22 NOVEMBRE
XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - GIOVEDÌ
SANTA CECILIA (m)
Vergine e Martire
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o
66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete
l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1^ Antifona
La tua, parola, Signore,
è scudo per chi si rifugia in te.
SALMO 17, 31-35 IV Ringraziamento a Dio salvatore
Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8, 31).
La via di Dio è diritta, †
la parola del Signore è provata al fuoco; *
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
Infatti, chi è Dio, se non il Signore? *
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
Il Dio che mi ha cinto di vigore *
e ha reso integro il mio cammino;
mi ha dato agilità come di cerve, *
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
ha addestrato le mie mani alla battaglia, *
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
La tua, parola, Signore,
è scudo per chi si rifugia in te.
2^ Antifona
La tua destra mi sostiene, o Signore.
SALMO 17, 36-46 V Ringraziamento a Dio salvatore
Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8, 31).
Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, †
la tua destra mi ha sostenuto, *
la tua bontà mi ha fatto crescere.
Hai spianato la via ai miei passi, *
i miei piedi non hanno vacillato.
Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, *
non sono tornato senza averli annientati.
Li ho colpiti e non si sono rialzati, *
sono caduti sotto i miei piedi.
Tu mi hai cinto di forza per la guerra, *
hai piegato sotto di me gli avversari.
Dei nemici mi hai mostrato le spalle, *
hai disperso quanti mi odiavano.
Hanno gridato e nessuno li ha salvati, *
al Signore, ma non ha risposto.
Come polvere al vento li ho dispersi, *
calpestati come fango delle strade.
Mi hai scampato dal popolo in rivolta, *
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito; *
all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore, †
impallidivano uomini stranieri *
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
La tua destra mi sostiene, o Signore.
3^ Antifona
Viva il Signore:
benedetto il Dio della mia salvezza.
SALMO 17, 47-51 VI Ringraziamento a Dio salvatore
Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8, 31).
Viva il Signore e benedetta la mia rupe, *
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Dio, tu mi accordi la rivincita †
e sottometti i popoli al mio giogo, *
mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare *
e mi liberi dall'uomo violento.
Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli *
e canterò inni di gioia al tuo nome.
Egli concede al suo re grandi vittorie, †
si mostra fedele al suo consacrato, *
a Davide e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Viva il Signore:
benedetto il Dio della mia salvezza.
Versetto
V. Togli il velo ai miei occhi, Signore:
R. scruterò i prodigi della tua legge.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Zaccaria 11,4-12,8
Parabola dei pastori
Così parla il Signore mio Dio: «Pasci quelle pecore da macello
che i compratori sgozzano impunemente, e i venditori dicono: Sia
benedetto il Signore, mi sono arricchito, e i pastori non se ne
curano affatto. Neppur io perdonerò agli abitanti del paese.
Oracolo del Signore. Ecco, io abbandonerò gli uomini l'uno in
balìa dell'altro, in balia del loro re, perché devastino il
paese — non mi curerò di liberarli dalle loro mani».
Io dunque mi misi a pascolare le pecore da macello da parte dei
mercanti di pecore. Presi due bastoni: uno lo chiamai
Benevolenza e l'altro Unione e condussi al pascolo le pecore.
Nel volgere d'un sol mese eliminai tre pastori. Ma io mi irritai
contro di esse, perché anch'esse si erano tediate di me. Perciò
io dissi: «Non sarò più il vostro pastore. Chi vuol morire,
muoia; chi vuol perire, perisca; quelle che rimangono si
divorino pure fra di loro!». Presi il bastone chiamato
Benevolenza e lo spezzai: ruppi così l'alleanza da me stabilita
con tutti i popoli. Lo ruppi in quel medesimo giorno; i mercanti
di pecore che mi osservavano, riconobbero che quello era
l'ordine del Signore. Poi dissi loro: «Se vi pare giusto, datemi
la mia paga, se no, lasciate stare». Essi allora pesarono trenta
sicli d'argento come mia paga. Ma il Signore mi disse: «Getta
nel tesoro questa bella somma, con cui sono stato da loro
valutato!». Io presi i trenta sicli d'argento e li gettai nel
tesoro della casa del Signore. Poi feci a pezzi il secondo
bastone chiamato Unione per rompere così la fratellanza fra
Giuda e Israele. Quindi il Signore mi disse: «Prenditi gli
attrezzi di un pastore insensato, poiché ecco, io susciterò nel
paese un pastore che non avrà cura di quelle che si perdono, non
cercherà le disperse, non curerà le malate, non nutrirà le
affamate; mangerà invece le carni delle più grasse e strapperà
loro perfino le unghie.
Guai al pastore stolto che abbandona il gregge!
Una spada sta sopra il suo braccio
e sul suo occhio destro.
Tutto il suo braccio si inaridisca
e tutto il suo occhio destro resti accecato».
