FERIA III -
MARTEDÌ SANTO
I classis
Statio ad S. Priscam
INTRÓITUS
Gal. 6, 14
Nos autem gloriari oportet in
Cruce Domini nostri Iesu
Christi: in quo est salus, vita
et resurréctio nostra: per
quern salvati et liberati sumus.
Ps. 66, 2
Deus misereatur
nostri, et benedicat nobis:
illuminet vultum suum super nos,
et misereatur
nostri. Nos autem.
S. MESSA senza GLÓRIA
ORÁTIO
Omnipotens sempiterne Deus: da
nobis ita dominicae passionis sacramenta
peragere; ut indulgentiam
percipere mereamur. Per eundem Dominum
nostrum.
M. - Amen.
EPISTOLA
Lectio Ieremiae Prophetae Ier. 11, 18-20
Il Signore me lo ha manifestato e io l'ho saputo;
allora ha aperto i miei occhi sui loro intrighi.
Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello, non
sapevo che essi tramavano contro di me, dicendo: "Abbattiamo
l'albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi;
il suo nome non sia più ricordato".
Ora, Signore degli eserciti, giusto giudice,
che scruti il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di loro,
poiché a te ho affidato la mia causa.
M. - Deo grátias.
GRADUALE
Ps. 34, 13 et 1-2
Ego autem, dum mihi
molesti essent,
induebam me cilicio,
et humiliabam in
ieiunio animam meam:
et oratio mea in
sinu meo convertetur. V. Iudica, Domine,
nocentes me, expugna
impugnantes
me: apprehende arma
et scutum, et exsurge
in adiutorium mihi.
EVANGÉLIUM
Evangelium Passionis
et Mortis Domini
secundum Marcum. 14, 32-72; 15, 1-46.
Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse
ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". Prese con sé
Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e
angoscia. Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla
morte. Restate qui e vegliate". Poi, andato un pò innanzi, si
gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui
quell'ora. E diceva: "Abbà, Padre! Tutto è possibile a te,
allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma
ciò che vuoi tu". Tornato indietro, li trovò addormentati e
disse a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare
un'ora sola? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione;
lo spirito è pronto, ma la carne è debole". Allontanatosi di
nuovo, pregava dicendo le medesime parole. Ritornato li trovò
addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non
sapevano che cosa rispondergli. Venne la terza volta e disse
loro: "Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco,
il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.
Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino". E
subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e
con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi
sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Chi lo tradiva aveva
dato loro questo segno: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e
conducetelo via sotto buona scorta". Allora gli si accostò
dicendo: "Rabbì" e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e
lo arrestarono. Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il
servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio. Allora Gesù
disse loro: "Come contro un brigante, con spade e bastoni siete
venuti a prendermi. Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare
nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le
Scritture!". Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono.
Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un
lenzuolo, e lo fermarono.
Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo. Allora condussero
Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei
sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da
lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne
stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. Intanto i capi
dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza
contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti
infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro
testimonianze non erano concordi. Ma alcuni si alzarono per
testimoniare il falso contro di lui, dicendo: "Noi lo abbiamo
udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani
d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani
d'uomo". Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era
concorde. Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo
all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: "Non rispondi nulla? Che
cosa testimoniano costoro contro di te?". Ma egli taceva e non
rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò
dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?".
Gesù rispose: "Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo".
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che
bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia;
che ve ne pare?". Tutti sentenziarono che era reo di morte.
Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il
volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: "Indovina". I servi intanto
lo percuotevano. Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una
serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a
scaldarsi, lo fissò e gli disse: "Anche tu eri con il Nazareno,
con Gesù". Ma egli negò: "Non so e non capisco quello che vuoi
dire". Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. E la
serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: "Costui è di
quelli".
Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo
a Pietro: "Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo". Ma egli
cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo che
voi dite". Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si
ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: "Prima che il
gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte". E scoppiò
in pianto. Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli
scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero
in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. Allora
Pilato prese a interrogarlo: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli
rispose: "Tu lo dici". I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano
molte accuse.
Pilato lo interrogò di nuovo: "Non rispondi nulla? Vedi di
quante cose ti accusano!". Ma Gesù non rispose più nulla, sicché
Pilato ne restò meravigliato. Per la festa egli era solito
rilasciare un carcerato a loro richiesta. Un tale chiamato
Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto
avevano commesso un omicidio. La folla, accorsa, cominciò a
chiedere ciò che sempre egli le concedeva.
Allora Pilato rispose loro: "Volete che vi rilasci il re dei
Giudei?". Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano
consegnato per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la
folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato
replicò: "Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei
Giudei?". Ed essi di nuovo gridarono: "Crocifiggilo!". Ma Pilato
diceva loro: "Che male ha fatto?". Allora essi gridarono più
forte: "Crocifiggilo!". E Pilato, volendo dar soddisfazione alla
moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare
Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo
condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono
tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver
intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo.
Cominciarono poi a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!". E gli
percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e,
piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo
schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue
vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Allora
costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirène che
veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la
croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che
significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con
mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero
le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno
dovesse prendere. Erano le nove del mattino quando lo
crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna
diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due
ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. . I passanti
lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: "Ehi, tu che
distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te
stesso scendendo dalla croce!". Ugualmente anche i sommi
sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: "Ha
salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re
d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo". E
anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle
tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì,
Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano:
"Ecco, chiama Elia!". Uno corse a inzuppare di aceto una spugna
e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: "Aspettate,
vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce". Ma Gesù, dando
un forte grido, spirò.Il velo del tempio si squarciò in due,
dall'alto in basso. Allora il centurione che gli stava di
fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: "Veramente
quest'uomo era Figlio di Dio!". C'erano anche alcune donne, che
stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala,
Maria madre di Giacomo il minore e di Joses, e Salome, che lo
seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte
altre che erano salite con lui a Gerusalemme. Sopraggiunta ormai
la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato,
Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che
aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da
Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che
fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse
morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a
Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla
croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro
scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro
l'entrata del sepolcro.
M. - Laus tibi Christe.
ANTÍPHONA AD
OFFERTÓRIUM
Ps. 139, 5
Custodi me, Domine, de manu peccatoris:
et ab hominibus
iniquis eripe me.
SECRÉTA
Sacrificia nos,
quaesumus, Domine,
propensius ista restaurent: quae
medicinalibus sunt instituta ieiuniis.
Per Dominum
M. - Amen.
Praefatio de sancta Cruce.
PREFAZIO PREFAZIO DELLA QUARÉSIMA
COMMÚNIO
Ps. 68, 13-14
Adversum me exerceban
tur, qui sedebant in
porta: et in me
psallebant, qui bibebant vinum: ego
vero orationem meam ad te, Domine:
tempus beneplaciti, Deus, in multitudine
misericordiae tuas.
POSTCOMMÚNIO
Sanctificationibus
tuis, omnipotens
Deus: et vitia
nostra curentur, et
remedia nobis
sempiterna proveniant.
Per Dominum.
M. - Amen.
SUPER POPULUM
Oremus.
Humiliate capita vestra Deo.
Tua nos
misericordia, Deus, et ab
omni subreptione
vetustatis expurget,
et capaces sanctae
novitatis efficiat.
Per Dominum nostrum. |