166. Necessità di
parlare spesso del Battesimo
Da quanto abbiamo detto intorno ai sacramenti in generale si
può ricavare quanto sia necessario, per ben intendere la dottrina e ben
esercitare la pietà cristiana, capire quel che la Chiesa propone a
credere su ciascuno di essi. Ma leggendo l'Apostolo con maggiore
attenzione, ognuno ne dedurrà con sicurezza quanto sia necessaria ai
fedeli una perfetta cognizione del Battesimo. Egli, con frequenza e con
parole solenni e piene dello spirito di Dio, rinnova la memoria di
questo mistero, ne rileva la divinità e ci pone con esso sotto gli occhi
la morte, la sepoltura e la risurrezione del Redentore, per farne
oggetto di contemplazione e di imitazione (Rm 6,3 1Co 6,11 1Co 12,13
Ga 3,27 Col 2,12).
I Parroci quindi non pensino mai di avere speso troppe fatiche e troppo
zelo nel trattare di questo sacramento; colgano anzi l'occasione di
parlarne anche al di fuori di quei giorni in cui, secondo la tradizione,
si dovrebbero in maniera tutta speciale spiegare i divini misteri del
Battesimo, cioè nel sabato di Pasqua e Pentecoste, quando la Chiesa, un
tempo, soleva con grande devozione e solennissime cerimonie amministrare
questo sacramento. Per esempio, sarebbe assai opportuna la circostanza
quando, dovendo amministrare il Battesimo a qualcuno, essi notino
l'intervento di molto popolo per assistere alla cerimonia. Sarà allora
molto facile, se non richiamare tutti i capi che si riferiscono a questo
sacramento, almeno spiegare l'uno o l'altro elemento, cosicché i fedeli
vedano espressa dalle cerimonie battesimali la dottrina che ascoltano, e
la meditino con animo attento e devoto. Ne seguirà che ognuno, colpito
da quello che vede compiere su di un altro, riandrà dentro di sé
all'obbligazione contratta con Dio nel ricevere il Battesimo, e insieme
si domanderà se la sua vita e i costumi lo mostrino quale esigerebbe la
sua professione di cristiano.
167.
I vari nomi del
Battesimo
Affinché quanto dovrà essere insegnato riceva la spiegazione più limpida
possibile, dopo avere fissato il significato del vocabolo, mostreremo
quali siano la natura e la sostanza del Battesimo. Tutti sanno che
battesimo è parola greca, la quale indica nella sacra Scrittura non
solamente l'abluzione connessa col sacramento, ma ogni genere di
abluzione (2Es 4,23; Mc 7,4-8 He 9,10), e perfino la passione (Mc
10,38 Lc 12 Lc 50). Tuttavia negli scrittori ecclesiastici esprime
non un qualsiasi lavacro corporale, ma il lavacro unito al sacramento,
accompagnato dalla prescritta formula verbale. In questo significato
appunto l'hanno di frequente usata gli apostoli, in seguito
all'istituzione di nostro Signor Gesù Cristo.
I santi Padri hanno adoperato anche altri vocaboli per esprimere il
medesimo rito: sant'Agostino, per esempio, lo denomina sacramento della
fede, poiché chi lo riceve, fa professione di fede integrale nella
religione cristiana. Altri lo denominarono illuminazione; poiché la fede
professata nel Battesimo irradia i cuori di luce. Già l'Apostolo del
resto aveva detto, alludendo all'istante del Battesimo: Ricordate i
primi giorni, quando, dopo essere stati illuminati, affrontaste la grave
prova delle afflizioni (He 10,32). E il Crisostomo, nel discorso
ai battezzati (Jn Cr. 10,5), parla promiscuamente di purificazione, in
quanto mediante il Battesimo eliminiamo il vecchio fermento e ci
trasformiamo in una nuova sostanza (1Co 5,7); parla pure di
sepoltura, di piantagione e di croce di Cristo. La giustificazione di
tutti questi appellativi può desumersi dalla lettera di san Paolo ai
Romani (Rm 6,4). E' chiaro pure perché san Dionigi chiami il
Battesimo inizio dei santissimi precetti (Della Gerarch. eccl. 2).
Questo sacramento infatti è come la porta che dischiude l'adito alla
partecipazione della vita cristiana, e da esso prende inizio la nostra
obbedienza ai divini comandamenti. Tutto ciò dovrà essere brevemente
spiegato a proposito del nome.
168.
Definizione del
Battesimo
Parecchie definizioni del Battesimo possono ricavarsi dagli scrittori
ecclesiastici. Più conveniente e opportuna di ogni altra appare però
quella tratta dalle parole del Signore in san Giovanni e dell'Apostolo
agli Efesini. Il Salvatore dice: Chi non rinascerà dall'acqua e dallo
Spirito santo non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5). E
l'Apostolo, alludendo alla Chiesa, afferma che Gesù l'ha purificata in
un lavacro d'acqua con la parola di vita (Ep 5,26). Ne risulta
che il Battesimo può giustamente essere definito il sacramento della
rigenerazione mediante l'acqua e la parola. Noi nasciamo da Adamo figli
d'ira per natura (Ep 2,3); ma in virtù del Battesimo rinasciamo
in Cristo figli di misericordia, poiché a quanti lo accolsero, ai
credenti nel suo nome, diede potere di diventare figli di Dio: i quali,
non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio
sono nati (Jn 1,13).
Del resto, quali che siano i vocaboli con cui piacerà di fissare la
natura del Battesimo, importa sopra tutto insegnare al popolo che questo
sacramento consiste, come sempre dichiararono i santi Padri, in una
abluzione, alla quale devono essere applicate, secondo l'istituzione del
Salvatore, determinate e solenni parole (Mt 28,19).
Ciò emerge fra l'altro dalla nettissima testimonianza di sant'Agostino:
La parola si applica all'elemento, e si ha il sacramento (In Jn tr. LXXX,3).
Speciale diligenza dovrà essere usata in tale spiegazione, affinché i
fedeli non cadano nell'errore di credere, come suoi dirsi volgarmente,
che l'acqua stessa, conservata nel sacro fonte per l'amministrazione del
Battesimo, costituisca il sacramento. Esso invece è compiuto solo quando
l'acqua viene usata per lavare qualcuno, pronunziando insieme le parole
stabilite da nostro Signore.
E poiché, come abbiamo detto da principio parlando genericamente di
tutti i sacramenti, ciascuno di questi consta di materia e di forma, i
Pastori dovranno mostrare quali esse siano nel Battesimo.
169.
Materia del
Battesimo
Materia, o elemento di questo sacramento è ogni genere di acqua
naturale, sia di mare come di fiume, di palude, di pozzo o di fonte:
quella che suoi dirsi acqua, senza aggettivi specificativi. Insegno
infatti il Salvatore: Chi non rinascerà per acqua e Spirito santo, non
può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5). E l'Apostolo: La Chiesa è
stata purificata in un bagno di acqua (Ejes. 5,26). Nella lettera di san
Giovanni leggiamo: Tre sono i testimoni sulla terra: lo Spirito, l'acqua
e il sangue (1Jn 5,8). E altre testimonianze della Scrittura lo
confermano.
A questo proposito la frase di Giovanni Battista, secondo la quale il
Signore doveva venire per battezzare nello Spirito santo e nel fuoco (Mt
3,11), non deve affatto essere riferita alla materia del Battesimo.
Essa si riferisce all'azione interiore dello Spirito santo, o
sicuramente al miracolo avvenuto il giorno della Pentecoste, quando lo
Spirito santo scese dal cielo sugli apostoli sotto l'aspetto di fuoco (Ac
2,3). Il fatto era stato predetto in altro luogo da nostro Signor G.
Cristo con le parole: Giovanni battezzo in acqua; voi però sarete
battezzati nello Spirito santo, di qui a non molti giorni (Ac 1,5).
Possiamo ricavare dalle sacre Scritture che la medesima verità era già
stata indicata da Dio nei simboli e negli oracoli profetici. Il Principe
degli apostoli nella sua prima lettera (1P 3,20) mostra come il
diluvio, da cui il mondo fu purificato, quando la malvagità degli uomini
era giunta al colmo e la preoccupazione di ogni cuore avviata al male (Gn
6,5), racchiudeva la figura e l'immagine di quest'acqua. San Paolo
poi, scrivendo ai Corinzi, mostra come il passaggio del Mar Rosso è una
figura della medesima acqua (1Co 10,1). Senza dir poi del lavacro
del siriano Naaman (2R 5,14), né della mirabile efficacia della
piscina probatica (Jn 5,2), né di molti altri episodi affini, in
cui è facile scorgere il simbolo di questo mistero.
