|
Liturgia del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo - Anno B * |
||
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
||
|
||
Anno
B - Solennità
LETTURE: Es 24, 3-8; Sal 115; Eb 9, 11-15; Mc 14, 12-16. 22-26
Il sacrificio della nuova alleanza L'antica alleanza del Sinai tra Dio e
Israele si era compiuta attraverso tre momenti successivi: la
manifestazione di Dio al
suo popolo (Es 19), la consegna del
decalogo, «le dieci parole di Dio» (Es 20,1-21), come legge
costituzionale, e il codice
dell'alleanza (ampliamenti del decalogo: Es
20,22-23,33). E si
era conchiusa e sancita solennemente
con dei «sacrifici di
comunione» (Es 24). |
||
O prezioso e meraviglioso convito! Dalle «Opere» di san Tommaso
d'Aquino, dottore della Chiesa |
||
MESSALE Antifona
d'Ingresso Sal
80,17
Cibávit eos ex ádipe fruménti,
et de petra melle saturávit eos.
Deus, qui nobis sub sacraménto mirábili passiónis tuæ memóriam reliquísti, tríbue, quæsumus, ita nos Córporis et Sánguinis tui sacra mystéria venerári, ut redemptiónis tuæ fructum in nobis iúgiter sentiámus. Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d'uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo - il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio - purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente? Per questo egli è mediatore di un'alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che era stata promessa.
SEQUENZA
|
||
|
||
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva
detto loro e prepararono la Pasqua. Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Sulle
Offerte
Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, unitátis et pacis propítius dona concéde, quæ sub oblátis munéribus mystice designántur. Per Christum.
Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: per Christum Dóminum nostrum.
Qui, verus æternúsque Sacérdos, formam sacrifícii perénnis instítuens, hóstiam tibi se primus óbtulit salutárem, et nos, in sui memóriam, præcépit offérre. Cuius carnem pro nobis immolátam dum súmimus, roborámur, et fusum pro nobis sánguinem dum potámus, ablúimur.
Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus, cumque omni milítia cæléstis exércitus, hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes:
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dóminus Deus Sábaoth.
Qui mandúcat meam carnem et bibit meum sánguinem, in me manet et ego in eo, dicit Dóminus.
Donaci, Signore, di godere pienamente della tua vita divina nel convito eterno, che ci hai fatto pregustare in questo sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Fac nos, quæsumus, Dómine, divinitátis tuæ sempitérna fruitióne repléri,
quam pretiósi Córporis et Sánguinis tui temporális percéptio præfigúrat.
Qui vivis et regnas in sæcula sæculórum. |
|
|
www.maranatha.it | |