3 GIUGNO
IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO -
LUNEDÌ
Ss. CARLO LWANGA E COMPAGNI MARTIRI (m)
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o
66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete
l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1^ Antifona
Salvami, Signore,
per la tua misericordia.
SALMO 6 L'uomo nella prova implora la misericordia di Dio.
Ora l’anima mia è turbata … Padre, salvami da quest’ora (Gv 12,
27).
Signore, non punirmi nel tuo sdegno, *
non castigarmi nel tuo furore.
Pietà di me, Signore: vengo meno; *
risanami, Signore: tremano le mie ossa.
L'anima mia è tutta sconvolta, *
ma tu, Signore, fino a quando?
Volgiti, Signore, a liberarmi, *
salvami per la tua misericordia.
Nessuno tra i morti ti ricorda. *
Chi negli inferi canta le tue lodi?
Sono stremato dai lunghi lamenti, †
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, *
irroro di lacrime il mio letto.
I miei occhi si consumano nel dolore, *
invecchio fra tanti miei oppressori.
Via da me voi tutti che fate il male, *
il Signore ascolta la voce del mio pianto.
Il Signore ascolta la mia supplica, *
il Signore accoglie la mia preghiera.
Arrossiscano e tremino i miei nemici, *
confusi, indietreggino all'istante.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Salvami, Signore,
per la tua misericordia.
2^ Antifona
Dio, rifugio del povero
nel tempo dell'angustia!
SALMO 9 A, 1-11 (I) Ringraziamento per la vittoria
E di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti.
Ti loderò, Signore, con tutto il cuore *
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
Gioisco in te ed esulto, *
canto inni al tuo nome, o Altissimo.
Mentre i miei nemici retrocedono, *
davanti a te inciampano e periscono,
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa; *
siedi in trono giudice giusto.
Hai minacciato le nazioni, †
hai sterminato l'empio, *
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico, *
è scomparso il ricordo
delle città che hai distrutte.
Ma il Signore sta assiso in eterno; *
erige per il giudizio il suo trono:
giudicherà il mondo con giustizia, *
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.
Il Signore sarà un riparo per l'oppresso, *
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, *
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Dio, rifugio del povero
nel tempo dell'angustia!
3^ Antifona
Dirò le tue lodi, Signore,
nell'assemblea del tuo popolo.
SALMO 9 A, 12-21 (II) Ringraziamento per la vittoria
Cantate inni al Signore, che abita in Sion, *
narrate tra i popoli le sue opere.
Vindice del sangue, egli ricorda, *
non dimentica il grido degli afflitti.
Abbi pietà di me, Signore, †
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, *
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
perché possa annunziare le tue lodi, †
esultare per la tua salvezza *
alle porte della città di Sion.
Sprofondano i popoli
nella fossa che hanno scavata, *
nella rete che hanno teso
si impiglia il loro piede.
Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia; *
l'empio è caduto nella rete,
opera delle sue mani.
Tornino gli empi negli inferi, *
tutti i popoli che dimenticano Dio.
Perché il povero non sarà dimenticato, *
la speranza degli afflitti non resterà delusa.
Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo: *
davanti a te siano giudicate le genti.
Riempile di spavento, Signore, *
sappiano le genti che sono mortali.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Dirò le tue lodi, Signore,
nell'assemblea del tuo popolo.
Versetto
V. Fammi capire, e osserverò la tua legge,
R. la custodirò con tutto il cuore.
Prima Lettura
Dal libro di Giobbe 29, 1-10; 30, 1. 9-23
Giobbe lamenta la propria condizione
Giobbe continuò a pronunziare le sue sentenze e disse:
«Oh, potessi tornare com'ero ai mesi di un tempo,
ai giorni in cui Dio mi proteggeva,
quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo
e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;
com'ero ai giorni del mio autunno,
quando Dio proteggeva la mia tenda,
quando l'Onnipotente era ancora con me
e i giovani mi stavano attorno;
quando mi lavavo in piedi nel latte
e la roccia mi versava ruscelli d'olio!
Quando uscivo verso la porta della città
e sulla piazza ponevo il mio seggio:
vedendomi, i giovani si ritiravano
e i vecchi si alzavano in piedi;
i notabili sospendevano i discorsi
e si mettevano la mano sulla bocca;
la voce dei capi si smorzava
e la loro lingua restava fissa al palato.
Ora invece si ridono di me
i più giovani di me in età,
i cui padri non avrei degnato
di mettere tra i cani del mio gregge.
Ora io sono la loro canzone,
sono diventato la loro favola!
Hanno orrore di me e mi schivano
e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto,
essi han rigettato davanti a me ogni freno.