Nel dominio poi delle profezie nessuno può revocare in dubbio che le
acque, a cui con tanto zelo Isaia invita tutti gli assetati (Is 4,1),
o quelle che Ezechiele vide in ispirito zampillare dal tempio (Ez
47,1), o la fonte che Zaccaria preannunciò alla stirpe di Davide e
agli abitanti di Gerusalemme per la purificazione del peccatore e della
donna impura (Za 13,1), vogliano alludere alla salutifera acqua
battesimale.
Scrivendo ad Oceano, san Girolamo espone con molti argomenti quanto bene
rispondesse alla natura e all'efficacia del Battesimo che l'acqua fosse
prescelta come sua materia (Lett. CXIX,6). I Pastori potranno accennare
in proposito alla circostanza, che essendo questo sacramento
indispensabile a tutti per il conseguimento della vita, l'acqua era la
materia più opportuna, trovandosi dovunque, e da tutti potendosi
facilmente procurare. In secondo luogo, l'acqua esprime magnificamente
l'effetto del Battesimo. Come infatti l'acqua elimina la sporcizia, così
può indicare l'azione efficace del Battesimo, mediante il quale sono
cancellate le macchie dei peccati. Infine, come l'acqua è l'elemento più
indicato per rinfrescare i corpi, così mediante il Battesimo si estingue
in gran parte il fuoco delle passioni.
Dobbiamo però osservare che, sebbene l'acqua semplice, priva di ogni
altro elemento commisto, è materia atta all'amministrazione del
sacramento, quando sia urgente amministrarlo, tuttavia in base a una
tradizione apostolica, la Chiesa cattolica ha sempre rispettato l'uso di
unirle il sacro crisma, quando il Battesimo viene amministrato con
solennità, affinché l'effetto del sacramento fosse meglio espresso.
Infine, sebbene talora vi possa essere qualche dubbio, se questa o
quella sia la vera acqua più idonea al sacramento, si dovrà rilevare
assolutamente che il sacramento del Battesimo non può essere mai e per
nessuna ragione amministrato con altra materia, che non sia l'acqua
naturale.
170.
Forma del
Battesimo
Spiegata diligentemente l'una delle due parti del Battesimo, e
precisamente la materia, i Pastori cercheranno di illustrare con la
medesima diligenza la seconda parte, ugualmente necessaria: ossia la
forma. Porranno singolare cura e zelo in tale spiegazione del
sacramento, non solo perché la conoscenza di così sacro mistero può
naturalmente recare vivo diletto ai fedeli, come si verifica sempre in
ogni studio delle cose divine, ma anche perché giova enormemente nelle
contingenze quasi quotidiane. Come meglio mostreremo a suo luogo, si
offrono innumerevoli circostanze, nelle quali è necessario che il
Battesimo sia amministrato da gente del popolo, spessissimo anche da
donne. Occorre dunque che tutti i fedeli senza distinzione conoscano
bene quanto si riferisce alla sostanza di questo sacramento.
I Pastori dunque, con parole chiare e accessibili a tutti, diranno che
questa è la forma perfetta e assoluta del Battesimo: " Io ti battezzo
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo ". Così stabili il
nostro Signore e Salvatore, quando comando agli apostoli: " Andate a
istruire tutte le genti battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo" (Mt 28,19). Dall'espressione, battezzandole,
la Chiesa cattolica, divinamente illuminata, dedusse con ragione che
nella forma di questo sacramento doveva essere significata l'azione del
ministro; per questo è detto: " Io ti battezzo ". E poiché era
necessario indicare, oltre la persona del ministro, quella del
battezzato e la causa principale operatrice nel Battesimo, furono
aggiunti il pronome " ti ", e la menzione specificata delle tre Persone
divine. Sicché la forma completa del sacramento è contenuta, come
abbiamo detto, nelle parole: " Io ti battezzo nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito santo ". Che non la sola Persona del Figlio, di
cui scrisse Giovanni: Questi è che battezza (Jn 1,33), bensì
tutte le Persone della santa Trinità operano insieme nel sacramento del
Battesimo. Il dire: " nel nome ", invece che " nei nomi ", esprime
l'unica natura e divinità della Trinità. Qui infatti il nome si
riferisce non già alle Persone, ma alla sostanza, alla virtù, alla
potenza: una e identica nelle tre Persone.
171. Che cosa è necessario nella forma
A
proposito di questa forma, che abbiamo mostrato integra e perfetta, si
deve notare che alcune sue parti sono così strettamente necessarie, che
se si omettono, il sacramento non si compie; altre invece non sono così
essenziali che, mancando, rendano nullo il valore del sacramento. Così è
il pronome io, il valore del quale è implicito nella parola battezzo.
Nella Chiesa Greca, anzi, cambiata la frase, esso fu soppresso, pensando
che l'accenno al ministro non fosse affatto necessario. La forma
consueta del Battesimo per i greci è così concepita: Sia battezzato il
servo di Cristo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Il
concilio Fiorentino sentenzio e definì valido il sacramento così
amministrato, essendo abbastanza spiegata da quella formula la vera
natura del Battesimo, cioè il lavacro compiuto in quel momento.
Si deve forse riconoscere che vi fu un periodo nel quale gli apostoli
battezzarono semplicemente nel nome di nostro Signor Gesù Cristo. E noi
dobbiamo allora ritenere per certo che così fecero per ispirazione dello
Spirito santo, affinché sugli albori della nascente Chiesa la loro
predicazione fosse meglio illustrata dal nome di Gesù Cristo e più
ampiamente fosse esaltata la sua divina e immensa virtù (Ac 2,38 Ac
8,12). Del resto, a ben considerare la cosa, comprendiamo
agevolmente che in tale formula non manca nessuna delle parti prescritte
dallo stesso Salvatore; infatti chi nomina Gesù Cristo,
contemporaneamente esprime la Persona del Padre da cui riceve l'unzione,
e quella dello Spirito santo, nel quale la riceve.
Dopo tutto è lecito mettere in dubbio che gli apostoli abbiano mai
usato, nel battezzare, simile formula. Se vogliamo seguire l'autorevole
interpretazione di S. Ambrogio (Dello Spirito Santo, I,3) e di S.
Basilio (Dello Spinto santo, 12), padri di così insigne santità e
autorità, con la frase relativa al battesimo conferito nel nome di Gesù
Cristo si sarebbe voluto solo indicare il Battesimo istituito da nostro
Signor Gesù Cristo, distinto da quello di Giovanni. Sicché gli apostoli
non si sarebbero discostati dalla formula usuale contenente i nomi
distinti delle tre Persone. Anche san Paolo nella Lettera ai Galati
adopera questo modo di esprimersi, dicendo: Tutti voi che siete stati
battezzati in G. Cristo, vi siete rivestiti di Cristo (Ga 3,27).
E vuoi significare semplicemente che erano stati battezzati nella fede
di G. Cristo, non già con una forma diversa da quella imposta dallo
stesso Salvatore e Signor nostro.
172.
I tre tipi di
abluzione
Basterà quanto sopra all'istruzione dei fedeli circa la materia e la
forma, elementi sostanziali e fondamentali del Battesimo. Ma
nell'amministrazione del Sacramento occorre anche rispettare le modalità
dell'abluzione prescritta. Quindi i Pastori dovranno impartire
l'istruzione anche su questo argomento. Dovranno cioè brevemente
spiegare come, secondo la comune consuetudine ecclesiastica, il
Battesimo può essere amministrato in uno di questi tre modi: immergendo
nell'acqua il candidato, o versando dell'acqua sopra di lui, o
aspergendolo d'acqua.
Qualunque dei tre sia il rito osservato, dobbiamo credere che il
Battesimo è regolarmente compiuto. Infatti l'acqua è adoperata nel
Battesimo per esprimere l'abluzione dell'anima che esso opera; e per
questo il Battesimo è detto dall'Apostolo lavacro (Ep 5,26). Ora
l'abluzione non cessa di esser tale, sia che uno si immerga nell'acqua,
come fu praticato a lungo nei primi tempi della Chiesa; sia che riceva
dell'acqua versata, come è usato oggi; sia che ne riceva l'aspersione,
come risulta aver fatto san Pietro, quando in un solo giorno converti e
battezzo tre mila individui (Ac 2,41).
Non ha importanza che l'abluzione sia unica o triplice. Risulta
chiaramente dalla lettera di san Gregorio Magno a Leandro che l'una e
l'altra maniera di conferire il Battesimo è stata in vigore nella
Chiesa, e può esserlo tuttora (lib. I, lett. 43). Ad ogni modo, i fedeli
si uniformeranno al rito seguito nella loro chiesa. Occorre piuttosto
ammonire che deve essere bagnata non una qualsiasi parte del corpo, ma
precisamente il capo, centro di tutti i sensi esterni e interni; e chi
battezza deve pronunziare le parole della forma sacramentale nel momento
stesso in cui si compie l'abluzione, e non prima, né dopo.
