26 LUGLIO
XVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - GIOVEDÌ
SANTI GIOACCHINO E ANNA (m)
Genitori della Beata Vergine
Maria
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il Signore:
la sua gloria risplende nei santi.
Oppure:
Nella festa dei santi Gioacchino e Anna,
Lodiamo il Signore nostro Dio.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete
l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Uniamoci, o fratelli,
con cuore puro e ardente
alla lode festosa
della Chiesa di Cristo.
In questo giorno santo
la carità divina
congiunge i santi Gioacchino e Anna
al regno dei beati.
La fiamma dello Spirito
ha impresso nel suo cuore
il sigillo indelebile
dell'Amore di Dio.
Egli è modello e guida
a coloro che servono
le membra sofferenti
del corpo del Signore.
Dolce amico dei poveri,
intercedi per noi;
sostieni i nostri passi
nella via dell'amore.
A te sia lode, o Cristo,
immagine del Padre,
che sveli nei tuoi santi
la forza dello Spirito. Amen.
1^ Antifona
La tua destra, Signore,
e la luce del tuo volto
hanno salvato i nostri padri.
SALMO 43, 2-9 (I) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, †
i nostri padri ci hanno raccontato
l'opera che hai compiuto ai loro giorni, *
nei tempi antichi.
Tu, per piantarli, con la tua mano
hai sradicato le genti, *
per far loro posto, hai distrutto i popoli.
Poiché non con la spada conquistarono la terra, *
né fu il loro braccio a salvarli;
ma il tuo braccio e la tua destra
e la luce del tuo volto, *
perché tu li amavi.
Sei tu il mio re, Dio mio, *
che decidi vittorie per Giacobbe.
Per te abbiamo respinto i nostri avversari, *
nel tuo nome abbiamo annientato
i nostri aggressori.
Infatti nel mio arco non ho confidato *
e non la mia spada mi ha salvato,
ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, *
hai confuso i nostri nemici.
In Dio ci gloriamo ogni giorno, *
celebrando senza fine il tuo nome.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
La tua destra, Signore,
e la luce del tuo volto
hanno salvato i nostri padri.
2^ Antifona
Il Signore non vi nasconde il suo volto,
se voi tornate a lui.
SALMO 43, 10-17 (II) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, *
e più non esci con le nostre schiere.
Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari *
e i nostri nemici ci hanno spogliati.
Ci hai consegnato come pecore da macello, *
ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.
Hai venduto il tuo popolo per niente, *
sul loro prezzo non hai guadagnato.
Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, *
scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.
Ci hai resi la favola dei popoli, *
su di noi le nazioni scuotono il capo.
L'infamia mi sta sempre davanti *
e la vergogna copre il mio volto
per la voce di chi insulta e bestemmia, *
davanti al nemico che brama vendetta.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Il Signore non vi nasconde il suo volto,
se voi tornate a lui.
3^ Antifona
Dèstati, Signore,
non respingerci per sempre.
SALMO 43, 18-27 (III) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Tutto questo ci è accaduto †
e non ti avevamo dimenticato, *
non avevamo tradito la tua alleanza.
Non si era volto indietro il nostro cuore, *
i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;
ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli *
e ci hai avvolti di ombre tenebrose.
Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio *
e teso le mani verso un dio straniero,
forse che Dio non lo avrebbe scoperto, *
lui che conosce i segreti del cuore?
Per te ogni giorno siamo messi a morte, *
stimati come pecore da macello.
Svégliati, perché dormi, Signore? *
Dèstati, non ci respingere per sempre.
Perché nascondi il tuo volto, *
dimentichi la nostra miseria e oppressione?
Poiché siamo prostrati nella polvere, *
il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto; *
salvaci per la tua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Dèstati, Signore,
non respingerci per sempre.
Versetto
V. Irradia su di me la luce del tuo volto:
R. insegnami sapienza, o Signore.
Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4, 5-18
Fragilità e fiducia dell'Apostolo
Noi fratelli, non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù
Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di
Gesù. E Dio che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre» (Gn 1,
3), rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza
della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia
che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.
Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo
sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati;
colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro
corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si
manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi,
veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita
di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in
noi opera la morte, ma in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta
scritto: Ho creduto, perciò ho parlato (Sal 115, 10), anche noi
crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha
risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci
porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi,
perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior
numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio. Per
questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore
si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in
giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra
tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di
gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili,
ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento,
quelle invisibili sono eterne.
Responsorio Cfr. 2 Cor 4, 6; Dt 5, 24
R. Dio che disse: Rifulga la luce delle tenebre, * fa
risplendere nei nostri cuori la gloria che illumina il volto di
Cristo.
V. Il Signore nostro Dio ci ha mostrato la sua gloria e la sua
grandezza, e noi abbiamo udito la sua voce:
R. fa risplendere nei nostri cuori la gloria che illumina il
volto di Cristo.
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Giovanni Damasceno, vescovo
(Disc. 6, per la Natività della B. V. Maria 2. 4. 5. 6; PG 96,
663. 667.670)
Li conoscerete dai loro frutti
Poiché doveva avvenire che la Vergine Madre di Dio nascesse da
Anna, la natura non osò precedere il germe della grazia; ma
rimase senza il proprio frutto perché la grazia producesse il
suo. Doveva nascere infatti quella primogenita dalla quale
sarebbe nato il primogenito di ogni creatura «nel quale tutte le
cose sussistono» (Col 1, 17). O felice coppia, Gioacchino ed
Anna! A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la
creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia
quella casta madre, che sola era degna del creatore.
Rallègrati Anna, «sterile che non hai partorito, prorompi in
grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori» (Is
54, 1). Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia è nato per
noi un bimbo, ci è stato dato un figlio, e il suo nome sarà
Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio
forte (cfr. Is 9, 6). Questo bambino è Dio.
O Giacchino ed Anna, coppia beata, veramente senza macchia! Dal
frutto del vostro seno voi siete conosciuti, come una volta
disse il Signore: «Li conoscerete dai loro frutti» (Mt 7, 16).
Voi informaste la condotta della vostra vita in modo gradito a
Dio e degno di colei che da voi nacque. Infatti nella vostra
casta e santa convivenza avete dato la vita a quella perla di
verginità che fu vergine prima del parto, nel parto e dopo il
parto. Quella, dico, che sola doveva conservare sempre la
verginità e della mente e dell'anima e del corpo.
O Giachino ed Anna, coppia castissima! Voi, conservando la
castità prescritta dalla legge naturale, avete conseguito, per
divina virtù, ciò che supera la natura: avete donato al mondo la
madre di Dio che non conobbe uomo. Voi, conducendo una vita pia
e santa nella condizione umana, avete dato alla luce una figlia
più grande degli angeli ed ora regina degli angeli stessi.
O vergine bellissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di
Dio. Beato il seno, che ti ha dato la vita! Beate le braccia che
ti strinsero e le labbra che ti impressero casti baci, quelle
dei tuoi soli genitori, cosicché tu conservassi in tutto la
verginità! «Acclami al Signore tutta la terra, gridate, esultate
con canti di gioia» (Sal 97, 4). Alzate la vostra voce, gridate,
non temete.
Responsorio Cfr. Lc 2, 37. 38; 7, 16
R. Notte e giorno, con digiuni e preghiere servivano il Signore,
* aspettavano la redenzione d'Israele.
V. Pregavano Dio di venire a visitare il suo popolo,
R. aspettavano la redenzione d'Israele.
Orazione
O Dio dei nostri padri, che
ai santi Gioacchino e Anna hai dato il privilegio di avere come
figlia Maria, madre del Signore, per loro intercessione concedi
ai tuoi fedeli di godere i beni della salvezza eterna. Per il
nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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