A destra insorge la ragazzaglia;
smuovono i miei passi
e appianano la strada contro di me per perdermi.
Hanno demolito il mio sentiero,
cospirando per la mia disfatta
e nessuno si oppone a loro.
Avanzano come attraverso una larga breccia,
sbucano in mezzo alle macerie.
I terrori si sono volti contro di me;
si è dileguata, come vento, la mia grandezza
e come nube è passata la mia felicità.
Ora mi consumo
e mi colgono giorni d'afflizione.
Di notte mi sento trafiggere le ossa
e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
A gran forza egli mi afferra per la veste,
mi stringe per l'accollatura della mia tunica.
Mi ha gettato nel fango:
son diventato polvere e cenere.
Io grido a te, ma tu non mi rispondi,
insisto, ma tu non mi dai retta.
Tu sei un duro avversario verso di me
e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
mi sollevi e mi poni a cavallo del vento
e mi fai sballottare dalla bufera.
So bene che mi conduci alla morte,
alla casa dove si riunisce ogni vivente».
Responsorio Gb 30, 17. 19; 7, 16
R. Di notte mi sento trafiggere le ossa e i dolori che mi rodono
non mi danno riposo. Mi ha gettato nel fango: * sono diventato
polvere e cenere.
R. Lasciami, Signore, perché un soffio sono i miei giorni;
V. sono diventato polvere e cenere.
Seconda Lettura
Dall'«Omelia per la canonizzazione dei martiri dell'Uganda» di
Paolo VI, papa (AAS 56, 1964, 905-906)
La gloria dei martiri, segno di rinascita
Questi Martiri Africani aggiungono all'albo dei vittoriosi, qual
è il Martirologio, una pagina tragica e magnifica, veramente
degna di aggiungersi a quelle meravigliose dell'Africa antica,
che noi moderni, uomini di poca fede, pensavamo non potessero
avere degno seguito mai più. Chi poteva supporre, ad esempio,
che alle commoventissime storie dei Martiri Scillitani, dei
Martiri Cartaginesi, dei Martiri della «Massa candida» uticense,
di cui sant'Agostino e Prudenzio ci hanno lasciato memoria, dei
Martiri dell'Egitto, dei quali conserviamo l'elogio di san
Giovanni Crisostomo, dei Martiri della persecuzione vandalica,
si sarebbero aggiunte nuove storie non meno eroiche, non meno
fulgenti, nei tempi nostri? Chi poteva prevedere che alle grandi
figure storiche dei Santi Martiri e Confessori Africani, quali
Cipriano, Felicita e Perpetua e il sommo Agostino, avremmo un
giorno associati i cari nomi di Carlo Lwanga, e di Mattia
Mulumba Kalemba, con i loro venti compagni? E non vogliamo
dimenticare altresì gli altri che, appartenendo alla confessione
anglicana, hanno affrontato la morte per il nome di Cristo.
Questi Martiri Africani aprono una nuova epoca; oh! non vogliamo
pensare di persecuzioni e di contrasti religiosi, ma di
rigenerazione cristiana e civile. L'Africa, bagnata dal sangue
di questi Martiri, primi dell'era nuova (oh, Dio voglia che
siano gli ultimi, tanto il loro olocausto è grande e prezioso!),
risorge libera e redenta. La tragedia, che li ha divorati, è
talmente inaudita ed espressiva, da offrire elementi
rappresentativi sufficienti per la formazione morale d'un popolo
nuovo, per la fondazione d'una nuova tradizione spirituale, per
simboleggiare e per promuovere il trapasso da una civiltà
primitiva, non priva di ottimi valori umani, ma inquinata ed
inferma e quasi schiava di se stessa, ad una civiltà aperta alle
espressioni superiori dello spirito e alle forme superiori della
socialità.
Responsorio
R. Mentre combattiamo per la fede, Dio ci guarda, Cristo e i
suoi angeli assistono: * è onore e gioia per noi lottare sotto
lo sguardo di Dio, ricevere il premio da Cristo giudice.
V. Raccogliamo le forze, prepariamoci alla lotta con spirito
puro, con fede e coraggio, con dedizione totale:
R. è onore e gioia per noi lottare sotto lo sguardo di Dio,
ricevere il premio da Cristo giudice.
Orazione
O Dio, che nel sangue dei martiri hai posto il seme di nuovi
cristiani, concedi che il mistico campo della Chiesa, fecondato
dal sacrificio di san Carlo Lwanga e dei suoi compagni, produca
una mèsse sempre più abbondante, a gloria del tuo nome. Per il
nostro Signore.
R. Amen
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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