173. Istituzione del
Battesimo
Dopo aver esposto tutto ciò, converrà insegnare e ricordare ai
fedeli che il Battesimo, come tutti gli altri sacramenti, fu istituito
da nostro Signore Gesù Cristo. I Pastori torneranno di frequente su
questo punto, spiegando i due momenti del Battesimo: il primo, quando il
Salvatore lo istituì; il secondo, quando impose l'obbligo di riceverlo.
Il Battesimo risulta istituito dal Signore quando egli stesso,
battezzato da Giovanni, infuse nell'acqua la capacità di santificare.
Secondo san Gregorio Nazianzeno (Discorsi XXXVIII,16) e sant'Agostino
(Discorsi, CXXXVI,1), in quell'istante appunto l'acqua ricevette la
capacità di generare alla vita spirituale. Altrove lo stesso
sant'Agostino ha scritto: Da quando Gesù Cristo si immerse nell'acqua,
l'acqua cancella tutti i peccati (Discorsi, CXXV,4). E ancora: il
Signore si fa battezzare, non perché bisognoso di purificazione, ma
perché le acque, purificate al contatto della sua carne immacolata,
acquistino la forza di lavare spiritualmente (In Lc lib. 11, n. 83).
Tale verità apparisce dal fatto che in quel momento la santissima
Trinità, nel nome della quale il Battesimo viene amministrato, manifesto
chiaramente la sua presenza (Mt 3,26 Mc 1,20 Lc 3,21). Fu
percepita infatti la voce del Padre; la persona del Figlio era presente;
lo Spirito santo discese in forma di colomba. Inoltre si dischiusero i
cieli, di cui appunto il Battesimo ci apre l'accesso. Oltrepassa la
capacità della nostra intelligenza il sapere in che modo così insigne e
divina virtù sia stata dal Signore infusa nelle acque. Ma sappiamo senza
ombra di dubbio che, avendo il Signore ricevuto il Battesimo, l'acqua
rimase consacrata per il salutifero uso battesimale dal contatto del suo
corpo purissimo e immacolato. Perciò dobbiamo credere che per quanto
istituito prima della passione, questo sacramento già da allora
attingeva forza e virtù dalla passione stessa, essendo questa il fine di
tutte le azioni di Gesù Cristo.
Né sussiste possibilità di dubbio sul tempo, in cui fu emanato il
precetto del Battesimo.
Gli scrittori ecclesiastici sono concordi nel
ritenere che tutti gli aspiranti alla salvezza eterna cominciarono ad
essere vincolati dal precetto del Battesimo nell'istante in cui, dopo la
resurrezione, il Signore comando agli apostoli: Andate ad istruire tutte
le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
santo (Mt 28,19). Ciò risulta dalla testimonianza autorevole del
Principe degli apostoli: Ci rigenero in una speranza viva, con la
resurrezione di Gesù Cristo dai morti (1P 1,3). Si può arguire
pure da san Paolo: Diede se stesso per lei (ossia per la Chiesa), per
santificarla, purificandola in un lavacro d'acqua, con la parola (Ep
5,26). L'uno e l'altro apostolo infatti fissano l'obbligo del
Battesimo al tempo che segui la morte del Signore. Per cui appare
ragionevole riferire al periodo che doveva seguire la passione, le
parole stesse del Salvatore: Chi non rinascerà per acqua e Spirito
santo, non può entrare nel regno di Dio (Jn 3,5).
Se i Pastori esporranno con cura queste verità, i fedeli riconosceranno
indubbiamente la straordinaria dignità del Battesimo, e concepiranno per
esso la più schietta venerazione. Rifletteranno sopra i ricchi e
magnifici doni, simboleggiati nei miracoli verificatisi nell'istante in
cui nostro Signor Gesù Cristo fu battezzato, e che sono distribuiti a
tutti i battezzati per intima virtù dello Spirito santo. In verità, se i
nostri occhi, come quelli del servo di Eliseo (2R 6,17), si
aprissero in modo da scorgere le celesti realtà, certamente nessuno
sarebbe così stolto da non essere portato alla più intensa ammirazione
dei divini misteri battesimali. Perché non pensare che lo stesso possa
accadere, qualora i Pastori spieghino le ricchezze del Battesimo, in
modo da rendere i fedeli capaci di contemplarle, non certo cogli occhi
corporei, ma con lo sguardo dell'intelletto, illuminato dallo splendore
della fede?
174. Triplice
categoria di ministri del Battesimo
E
ora non soltanto utile, ma necessario, mostrare da quali ministri debba
essere conferito il Battesimo, sia perché coloro cui principalmente è
affidata tale funzione cerchino di adempierla con sentimento di pia
religiosità, sia per evitare che qualcuno, valicando i propri confini,
penetri disordinatamente, o irrompa audacemente in terreno non proprio.
Ammonisce infatti, l'Apostolo di rispettare l'ordine stabilito in tutte
le cose (1Co 14,40).
Si deve dunque insegnare ai fedeli che vi sono tre categorie di ministri
del Battesimo.
Alla prima appartengono i vescovi e i sacerdoti, ai quali
spetta di diritto, non in virtù di un potere straordinario, compiere
simile ufficio. Ad essi, nella persona degli apostoli, fu comandato dal
Signore: Andate e battezzate (Mt 28,19). In pratica poi i vescovi
usarono rilasciare il ministero battesimale ai sacerdoti, per non essere
costretti a trascurare il più grave dovere della istruzione. I sacerdoti
del resto compiono tale funzione per diritto proprio, sicché possono
amministrare il Battesimo anche alla presenza del vescovo, come risulta
dalla dottrina dei Padri e dalla prassi della Chiesa. Se infatti i
sacerdoti furono istituiti per la consacrazione dell'Eucarestia,
sacramento di pace e di unità, era naturale che fosse loro concessa la
facoltà di amministrare tutti i mezzi necessari a ciascuno per
partecipare a quella pace e a quella unità. Qualche Padre, è vero,
sostenne che i sacerdoti non posseggono l'autorità di battezzare, senza
il permesso del vescovo; ma tale restrizione deve intendersi di quel
Battesimo che, secondo l'uso, viene amministrato solennemente in
determinati giorni dell'anno. I diaconi rappresentano la seconda
categoria di ministri. Molte testimonianze dei santi Padri assicurano
che ad essi non è lecito amministrare il Battesimo, senza permesso del
vescovo, o del sacerdote.
Infine alla terza categoria appartengono coloro che in caso di necessità
possono battezzare, senza lo spiegamento solenne delle cerimonie. In
questo numero rientrano tutti, anche le persone del volgo, maschi o
femmine, a qualsiasi setta appartengano. Quando urge il bisogno, anche
agli ebrei, ai pagani e agli eretici è permesso di battezzare, purché si
propongano di compiere quello che compie la Chiesa cattolica
nell'amministrazione del sacramento. Numerosi decreti di Padri e di
Concili garantiscono questa possibilità; e il sacro concilio di Trento
emano sentenza di scomunica contro chi sostenga che il Battesimo
amministrato dagli eretici nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito santo, con l'intenzione di fare quel che fa la Chiesa, non è un
vero Battesimo.
Possiamo ammirare in questo l'infinita bontà e sapienza di nostro
Signore. Dovendo tutti necessariamente ricevere questo sacramento, Egli
scelse per materia l'acqua, l'elemento più comune che esista; e non
volle escludere nessuno dalla capacità di amministrarlo. Naturalmente
non a tutti è consentito svolgere le solenni cerimonie, perché queste
rivestono, non già maggiore dignità, bensì minore necessità del
sacramento. Si badi inoltre che tale facoltà non spetta a tutti in modo
generico; ma si deve rispettare una certa gerarchia di ministri. Né la
donna qualora siano presenti degli uomini, né un laico alla presenza di
un chierico, né infine un chierico alla presenza di un sacerdote, si
arrogheranno il diritto di amministrare il Battesimo. Però non sono da
rimproverarsi le levatrici, che sogliono battezzare qualche volta, anche
alla presenza di un uomo per nulla pratico di simile amministrazione
sacramentale, e compiono un rito che normalmente sarebbe più appropriato
ad un uomo.
175.
Perché nel
Battesimo sono necessari i padrini
Oltre ai ministri che impartiscono il Battesimo e di cui abbiamo
trattato finora, per antichissima prassi della Chiesa cattolica è usanza
richiedere nella celebrazione del battesimo un'altra categoria di
ministri. Sono quelli che i teologi chiamavano in altri tempi, con
parola generica: difensori, responsabili, garanti; e che oggi si
chiamano padrini. I Pastori spiegheranno coscienziosamente il loro
ufficio, trattandosi di funzioni spettanti pressoché a tutti i laici,
affinché i fedeli comprendano ciò che è necessario per svolgerle bene.
