Il
regno è tra noi, ma non è compiuto
Il nostro Dio è un Dio d’amore. Non
può salvare l’uomo senza di lui, perciò stringe alleanza con il suo
popolo: la salvezza è l’incontro di due fedeltà. Ma se Dio è
fedele, il popolo no. Sotto l’azione dei profeti nasce la speranza e
l’attesa di un uomo che finalmente saprà dare a Dio una fedeltà
assoluta e incondizionata: il Messia. Quando verrà lui, Dio accorderà
al suo popolo la pienezza promessa. Una promessa di vita tale che non ci
sarà più nulla di comune tra il mondo presente e il nuovo paradiso.
Una nuova terra, nuovi cieli. Un cuore nuovo che renderà l’uomo
sensibile all’azione dello Spirito.
Un
Messia che delude
Nel
discorso escatologico, Gesù spiega il significato del suo intervento
messianico, usando il vocabolario e i temi della letteratura
apocalittica, linguaggio difficile per noi. L’intervento storico del
Figlio dell’uomo inaugura gli ultimi tempi. La pienezza di vita è
accordata. L’opera dei Messia è collocata sotto il segno
dell’universalismo. Egli deve riunire tutti gli uomini dal quattro
venti, perché tutti sono chiamati ad essere figli dei Padre.
Gerusalemme è condannata perché ha tradito la sua missione
trasformando in privilegio per sé il servizio da rendere a tutti i
popoli: essa non ha rinunciato al suo particolarismo.
Il
regno del Figlio dell’uomo non è il trionfo sui nemici del popolo ma
il suo cammino di obbedienza fino alla morte sulla croce. La via per
giungere alla pienezza sperata è diversa da quella attesa: bisogna
passare attraverso la morte per entrare nella vita eterna: perché la
morte, accettata nell’obbedienza, può essere la realtà dove si
realizza il più grande amore per Dio, e per gli uomini.
Intervento
risolutivo
Intervenendo
nella storia in modo diverso dalle attese del popolo, Gesù di Nazaret
non apporta una pienezza completamente fatta. Non è un intervento
magico che deresponsabilizzi l’uomo. E’ vero, la
pienezza promessa è giunta ma aspetta di essere compiuta. E’ un dono,
ma insieme un impegno.
«A volte si vorrebbe che i risultati venissero dall’esterno, senza
muovere un dito, come per un miracolo. L’azione di Dio per il Regno
non si manifesta come una potenza esteriore: sia perché esso ci viene
attualmente comunicato attraverso i segni storici che per sé sono
oscuri e spesso ambigui e frammentari; sia perché Dio vuole coinvolgere
anche l’uomo nella venuta del Regno» (CdA, pag. 54). La pienezza
veramente ultima sarà ancora l’incontro di due fedeltà.
Il
«tempo della Chiesa»
Dopo
la risurrezione di Cristo, il raduno dell’intera umanità in una
comunione di amore con Dio avviene gradualmente e il mondo entra in una
fase decisiva della sua crescita, in vista della ricapitolazione
universale in Gesù Cristo.
Al
centro di questo dinamismo la Chiesa ha una parte essenziale, in quanto
è il corpo di Cristo. E come tale deve seguire la via del Maestro: la
morte per la vita. E deve ancora continuamente superare la tentazione di
identificarsi con il regno definitivo e di chiudersi nel particolarismo.
I
muri di separazione che i popoli e le aree culturali non cessano di
elevare tra loro sono fondamentalmente l’ostacolo più grave alla
riunione dell’universo. La missione della Chiesa è di superare questo
ostacolo. Il mezzo è l’amore dei nemici che abbatte le barriere poste
dall’uomo. Oggi più che mai ci si rende conto della straordinaria
ampiezza del compito della Chiesa.
Si
può inoltre misurare la relazione che lega, pur nella loro distinzione,
la missione e l’opera di civilizzazione. Uno dei problemi fondamentali
del nostro tempo è l’incontro delle culture. E’ problema politico,
sociale, economico, ma non solo. Senza l’amore gratuito ed universale,
non potrà avviarsi a soluzione.
«La missione profetica della Chiesa risponde a una duplice esigenza: dare
senso alla storia degli uomini e insieme denunziarne le ambiguità e gli
errori. Chi nella Chiesa avverte di più la prima esigenza corre il
rischio a volte di vedere in tutto ciò che è nuovo sempre un fatto
positivo; chi sente di più la seconda può essere condotto a rifiutare
ogni rinnovamento. E’ perciò di fondamentale importanza che la Chiesa
si lasci guidare dallo Spirito nel discernere gli eventi della storia:
infatti, quando meno se lo aspetta, si aprono impreviste possibilità di
crescita per l’avvento del Regno. Lo Spirito muove la Chiesa a rendere
testimonianza al fatto che nell’intera vicenda del mondo è
all’opera una forza di purificazione e di liberazione che tutto
proietta verso il Cristo»(CdA, pag. 174).
