XIII SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI
- SABATO
Antifona d'Ingresso Sal 46,2
Popoli tutti, battete le mani,
acclamate a Dio con voci di gioia.
Omnes gentes, pláudite mánibus,
iubiláte Deo in voce exsultatiónis.
Colletta
O Dio, che ci hai reso figli della luce con il tuo Spirito di
adozione, fa' che non ricadiamo nelle tenebre dell'errore, ma
restiamo sempre luminosi nello splendore della verità. Per il
nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e
regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...
Deus, qui, per adoptiónem grátiæ, lucis nos esse fílios voluísti,
præsta, quæsumus, ut errórum non involvámur ténebris, sed in
splendóre veritátis semper maneámus conspícui. Per Dóminum.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Gn 27,
1-5. 15-29
Giacobbe soppiantò il fratello e carpì la benedizione che
aspettava a lui.
Dal libro della Gènesi
Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che
non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse:
«Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Vedi, io sono
vecchio e ignoro il giorno della mia morte. Ebbene, prendi le
tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia
per me della selvaggina. Poi preparami un piatto di mio gusto e
portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di
morire». Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio
Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da
portare a casa.
Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che
erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio
minore, Giacobbe; con le pelli dei capretti rivestì le sue
braccia e la parte liscia del collo. Poi mise in mano a suo
figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.
Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose:
«Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». Giacobbe rispose al padre:
«Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai
ordinato. Àlzati dunque, siediti e mangia la mia selvaggina,
perché tu mi benedica». Isacco disse al figlio: «Come hai fatto
presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me
l’ha fatta capitare davanti». Ma Isacco gli disse: «Avvicìnati e
lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio
il mio figlio Esaù o no».
Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e
disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le
braccia di Esaù». Così non lo riconobbe, perché le sue braccia
erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo
benedisse. Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?».
Rispose: «Lo sono». Allora disse: «Servimi, perché possa
mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene
servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve.
Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicìnati e baciami, figlio
mio!». Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli
abiti di lui e lo benedisse:
«Ecco, l’odore del mio figlio
come l’odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
Dio ti conceda rugiada dal cielo,
terre grasse, frumento
e mosto in abbondanza.
Popoli ti servano
e genti si prostrino davanti a te.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 134
Lodate il Signore, perché il Signore è buono.
Lodate il nome del Signore,
lodatelo, servi del Signore,
voi che state nella casa del Signore,
negli atri della casa del nostro Dio.
Lodate il Signore, perché il Signore è buono;
cantate inni al suo nome, perché è amabile.
Il Signore si è scelto Giacobbe,
Israele come sua proprietà.
Sì, riconosco che il Signore è grande,
il Signore nostro più di tutti gli dèi.
Tutto ciò che vuole
il Signore lo compie in cielo e sulla terra,
nei mari e in tutti gli abissi.
Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
+ Vangelo
Mt
9, 14-17
Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo
sposo è con loro?
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e
gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte,
mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in
lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo
sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un
pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo
porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né
si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli
otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa
vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si
conservano».
Sulle Offerte
O Dio, che per mezzo dei segni sacramentali compi l'opera della
redenzione, fa' che il nostro servizio sacerdotale sia degno del
sacrificio che celebriamo. Per Cristo nostro Signore.
Deus, qui mysteriórum tuórum dignánter operáris efféctus, præsta,
quæsumus, ut sacris apta munéribus fiant nostra servítia. Per
Christum.
Antifona alla Comunione Sal 102,1
Anima mia, benedici il Signore:
tutto il mio essere benedica il suo santo nome.
Bénedic, ánima mea, Dómino,
et ea quæ intra me sunt nómini sancto eius..
Oppure:
Gv 17,20-21
«Padre, prego per loro,
perché siano una cosa sola,
e il mondo creda che tu mi hai mandato»,
dice il Signore.
Pater, pro eis rogo, ut ipsi in nobis unum sint,
ut credat mundus
quia tu me misísti, dicit Dóminus.
Dopo la Comunione
La divina Eucaristia, che abbiamo offerto e ricevuto, Signore,
sia per noi principio di vita nuova, perché, uniti a te
nell'amore, portiamo frutti che rimangano per sempre. Per Cristo
nostro Signore.
Vivíficet nos, quæsumus, Dómine, divína quam obtúlimus et
súmpsimus hóstia, ut, perpétua tibi caritáte coniúncti, fructum
qui semper máneat afferámus. Per Christum. |