Occorre innanzi tutto spiegare le ragioni, che indussero ad aggiungere
nel Battesimo ai ministri del sacramento i padrini o compari. Tali
ragioni appariranno decisive a chi ricordi che il Battesimo è una
rinascita spirituale, da cui usciamo figli di Dio. Così ne parla san
Pietro: Come neonati, desiderate il latte spirituale e puro (1P 2,2).
Come l'infante e il fanciullo hanno bisogno della nutrice e del pedagogo
per svilupparsi, educarsi, istruirsi col loro sussidio e la loro opera,
così è necessario che i neobattezzati, muovendo i primi passi nel
sentiero della vita spirituale, siano affidati alla fede e alla prudenza
di qualcuno, da cui attingeranno i precetti della religione cristiana e
l'iniziazione alle regole della pietà; cosicché adagio adagio crescendo
in Gesù Cristo assurgano alla qualità di uomini perfetti, con l'aiuto
del Signore. Infatti ai Pastori cui è affidata la pubblica cura delle
parrocchie, non rimane tanto tempo da poter assumere anche quella
privata della formazione religiosa dei fanciulli.
Abbiamo in san Dionigi una luminosa testimonianza su questa vetusta
consuetudine. Egli dice: Pensarono i nostri divini condottieri (così
egli chiama gli apostoli) e ritennero conveniente di provvedere ai
fanciulli in questa santa maniera: che i genitori naturali li
affidassero a persone dotte nelle verità divine, come a pedagoghi; sotto
la loro sorveglianza, come sotto gli occhi di un padre spirituale e di
un garante dell'eterna salvezza, trascorressero il resto della loro vita
(Della Jr eccl. VIII,3-11). L'autorità di Igino conferma la medesima
sentenza (presso Graz. 3d 4, 3, d. 4, e. 100).
176. Doveri dei
padrini
Con
molta sapienza la santa Chiesa stabili che un vincolo di affinità
stringa non solamente colui che battezza e il battezzato, ma anche il
padrino con colui che rileva al fonte battesimale, e con i suoi
genitori. Fra tutti costoro non sono possibili matrimoni legittimi e, se
già contratti, siano disciolti.
Inoltre i fedeli devono essere istruiti sul compito dei padrini. In
realtà questa materia nella Chiesa è così trascurata, che può dirsi non
sia rimasto ormai della delicata funzione altro che il nome; e gli
uomini non sembrano neppure sospettare gli elementi di santità che essa
implica. In linea generale i padrini riflettano assiduamente alla legge
strettissima, per cui i figli spirituali sono loro affidati per sempre;
quindi curino in essi quanto riguarda lo sviluppo della vita cristiana,
e si rivelino sempre nella vita, quali promisero di essere nella
cerimonia solenne. Ascoltiamo san Dionigi nell'atto di esprimere le
parole del padrino: Quando questo fanciullo sarà pervenuto alla
conoscenza delle sante verità, prometto di indurlo, con le mie assidue
esortazioni, a rinunciare a quanto è in conflitto con esse, a professare
ed eseguire i precetti divini, che oggi promette di rispettare. E
sant'Agostino: Ammonisco innanzi tutto voi, uomini e donne che teneste
fanciulli al Battesimo, di ricordarvi che vi siete fatti garanti per
loro presso Dio, quando li accoglieste al sacro fonte (presso Graz.
3D 4, 3, d. 4, e. 105).
E sommamente ragionevole, del resto, che colui il quale assunse un
incarico, mai si stanchi di adempierlo con diligenza. Chi si costituì
pedagogo e custode di un altro, non può tollerare che rimanga
abbandonato colui che fu accolto nella propria tutela e patrocinio,
finché lo sappia bisognoso di sorveglianza e di appoggio. Il medesimo
sant'Agostino, sempre parlando dei doveri dei padrini, riassume
brevemente gli insegnamenti da impartire ai figli spirituali: Devono
instillare in loro la custodia della castità, l'amore della giustizia e
della carità; innanzi tutto devono insegnare il Simbolo, l'Orazione
dominicale e il Decalogo, in una parola, i primi rudimenti della
religione cristiana (presso Graz., ibid.; Discorsi,168,3; 265,2; 267,4).
Ciò posto, non sarà difficile precisare a qual tipo di uomini non sia
affatto da confidarsi l'esercizio di questa santa tutela: sono quelli
che non vogliano adempierlo fedelmente o non sappiano farlo con
illuminata assiduità. Sono quindi assolutamente da escludere, oltre i
genitori, cui non è lecito assumere tale tutela, data la distanza che
separa la formazione spirituale da quella carnale, gli eretici, gli
ebrei, i pagani, la cui cura insistente è di annebbiare la verità della
fede col mendacio e di sovvertire tutta la religione cristiana.
Il Concilio di Trento ha stabilito che non più di un padrino assista al
fonte il battezzato, uomo o donna; o al massimo un uomo e una donna!.
Primo, per non turbare con la pluralità dei maestri, l'ordine della
iniziazione e della istruzione; in secondo luogo, per impedire che una
troppo complessa rete di affinità produca un arresto delle legittime
unioni matrimoniali fra gli uomini.
177. Necessità del
Battesimo anche per i bambini
La
conoscenza di tutte queste verità è senza dubbio utilissima ai fedeli.
Ma nessun insegnamento è più necessario di questo: che la legge del
Battesimo è prescritta dal Signore per tutti gli uomini. I quali, se non
rinascono a Dio con la grazia del Battesimo, sono procreati dai loro
genitori, siano questi fedeli o no, per la miseria e la morte eterna.
Molto spesso i Pastori dovranno commentare la sentenza evangelica: Chi
non rinascerà per acqua e Spirito santo, non può entrare nel regno di
Dio (Jn 3,5).
L'universale e autorevole sentenza dei Padri dimostra che questa legge
va applicata non solo agli adulti, ma anche ai fanciulli, e che la
Chiesa ha ricevuto simile interpretazione dalla tradizione apostolica.
Come si potrebbe credere del resto che nostro Signor Gesù Cristo abbia
voluto negare il sacramento e la grazia del Battesimo a quei bambini, di
cui disse un giorno: Lasciate i fanciulli, e non impedite loro di venire
a me; che di tali è il regno dei cieli? (Mt 19,14); e che
abbracciava, benediva, accarezzava? (Mc 10,16). Inoltre, quando
leggiamo che Paolo battezzo un'intera famiglia, apparisce chiaro che
anche i fanciulli di quella furono bagnati al fonte della salvezza (1Co
1,16 Ac 16,33).
Inoltre la circoncisione, simbolo del Battesimo, raccomanda fortemente
tale consuetudine. E noto infatti che i fanciulli solevano essere
circoncisi nell'ottavo giorno dalla nascita. Nessun dubbio che se la
materiale circoncisione, con l'eliminazione di un elemento corporeo,
giovava ai bambini, ai medesimi dovrà recare giovamento il Battesimo,
che è la circoncisione di Gesù Cristo, non operata da mano di uomo (Col
2,11).
Finalmente, se è vero, come proclama l'Apostolo, che la morte ha esteso
il suo regno a causa della colpa di un solo individuo, a più forte
ragione coloro che ricevono l'abbondanza della grazia, dei doni e della
giustizia, devono regnare nella vita, per opera di un solo, Gesù Cristo
(Rm 5,17). Orbene: poiché a causa del peccato di Adamo i bambini
contraggono la colpa originale, a più forte ragione, per i meriti di
nostro Signor Gesù Cristo, potranno essi conseguire la grazia e la
giustizia, per regnare nella vita; cosa però impossibile senza il
Battesimo.
Perciò i Pastori insegneranno che i bambini devono assolutamente essere
battezzati. Poi, adagio adagio, la puerizia dovrà essere educata alla
vera pietà, inculcandole i precetti della religione cristiana. Poiché
disse il Savio: Quando l'adolescente abbia preso la sua via, non se ne
allontanerà più, neppure da vecchio (Pr 22,6). E non è lecito
porre in dubbio che i bambini battezzati ricevano realmente i sacramenti
della fede. Se ancora non credono con adesione positiva del loro
intelletto, si fanno forti però della fede dei genitori, se questi sono
credenti; se non lo sono, supplisce, per usare le parole di S. Agostino,
la fede della Chiesa, ossia della società universale dei santi (Lett. a
Bonif. XCVIII,5). In verità possiamo dire che essi sono offerti al
Battesimo da tutti coloro che bramano di offrirli, e per la carità dei
quali entrano a far parte della comunione dello Spirito santo.
Occorre esortare costantemente i fedeli perché portino i loro figli, non
appena possono farlo senza pericolo, alla chiesa e li facciano
battezzare con la solenne cerimonia. Si pensi che ai piccoli non è
lasciata alcuna possibilità di guadagnare la salvezza, se non è loro
impartito il Battesimo. Quanto grave dunque è la colpa di coloro che li
lasciano privi di questa grazia più del necessario, mentre la debolezza
dell'età li espone a innumerevoli pericoli di morte.
178.