Oracolo. Parola del Signore su Israele. Dice il Signore che ha
steso i cieli e fondato la terra, che ha formato lo spirito
nell'intimo dell'uomo: «Ecco, io farò di Gerusalemme come una
coppa che dà le vertigini a tutti i popoli vicini e anche Giuda
sarà in angoscia nell'assedio contro Gerusalemme. in quel giorno
io farò di Gerusalemme come una pietra da carico per tutti i
popoli: quanti vorranno sollevarla ne resteranno sgraffiati;
contro di essa si raduneranno tutte le genti della terra. In
quel giorno — parola del Signore — colpirò di terrore tutti i
cavalli e i loro cavalieri di pazzia; mentre sulla casa di Giuda
terrò aperti i miei occhi, colpirò di cecità tutti i cavalli
delle genti. Allora i capi di Giuda penseranno: La forza dei
cittadini di Gerusalemme sta nel Signore degli eserciti, loro
Dio. In quel giorno farò dei capi di Giuda come un braciere
acceso in mezzo a una catasta di legna e come una torcia ardente
fra i covoni, essi divoreranno a destra e a sinistra tutti i
popoli vicini. Solo Gerusalemme resterà al suo posto. Il Signore
salverà in primo luogo le tende di Giuda, perché la gloria della
casa di Davide e la gloria degli abitanti di Gerusalemme non
cresca più di quella di Giuda. In quel giorno il Signore farà da
scudo agli abitanti di Gerusalemme e chi tra di loro vacilla
diverrà come Davide e la casa di Davide come Dio, come l'angelo
del Signore davanti a loro».
Responsorio Cfr. Zc 11,12.13; Mt 26,15
R. Essi pesarono trenta sicli d'argento come mia paga: * bella
somma, con cui sono stato valutato da loro!
V. Giuda disse: Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?
E gli fissarono trenta monete d'argento:
R. bella somma, con cui sono stato valutato da loro!
Seconda Lettura
Dal «Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo
(Sal 32, Disc. 1, 7-8; CCL 38, 253-254)
Cantate a Dio con arte nel giubilo
«Lodate il Signore con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui
cantate. Cantate al Signore un canto nuovo!» (Sal 32, 2.3).
Spogliatevi di ciò che è vecchio ormai; avete conosciuto il
nuovo canto. Un uomo nuovo, un testamento nuovo, un canto nuovo.
Il nuovo canto non si addice ad uomini vecchi. Non lo imparano
se non gli uomini nuovi, uomini rinnovati, per mezzo della
grazia, da ciò che era vecchio, uomini appartenenti ormai al
nuovo testamento, che è il regno dei cieli. Tutto il nostro
amore ad esso sospira e canta un canto nuovo. Elevi però un
canto nuovo non con la lingua, ma con la vita.
Cantate a lui un canto nuovo, cantate a lui con arte (cfr. Sal
32, 3). Ciascuno si domanda come cantare a Dio. Devi cantare a
lui, ma non in modo stonato. Non vuole che siano offese le sue
orecchie.
Cantale con arte, o fratelli. Quando, davanti a un buon
intenditore di musica, ti si dice: Canta in modo da piacergli;
tu, privo di preparazione nell'arte musicale, vieni preso da
trepidazione nel cantare, perché non vorresti dispiacere al
musicista; infatti quello che sfugge al profano, viene notato e
criticato da un intenditore dell'arte. Orbene, chi oserebbe
presentarsi a cantare con arte a Dio, che sa ben giudicare il
cantore, che esamina con esattezza ogni cosa e che tutto ascolta
così bene? Come potresti mostrare un'abilità così perfetta nel
canto, da non offendere in nulla orecchie così perfette?
Ecco egli ti dà quasi il tono della melodia da cantare: non
andare in cerca delle parole, come se tu potessi tradurre in
suoni articolati un canto di cui Dio si diletti. Canta nel
giubilo. Cantare con arte a Dio consiste proprio in questo:
Cantare nel giubilo. Che cosa significa cantare nel giubilo?
Comprendere e non saper spiegare a parole ciò che si canta col
cuore. Coloro infatti che cantano sia durante la mietitura, sia
durante la vendemmia, sia durante qualche lavoro intenso, prima
avvertono il piacere, suscitato dalle parole dei canti, ma, in
seguito, quando l'emozione cresce, sentono che non possono più
esprimerla in parole e allora si sfogano in una modulazione di
note. Questo canto lo chiamiamo «giubilo».
Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde
quanto non gli riesce di esprimere a parole. E verso chi è più
giusto elevare questo canto di giubilo, se non verso
l'ineffabile Dio? Infatti è ineffabile colui che tu non puoi
esprimere. E se non lo puoi esprimere, e d'altra parte non puoi
tacerlo, che cosa ti rimane se non «giubilare»? Allora il cuore
si aprirà alla gioia, senza servirsi di parole, e la grandezza
straordinaria della gioia non conoscerà i limiti delle sillabe.
Cantate a lui con arte nel giubilo (cfr. Sal 32,3).
Responsorio Cfr. Sal 70, 8. 23; 9, 3
R. Risuoni la mia bocca della tua lode, proclami la tua gloria
tutto il giorno. * Narrando i tuoi prodigi, esulteranno le mie
labbra.
V. Gioisco in te ed esulto, canto inni al tuo nome, o Altissimo.
R. Narrando i tuoi prodigi, esulteranno le mie labbra.
Orazione
Ascolta, Signore, la nostra preghiera e per intercessione di
santa Cecilia, vergine e martire, rendici degni di cantare le
tue lodi. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio. |