per il nostro Signore.


R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
  

 

Sommario Liturgia


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