Il Battesimo
degli adulti
Diverso metodo deve seguirsi, secondo l'antico uso ecclesiastico, a
proposito di adulti, che, nati da infedeli, hanno raggiunto il pieno uso
della ragione. Ad essi deve essere proposta la fede cristiana, e con
ogni cura devono essere esortati, spinti e condotti ad accoglierla.
Convertiti a Dio, dovranno poi essere ammoniti a non differire il
sacramento del Battesimo oltre il tempo fissato dalla Chiesa. Ricordando
il motto biblico: non ritardare di giorno in giorno la tua conversione
al Signore (Si 5,8), si mostrerà loro che la conversione perfetta
consiste nella rinascita battesimale. Inoltre si farà rilevare che
quanto più tardi accederanno al Battesimo, per altrettanto tempo
dovranno restare privi della partecipazione e della grazia degli altri
sacramenti, sostanza della religione cristiana, ai quali non si può
giungere senza il Battesimo. Infine così essi rimangono privi del più
grande frutto della rinascita battesimale: la cancellazione delle colpe
commesse e l'ornamento della grazia, col sussidio della quale è dato per
l'avvenire di evitare il peccato, e di custodire la giustizia e
l'innocenza; cose che costituiscono l'essenza di tutta la vita
cristiana.
Ciò nonostante fu consuetudine della Chiesa di non concedere subito a
questa classe di individui il sacramento del Battesimo; stabili al
contrario di ritardarlo per un certo tempo. Per essi del resto la
dilazione non implica il pericolo, che incombe per i bambini. In caso
improvviso di pericolo, chi ha l'uso della ragione, pur impossibilitato
a purificarsi nell'acqua sacramentale, può conseguire la grazia e la
giustizia col semplice proposito di ricevere a suo tempo il Battesimo,
unito al pentimento dei peccati commessi.
Questo ritardo comporta parecchi vantaggi. Innanzi tutto, dovendo la
Chiesa evitare con cura che qualcuno si avvicini al sacramento con animo
insincero ed ipocrita, c'è così modo di scandagliare la volontà di
coloro che chiedono il Battesimo. Proprio per questo fu stabilito da
antichi sinodi che coloro i quali passavano dal giudaismo alla fede
cattolica, prima di ricevere il Battesimo, trascorressero qualche mese
fra i catecumeni. In secondo luogo essi vengono meglio iniziati alla
dottrina della fede che dovranno professare, e alle regole della vita
cristiana. Infine si tributa al sacramento maggiore rispetto religioso,
ammettendo gli adulti al Battesimo solamente nei determinati giorni di
Pasqua e Pentecoste, con cerimonie solenni. Talora però ci sono ragioni
che vietano di differire il Battesimo, come il pericolo imminente di
morte, o la piena conoscenza che i destinati al Battesimo posseggono dei
misteri della fede. Così fecero Filippo e il principe degli apostoli: il
primo battezzando senza indugio l'eunuco della regina Candace (Ac
8,38); l'altro battezzando Cornelio (Ac 10,48), non appena
costoro enunciarono la loro adesione alla fede.
179. Disposizioni
per il Battesimo: l'intenzione e la fede
Il
popolo inoltre dovrà essere istruito sulle disposizioni di coloro che
devono ricevere il Battesimo. In primo luogo è necessario che vogliano e
si propongano positivamente di riceverlo. Nel Battesimo l'uomo muore al
peccato, e assume una nuova regola e una nuova forma di vita. E dunque
ragionevole che esso non venga amministrato ai riluttanti o a chi non lo
desidera, ma solamente a coloro che vi si accostano con animo spontaneo
e lieto. Una santa e costante tradizione vuole che a nessuno venga
impartito il Battesimo, se prima non è stato interrogato sulla sua
volontà di riceverlo.
Non si deve però pensare che tale volontà manchi in fanciulli ancora
privi di parola; non vi può esser dubbio infatti sulla volontà della
Chiesa che s'impegna per essi. Invece non si devono battezzare, se non
in pericolo di morte, i pazzi e i furiosi che, dopo essere stati
consapevoli di sé, persero poi la ragione, senza poter riscontrare in
essi alcuna volontà di ricevere il Battesimo. Qualora vi sia pericolo di
vita, se manifestarono in qualche modo tale volontà prima di impazzire,
siano battezzati; se no, si tralasci ogni amministrazione di Battesimo.
Lo stesso dicasi di chi è in coma. Infine, secondo l'esplicita e
autorevole consuetudine della Chiesa, coloro che non ebbero mai l'uso
della ragione e mai furono coscienti di sé, potranno essere battezzati
come i bambini privi di ragione, sulla fede della Chiesa stessa.
Oltre
la volontà del Battesimo e per le medesime ragioni, è pure necessaria,
al conseguimento della grazia sacramentale, la fede. Infatti il nostro
Salvatore ha detto: Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo (Mc
16,16).
180. La penitenza e
il proposito di non più peccare
Il
battezzando deve inoltre pentirsi delle colpe commesse e della sua vita
peccaminosa, proponendosi per l'avvenire di fuggire ogni peccato. Deve
quindi recisamente essere respinto chiunque chiedesse il Battesimo,
senza l'intenzione di sopprimere le proprie malvagie abitudini. Nulla è
più ripugnante alla virtù e alla grazia del Battesimo, che il contegno
morale di coloro, che non si propongono mai la cessazione del vivere
peccaminoso. Infatti poiché dobbiamo desiderare il Battesimo per
rivestirci di G. Cristo e unirci con lui (Ga 3,27), dovrà essere
tenuto lontano dalla sacra abluzione colui che ha in animo di persistere
nei vizi e nella colpa. Nulla, certamente, di ciò che riguarda G. Cristo
e la Chiesa deve essere adoperato invano. Ora, è chiaro che,
considerando la grazia della salvezza e della giustizia, il Battesimo è
del tutto privo di effetto in colui che voglia vivere secondo la carne e
non secondo lo spirito (Rm 8,4); sebbene costui riceva il
sacramento perfetto nella sua essenza, se si proponga, nell'atto del
rito, di ricevere quel che dalla santa Chiesa viene amministrato.
Il Principe degli apostoli appunto, alla folla che, secondo il racconto
scritturale, chiedeva col cuore compunto a lui e agli altri apostoli che
cosa dovesse fare, rispondeva: Fate penitenza e ciascuno di voi riceva
il Battesimo (Ac 2,37); e un'altra volta: Pentitevi e
convertitevi affinché siano cancellati i vostri peccati (Ac 3,17).
Anche san Paolo, scrivendo ai Romani, mostra chiaramente che chi riceve
il Battesimo deve morire del tutto alla colpa; e ci invita a non
abbandonare le nostre membra al peccato come strumenti di iniquità, ma a
darci a Dio, come risorti da morte (Rm 6,13).
Meditando di frequente tutto ciò, i fedeli saranno innanzi tutto
costretti ad ammirare fortemente la somma bontà di Dio, il quale, spinto
dalla sua sola misericordia, elargì a chi in nessun modo l'aveva
meritato il beneficio straordinario e divino del Battesimo. In secondo
luogo, ricordando quanto la loro vita, fregiata da si grande privilegio,
debba essere lontana da ogni genere di macchia, comprenderanno bene come
sia fondamentale dovere del cristiano vivere ogni giorno piamente e
religiosamente, come se in quello avesse conseguito il sacramento e la
grazia del Battesimo. Ad ogni modo per riscaldare potentemente gli animi
a sensi di genuina pietà, i Pastori esporranno con diligente parola gli
effetti di questo sacramento.
181.
Effetti del
Battesimo: il perdono dei peccati
Sarà bene tornare spesso su questo argomento, affinché i fedeli
riconoscano sempre meglio come siano stati elevati a una dignità
altissima, e mai consentano ad esserne sbalzati dalle insidie o attacchi
del nemico. Innanzi tutto occorre insegnare che la meravigliosa virtù di
questo sacramento cancella e condona ogni peccato, sia quello trasmesso
dai nostri progenitori, come ogni altro da noi commesso, per quanto
incredibilmente grave esso sia. Già molto tempo prima Ezechiele l'aveva
predetto, parlando così in nome del Signore: Versero sopra di voi
un'acqua pura, che vi monderà da ogni macchia (Ez 34,25). E
l'Apostolo, scrivendo ai Corinzi, dopo aver fatto una lunga enumerazione
di peccati, esclama: Tutto ciò voi foste; ma ora siete stati lavati e
santificati (1Co 6,11).
Questa, senza possibilità di incertezza, è la dottrina costante della
santa Chiesa. Ecco le parole di sant'Agostino, nell'opera consacrata al
Battesimo dei fanciulli: La generazione carnale ci fa contrarre
solamente il peccato d'origine; nella rinascita spirituale vengono
invece rimesse colla colpa originale anche le colpe volontarie (lib. I,
cap. 15, n. 20). San Girolamo scrive ad Oceano: Tutte le colpe vengono
perdonate nel Battesimo (Leti. LXIX,4). E, affinché non rimanesse alcuna
esitazione in proposito, il santo concilio Tridentino, dopo le
definizioni degli altri concili, sanziono la medesima dottrina,
lanciando l'anatema contro chiunque osasse sostenere il contrario, o
sofisticasse col dire che sebbene i peccati siano nel Battesimo
perdonati, in realtà non scompaiono del tutto e radicalmente, ma sono
come superficialmente cancellati, mentre le radici rimangono confitte
nell'animo. Ecco le parole del Concilio: Dio nulla trova da odiare nei
rinati; poiché nulla hanno di riprovevole coloro che col Battesimo
realmente si fecero seppellire di nuovo nella morte con G. Cristo, e non
procedono più secondo i dettami della carne. Essi si spogliarono della
vecchia natura umana e ne assunsero una nuova, creata secondo Dio. Ormai
sono divenuti innocenti, immacolati, puri, incolpevoli, cari a Dio (sess.
5,5).
182. Lo stimolo
della concupiscenza non è soppresso
Ma
nel medesimo punto il Concilio ribadisce autorevolmente che nei
battezzati sussiste ancora il fomite della concupiscenza. Esso però non
possiede alcun carattere di peccato. Secondo la sentenza dello stesso
sant'Agostino i pargoli sono nel Battesimo assolti dal reato della
concupiscenza, ma questa rimane per lo svolgimento della lotta morale. E
altrove scrive:Il reato della concupiscenza è cancellato col Battesimo;
l'infermità rimane. Infatti la concupiscenza, che deriva dal peccato,
altro non è che il moto dell'animo naturalmente in contrasto con la
ragione. Ma questa tendenza è del tutto immune da peccato, se non reca
con sé l'assenso volontario o una negligenza di sorveglianza. E quando
S. Paolo scrive: Avrei ignorato la concupiscenza, se la Legge non mi
avesse imposto di non aver cupidigie (Rm 7,7), intende parlare
non del vigore della concupiscenza, ma del vizio della volontà.
San Gregorio formulo la stessa dottrina, scrivendo: Nessuna teoria è più
anticristiana di quella che sostiene la sola superficiale scomparsa dei
peccati nel Battesimo. Il sacramento della fede trae l'anima
all'adesione con Dio, libera radicalmente dai vincoli del peccato (lib.
11, Leti. 45). E a sostegno della sua dichiarazione invoca le parole del
Salvatore: Chi è lavato, non ha bisogno di lavarsi che i soli piedi, ed
è tutto puro (Jn 13,10).
Chi vuole un'immagine espressiva e limpida di questa verità, rifletta
alla storia del lebbroso Naaman siro. Narra la Scrittura che, bagnatosi
sette volte nel Giordano, guarì cosi completamente della sua lebbra, che
la sua carne sembrava la carne di un fanciullo (2R 5,1).
Perciò l'effetto specifico del Battesimo è il perdono di tutti i
peccati, contratti per vizio di origine, o per nostra colpa.
Tralasciando ogni altra testimonianza, ricorderemo come il Principe
degli apostoli dichiari esplicitamente che appunto per questo esso fu
istituito dal nostro Signore e Salvatore: Pentitevi e ognuno di voi sia
battezzato nel nome di G. Cristo, per ottenere il perdono dei peccati (Ac
2,38).
183. Condono delle
pene dovute ai peccati
Col
Battesimo non solo vengono rimessi i peccati, ma vengono pure
benignamente condonate da Dio tutte le pene dovute alle colpe. Infatti
se tutti i sacramenti sono mezzi, mediante i quali viene comunicata
l'efficacia della passione di G. Cristo, del solo Battesimo l'Apostolo
disse che, ricevendolo, moriamo e siamo sepolti con G. Cristo (Rm 6,3).
In base a ciò la Chiesa ha sempre sostenuto che non è possibile, senza
grave offesa al sacramento, imporre al battezzando quelle opere di
pietà, che con parola corrente i santi Padri chiamarono opere
satisfattorie. Né ciò è in contrasto con l'uso dell'antica Chiesa, la
quale un tempo imponeva agli Ebrei che chiedevano il Battesimo un
digiuno di quaranta giorni. Con questa imposizione infatti la Chiesa non
intendeva far compiere un'opera di soddisfazione, ma semplicemente
ammonire gli aspiranti al Battesimo a concepire venerazione per la
dignità del sacramento, dedicandosi per un periodo di tempo ad assidui
digiuni e preghiere.
È certo dunque che il Battesimo condona le pene dei peccati. Nessuno
però viene esentato dalle pene, cui sia stato condannato in virtù di
sentenze civili, per qualche grave delitto. Chi è degno di morte, non
sfuggirà, in vista del Battesimo, alla pena fissata per legge. Ma sarà
sempre degna della più ampia lode la mitezza religiosa di quei sovrani,
i quali, per aggiungere decoro alla gloria di Dio nei sacramenti,
faranno grazia in tal caso ai rei e ai condannati.
Inoltre il Battesimo ci libera, dopo il corso di questa vita, da tutte
le pene inflitte per il peccato di origine. Noi infatti acquistammo il
diritto a questa liberazione in virtù della morte del Signore. Ora, nel
Battesimo, come abbiamo detto, noi moriamo con lui. Se, come dice
l'Apostolo, siamo stati innestati in lui nella somiglianza della sua
morte, lo saremo anche in quella della resurrezione (Rm 6,5).
184.
Nessuna
esenzione dalle miserie della vita
Potrà chiedere qualcuno: perché subito dopo il Battesimo non siamo
liberati, anche in questa vita, dai mali scaturiti dalla colpa, e
reintegrati in quel perfetto stato di vita goduto da Adamo, primo padre
degli uomini, antecedentemente al peccato? Perché non compie questa
trasformazione quel santo lavacro? Due ragioni possono addursi in
risposta.
La prima è questa: noi, congiunti mediante il Battesimo al corpo di
Cristo e divenuti suoi membri (Ep 5,30), non potevamo essere
insigniti di una dignità maggiore di quella, che è stata conferita al
nostro capo. Ora N.S. G. Cristo, per quanto in possesso fin dalla
nascita di ogni pienezza di grazia e di verità (Jn 1,14),
tuttavia non depose la fragilità della natura umana, da lui assunta,
prima di avere affrontato i tormenti della passione e la morte,
risorgendo poi alla gloria della vita immortale. E allora, qual
meraviglia se i fedeli, già in possesso della grazia della celeste
giustizia in virtù del Battesimo, continuano ad essere rivestiti di un
corpo fragile e caduco; e sono costretti ad affrontare copiose
sofferenze per Cristo, a subire la morte e aspettare il ritorno in vita,
per essere degni di godere con lui in sempiterno?
Ed ecco la seconda ragione per cui in noi rimangono anche dopo il
Battesimo la debolezza del corpo, le malattie, il sentimento del dolore,
i moti della concupiscenza. Ci si volle lasciare un'abbondante messe di
possibili meriti, per conseguire più ricco frutto di gloria e più
magnifici premi. Quando infatti tolleriamo con pazienza gli incomodi
della vita e con l'aiuto di Dio sottoponiamo i malvagi istinti del
nostro essere al giogo della ragione, dobbiamo farci forti della
speranza che se avremo combattuto come l'Apostolo la buona battaglia, se
avremo compiuto la corsa e conservata la fede, il Signore, giusto
giudice, ci darà la preparata corona della giustizia nel giorno
destinato (2Th 4,7).
Così del resto il Signore tratto i figli di Israele. Li libero dalla
servitù degli Egiziani, sommergendo nel mare il Faraone e il suo
esercito; ma non li introdusse subito nella terra beata della promessa;
anzi, li sottopose in antecedenza a molte e amare prove (Ex 14,24).
E anche dopo averli messi in possesso della terra promessa, pur
scacciando dalla loro dimora i primi abitanti, lascio qualche popolo che
non fu possibile distruggere, perché così non mancasse mai al popolo di
Dio l'occasione di esercitare la sua fortezza e il suo coraggio bellico
(Jg 9,1).
Inoltre, se attraverso il Battesimo, oltre i doni celesti che fregiano
l'anima, venissero elargiti anche beni corporali, si potrebbe sospettare
che molti l'avrebbero chiesto più per i vantaggi della vita presente,
che per la sperata gloria della vita futura (2Co 4,18). Il
Cristiano invece deve avere sempre dinanzi agli occhi non i falsi e
caduchi beni sensibili, ma i veri ed eterni, che sono invisibili.
Del resto anche l'attuale vita, satura com'è di miserie e di dolori, non
manca di gioie e di soddisfazioni. Dopo che il Battesimo ci ha innestati
a Cristo come tralci al ramo (Jn 15,5), non c'è nulla di più
dolce e desiderabile che prendere volenterosamente la croce sulle spalle
e seguire le sue orme. Nulla di più degno che superare coraggiosamente
fatiche e pericoli, per conseguire con ogni sforzo il premio della
divina chiamata. Essa sarà per alcuni l'alloro della verginità, per
altri la corona della dottrina e della predicazione, la palma del
martirio, o l'insegna trionfante di qualsiasi altra virtù (Ap 7,9,14;
Da 12,3). Simili titoli d'onore non potrebbero essere distribuiti,
se in antecedenza non avessimo attraversato questa vita di amarezze e
combattuto vittoriosamente l'aspra battaglia.
185. Effetti del
Battesimo:
infusione della grazia santificante e delle virtù
Per
tornare agli effetti del Battesimo, i Pastori dovranno far comprendere
come, in virtù di questo sacramento, non solo siamo liberati da quei
mali, che veramente sono i più gravi, ma siamo anche arricchiti di
singolari privilegi e favori. Infatti l'anima viene ricolmata della
grazia che ci solleva alla dignità di giusti, di figli di Dio, di eredi
dell'eterna salvezza. Sta scritto: Chi avrà creduto e sarà battezzato,
si salverà (Mc 16,16). E l'Apostolo dichiara che la Chiesa è
purificata nel lavacro dell'acqua, accompagnato dalla parola di vita (Ep
5,26).
Si tratta di una grazia, che, secondo la definizione del concilio
Tridentino, sanzionata dalla pena della scomunica, non solo rimette i
peccati, ma inerisce, come proprietà divina, all'anima, e, simile ad uno
splendore di luce che distrugge tutte le macchie delle anime nostre, le
rende più belle e più rilucenti (Sess. 6,7). La Scrittura del resto lo
fa intendere, quando dice che la grazia viene effusa (Rm 5,5), e
la definisce pegno dello Spirito santo (2Co 1,22).
Si aggiunge il nobilissimo corteggio di virtù, che accompagna
divinamente l'ingresso della grazia nell'anima. Scrive l'Apostolo a
Tito: Ci salvo mediante l'abluzione rigeneratrice e rinnovatrice dello
Spirito santo, diffuso copiosamente in noi per Gesù Cristo nostro
Salvatore (Tt 3,5). E sant'Agostino, commentando le parole:
diffuso copiosamente, le interpreta appunto come allusive al perdono
delle colpe e all'infusione delle virtù.
Per il Battesimo siamo congiunti intimamente con Cristo, come membra col
capo. Orbene, dal capo emana l'energia che muove le singole membra del
corpo al compimento delle rispettive funzioni. Così dalla pienezza di
Cristo rifluiscono nei giustificati quella divina virtù e quella grazia,
che ci rendono idonei a tutti i doveri della pietà cristiana.
Non desti sorpresa il fatto che, nonostante si copioso sussidio di doni,
non possiamo iniziare e compiere azioni pie e rette senza penose
difficoltà e sforzo intenso. Ciò non significa che non ci siano state
concesse, per beneficio divino, le virtù da cui scaturiscono le azioni.
Si deve dire piuttosto che anche dopo il Battesimo è restata la
possibilità dell'irriducibile duello fra la carne e lo spirito. Ma esso
non deve piegare o spezzare il coraggio del cristiano. Fiduciosi nella
misericordia divina, dobbiamo piuttosto sperare che, nell'esercizio
quotidiano del retto vivere, riusciamo a ritenere facile e piacevole
quanto è onesto, giusto, santo (Ph 4,8), pensandoci volentieri,
uniformandovi le nostre azioni, affinché il Dio della pace sia con noi (2Co
13,11).
186.
Effetti del
Battesimo: il carattere
Inoltre il Battesimo imprime nell'anima un carattere, che non potrà più
essere cancellato. Non ci diffonderemo molto in proposito: basterà
applicare quanto sopra è stato già detto, trattando dei sacramenti in
genere.
Però, ad evitare ogni equivoco, i Pastori ricorderanno spesso e
diligentemente ai fedeli che, appunto in base alla natura e alla forza
del carattere, la Chiesa ha definito che il sacramento del Battesimo non
può mai essere ripetuto. L'aveva già insegnato l'Apostolo dicendo: un
solo Signore, una sola fede, un solo Battesimo (Ep 4,5). E
scrivendo ai Romani, li esorta a far si che morti col Battesimo in
Cristo, non perdano la vita da lui ricevuta: Morendo per il peccato,
Cristo è morto una volta sola (Rm 6,10). In altre parole,
com'egli non può morire una seconda volta, neppure a noi è dato morire
di nuovo col Battesimo. Per questo la santa Chiesa proclama nettamente
di credere nella unicità del Battesimo, la quale del resto risponde alla
logica e alla realtà; poiché il Battesimo è una rinascita spirituale.
Ora come per virtù naturale siamo generati e nasciamo una sola volta;
cosicché secondo la frase incisiva di sant'Agostino, non ci è dato di
ritornare nell'utero materno, così unica deve essere pure la rinascita
spirituale; quindi il Battesimo non deve essere mai ripetuto.
187. Il Battesimo
sotto condizione
Non
si consideri però come una ripetizione del Battesimo l'uso ecclesiastico
di battezzare di nuovo, quando vi sia il sospetto che chi si presenta
sia stato già battezzato, usando la formula: Se sei stato battezzato,
non ti ribattezzo; ma se non sei stato ancora battezzato, ti battezzo
nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Non si tratta qui
di un Battesimo ripetuto, ma di un'amministrazione sacramentale fatta
con le giuste cautele. In proposito i Pastori baderanno ad alcuni
particolari, sui quali si manca pressoché ogni giorno, con gravissima
irriverenza al sacramento. Vi sono ministri che credono di non
commettere nulla di male, battezzando indifferentemente tutti con quella
clausola. Quando viene loro presentato un fanciullo, non si curano
affatto di sapere se sia già stato battezzato, e senz'altro amministrano
il Battesimo. C'è di peggio: pur sapendo che il sacramento è già stato
conferito in casa, non esitano a rinnovare il Battesimo condizionato in
chiesa con solenne cerimonia. Non possono farlo senza incorrere in un
sacrilegio e in quella indegnità, che i teologi chiamano irrego1arità.
In base ad un decreto di papa Alessandro 3, quella formula battesimale è
consentita solo quando, fatte le dovute inchieste, rimane qualche dubbio
che sia stato ricevuto il Battesimo valido. Altrimenti non è mai lecito
ribattezzare, neppure condizionatamente.
188.
Ultimo effetto
del Battesimo: apre le porte del cielo
Infine, oltre gli altri vantaggi conseguiti col Battesimo, ve n'è uno,
per ultimo, che sembra riassumerli tutti. Per esso a ciascuno di noi
viene riaperto l'ingresso del paradiso, già serrato dal peccato. Tutto
quello che la virtù del Battesimo opera in noi, può desumersi
agevolmente da quanto accadde, secondo il racconto evangelico, in
occasione del Battesimo del Salvatore. Si aprirono allora i cieli, e
apparve in forma di colomba lo Spirito santo, discendendo su G. Cristo
nostro Signore (Mt 3,16 Mc 1,10 Lc 3,22). Il miracolo significava
che ai battezzati sono elargiti i divini carismi e sono spalancate le
porte dei cieli; non perché v'entrino senz'altro nell'ora del Battesimo,
ma perché al momento opportuno conseguano la gloria, e, immuni da quelle
miserie che sono incompatibili con la beatitudine, raggiungano
l'immortalità, al posto della mortalità. Questi, dunque, sono i frutti
del battesimo; e, se guardiamo il sacramento in sé stesso, non si può
dubitare che vengano da tutti egualmente percepiti; se poi si riguardano
le disposizioni, con le quali i singoli individui si accostano a
riceverlo, bisogna pur confessare che alcuni li ricevono in maggiore,
altri in minore abbondanza.
189.
Le cerimonie
del Battesimo
Ricordiamo infine brevemente ma chiaramente quel che deve essere
insegnato circa le preci, i riti, le cerimonie che accompagnano questo
sacramento. L'avvertimento dell'Apostolo a proposito del dono delle
lingue: " E completamente inutile parlare, senza farsi intendere dai
fedeli ", può essere opportunamente applicato ai riti e alla liturgia,
che sono il simbolo e il segno di quanto nel sacramento si opera; se il
popolo credente ignora la forza e l'efficacia di quei segni, non sarà
grande in verità l'utile delle cerimonie. I Pastori perciò curino
assiduamente che i fedeli le comprendano, rendendoli persuasi che esse,
per quanto non strettamente necessarie, devono ad ogni modo essere
tenute in altissima stima e in grande onore. Ciò risulta dall'autorità
di chi le istituì, e precisamente dagli apostoli e dal fine che
presiedette alla loro istituzione. Così si ottenne infatti che il
sacramento fosse amministrato con maggiore pietà e venerazione e che
mettendo dinanzi agli occhi gli insigni doni che racchiude, gli infiniti
benefici del Signore colpissero più efficacemente l'animo dei fedeli.
Affinché i Pastori possano in questa spiegazione seguire un certo ordine
e i loro insegnamenti rimangano maggiormente impressi nella memoria del
loro gregge, sarà bene distribuire in tre classi le cerimonie e le
preci, che la Chiesa usa nell'amministrazione battesimale. La prima
abbraccia quelle che si praticano prima di accostarsi al sacro fonte; la
seconda quelle usate nell'atto stesso del Battesimo; la terza quelle che
lo seguono.
190.
Prima del
Battesimo
Innanzi tutto occorre preparare l'acqua necessaria al sacramento. Perciò
viene consacrato il fonte battesimale, mescolandovi l'olio della mistica
unzione. Non è lecito farlo in qualsiasi momento; ma secondo la
consuetudine dei nostri padri, bisogna attendere determinati giorni
festivi, giustamente ritenuti i più santi e solenni (Pasqua e
Pentecoste). Nelle loro vigilie si prepara l'acqua del santo Battesimo.
Nei medesimi giorni, a meno che le circostanze non avessero imposto
diversamente, secondo l'uso dell'antica Chiesa, veniva amministrato il
Battesimo. Oggi, dati i rischi della vita normale, la Chiesa non ha
conservato tale consuetudine. Ad ogni modo continua a rispettare col
massimo ossequio i giorni di Pasqua e di Pentecoste, come destinati alla
consacrazione dell'acqua battesimale.
A questa consacrazione devono seguire altri riti sempre preliminari al
Battesimo. Portati o condotti alla soglia della chiesa coloro che devono
essere presentati al Battesimo, se ne vieta loro recisamente l'ingresso.
Sono infatti indegni di entrare nella casa di Dio, prima di avere
gettato via il giogo della più degradante schiavitù, e si siano
consacrati totalmente a N. S. G. Cristo e al suo santo dominio.
Allora il sacerdote chiede loro che cosa vogliano dalla Chiesa. Avuta la
congrua risposta, li istruisce subito intorno alla dottrina della fede
cristiana, che devono professare nel Battesimo, e questo si pratica con
alcune domande di Catechismo. Nessuno può mettere in dubbio che questa
regola sia originata dal Salvatore stesso. Poiché comando agli apostoli:
Andate in tutto il mondo e istruite tutte le genti, battezzandole nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro a
osservare tutto quanto v'ho comandato (Mt 28,19 Mc 16,15). Da
queste parole si arguisce che il Battesimo non può essere amministrato,
prima che si siano spiegati almeno i capisaldi della nostra religione. E
poiché è essenziale che la catechesi risulti di una serie di domande, se
colui che viene istruito è adulto, risponderà di persona alle
interrogazioni; se è un bambino, vuole il rito che il padrino risponda e
faccia solenne promessa in sua vece.
Segue l'èsorcismo, composto di parole e preci sacre e religiose,
destinato a cacciare via il demonio e ad abbatterne la potenza. Infine
si svolgono altre cerimonie, tutte mistiche, ognuna delle quali
racchiude uno speciale significato.
Si introduce così il sale nella bocca del battezzando; e ciò vuole
indicare, evidentemente, che egli sarà arricchito della dottrina della
fede e del dono della grazia, affinché si liberi dalla putredine della
colpa; e, assaporando il gusto delle buone opere, si delizi nel pascolo
della sapienza divina.
Sono inoltre segnati col segno della croce la fronte, gli occhi, il
petto, le spalle, le orecchie. Così è simboleggiato l'irrobustirsi dei
sensi del battezzato, compiuto mediante il battesimo, perché egli possa
ricevere Dio, intenderne e rispettarne i comandamenti.
Infine gli vengono umettate di saliva le narici e le orecchie, e subito
dopo è introdotto nel fonte battesimale, come avvenne al cieco del
Vangelo, cui il Signore comando di lavarsi nell'acqua di Siloe gli occhi
imbrattati di fango, per riacquistare la vista (Jn 9,7). Così ci
viene insinuato che la sacra abluzione possiede la capacità di conferire
all'intelligenza la virtù visiva, necessaria per cogliere le verità
celesti.
191.
Al fonte
battesimale
Dopo di ciò si va al fonte battesimale, per compiere altre cerimonie e
altri riti, da cui è possibile arguire il compendio della religione
cristiana. Il sacerdote interroga a tre riprese il battezzando: Rinunzi
a Satana, alle sue opere, alle sue seduzioni? E il battezzando, o il
padrino per lui, risponde invariabilmente: Rinunzio. Così colui che sta
per arruolarsi nel servizio di Cristo promette in primo luogo, con
sentimento di viva pietà, di abbandonare il diavolo e il mondo, di
detestarli per sempre e continuamente quali nemici implacabili.
Allora il sacerdote, collocatolo dinanzi al fonte, continua
l'interrogatorio: Credi in Dio Padre onnipotente? Ed egli risponde:
Credo. Interrogato così via via sugli altri articoli del Simbolo, fa
solennemente professione della sua fede. In queste due dichiarazioni si
riassumono in verità la forza e la disciplina della legge cristiana.
E ormai il momento di amministrare il Battesimo; il sacerdote domanda al
battezzando se voglia essere battezzato; e, ricevutane risposta
affermativa, o direttamente dal padrino, immediatamente lo bagna con
acqua salutare, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo.
Come l'uomo, infatti, fu giustamente condannato dopo aver
volontariamente obbedito al serpente; così il Signore vuole solamente
dei volontari nel novero dei suoi fedeli, perché spontaneamente docili
ai divini precetti, raggiungano l'eterna salvezza.
192.
Dopo il
Battesimo
Compiuto il rito battesimale, il sacerdote unge col crisma il vertice
del capo del battezzato. Questi deve così comprendere che da quel
momento è congiunto con Gesù Cristo come un membro alla testa; che è
innestato al suo corpo, e che il nome di Cristiano gli deriva da Cristo,
come quello di Cristo deriva da crisma. Il significato del crisma poi
risulta, come attesta S. Ambrogio, dalle preghiere stesse che in questo
momento il sacerdote pronuncia.
Quindi il sacerdote riveste il battezzato di una candida veste, dicendo:
Ricevi la veste bianca che porterai immacolata al tribunale di nostro
Signor Gesù Cristo, per avere la vita eterna. Però ai piccoli, che non
usano ancora vesti, è data con queste parole un fazzoletto bianco.
Secondo i santi Padri, esso sta ad indicare e la gloria della
resurrezione, cui sono introdotti di diritto i battezzati, e il nitido
fulgore di cui s'irradia l'anima del battezzato, purificata dalle
macchie della colpa; e l'innocenza che il battezzato deve difendere per
tutto il corso della vita.
Poi gli mette in mano un cero acceso, per indicare che la fede ardente
di carità, ricevuta nel Battesimo, deve essere alimentata e accresciuta
con lo zelo per le buone opere.
Infine è imposto un nome al battezzato. Esso sarà sempre preso da una
persona, che l'insigne virtù e la profonda religiosità hanno introdotto
nel novero dei santi. Così la somiglianza del nome inciterà facilmente
all'emulazione della virtù e della santità. Studiandosi di imitare il
santo di cui porta il nome, il fedele lo pregherà e spererà di averlo
tutore della propria salute corporale e spirituale. Sono perciò degni di
biasimo coloro che vanno a cercare, per imporli ai bambini, nomi di
pagani, anzi di personaggi che furono tra i più scellerati. Bella stima
mostrano costoro della pietà cristiana, compiacendosi tanto nella
memoria di individui empi, e adoperandosi a tutta forza perché alle
orecchie dei fedeli risuonino da ogni parte nomi profani!
193.
Riassunto
Quando i Pastori avranno spiegato tutto questo, potranno sentirsi
tranquilli di non aver tralasciato quasi nulla di ciò che è necessario
per una conveniente conoscenza del sacramento del Battesimo. Fu spiegato
infatti il significato del nome; fu esposta la natura e la sostanza del
Battesimo; ne furono indicate le parti. E stato detto chi lo istituì,
quali sono i suoi ministri necessari, quali padrini devono essere scelti
per corroborare la debolezza del battezzato. E stato mostrato a chi deve
essere amministrato il Battesimo, e in qual modo disposto l'animo di chi
lo riceve. Ne sono state segnalate la virtù e l'efficacia. Infine sono
state sufficientemente descritte le cerimonie liturgiche che devono
accompagnarlo. I Pastori non dimenticheranno che tutti questi
insegnamenti costituiscono il pascolo permanente delle anime dei fedeli,
affinché mantengano fede alle sante e pie promesse del Battesimo,
menando una vita in armonia con la veneranda professione del nome
cristiano.
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