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Non
opponiamo resistenza alla prima venuta
per
non dover poi temere la seconda
Dal
«Commento sui salmi» di sant'Agostino, vescovo
(Sal 95, 14. 15; CCL 39, 1351-1353)
«Allora si rallegreranno gli alberi della foresta davanti al Signore
che viene, perché viene a giudicare la terra» (Sal 95, 12-13). Venne
una prima volta, e verrà ancora in futuro. Questa sua parola è
risuonata prima nel vangelo: «D'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo
venire sulle nubi del cielo» (Mt 26, 64). Che significa: «D'ora
innanzi»? Forse che il Signore deve venire già fin d`ora e non dopo,
quando piangeranno tutti i popoli della terra? Effettivamente c'è una
venuta che si verifica già ora, prima di quella, ed è attraverso i
suoi annunziatori. Questa venuta ha riempito tutta le terra.
Non poniamoci contro la prima venuta per non dover poi temere la
seconda.
Che cosa deve fare dunque il cristiano? Servirsi del mondo, non farsi
schiavo del mondo. Che significa ciò? Vuol dire avere, ma come se non
avesse. Così dice, infatti, l'Apostolo: «Del resto, o fratelli, il
tempo ormai si è fatto breve: d'ora innanzi quelli che hanno moglie
vivano come se non l'avessero; coloro che piangono, come se non
piangessero; e quelli che godono, come se non godessero; quelli che
comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se
non ne usassero, perché passa la scena di questo mondo. Io vorrei
vedervi senza preoccupazioni» (1 Cor 7, 29-32).
Chi è senza preoccupazione, aspetta tranquillo l'arrivo del suo
Signore. Infatti che sorta di amore per Cristo sarebbe il temere che
egli venga? Fratelli, non ci vergogniamo? Lo amiamo e temiamo che egli
venga! Ma lo amiamo davvero o amiamo di più i nostri peccati? Ci si
impone perentoriamente la scelta. Se vogliamo davvero amare colui che
deve venire per punire i peccati, dobbiamo odiare cordialmente tutto il
mondo del peccato.
Lo vogliamo o no, egli verrà. Quindi non adesso; il che ovviamente non
esclude che verrà. Verrà, e quando non lo aspetti. Se ti troverà
pronto, non ti nuocerà il fatto di non averne conosciuto in anticipo il
momento esatto.
«E si rallegreranno tutti gli alberi della foresta». E' venuto una
prima volta, e poi tornerà a giudicare la terra. Troverà pieni di
gioia coloro che alla sua prima venuta «hanno creduto che tornerà».
Troverà pieni di gioia coloro che alla sua prima venuta «hanno creduto
che tornerà».
«Giudicherà
il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 95, 13). Qual
è questa giustizia e verità? Unirà a sé i suoi eletti perché lo
affianchino nel tribunale del giudizio, ma separerà gli altri tra loro
e li porrà alcuni alla destra, altri alla sinistra. Che cosa vi è di
più giusto, di più vero, che non si aspettino misericordia dal giudice
coloro che non vollero usare misericordia, prima che venisse il giudice?
Coloro invece che hanno voluto usare misericordia, saranno giudicati con
misericordia. Si dirà infatti a coloro che stanno alla destra: «Venite,
benedetti del Padre mio, riceve in eredità il regno preparato per voi
fin dalla fondazione del mondo» (Mt 25, 34). E ascrive loro a merito le
opere di misericordia: «Perché ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere» (Mt 25, 35-40) con
quel che segue.
A quelli che stanno alla sinistra, poi, che cosa sarà rinfacciato? Che
non vollero fare opere di misericordia. E dove andranno?: «Nel fuoco
eterno» (Mt 25, 41). Questa terribile sentenza susciterà in loro un
pianto amaro. Ma che cosa dice il salmo? «Il giusto sarà sempre
ricordato; non temerà annunzio di sventura» (Sal 111, 6-7). Che cos'è
questo «annunzio di sventura»? «Via da me nel fuoco eterno, preparato
per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25, 41). Chi godrà per la
buona sentenza non temerà quella di condanna. Questa è la giustizia,
questa è la verità.
O forse perché tu sei ingiusto, il giudice non sarà giusto? O forse
perché tu sei bugiardo, la verità non dirà ciò che è vero? Ma se
vuoi incontrare il giudice misericordioso, sii anche tu misericordioso
prima che egli giunga. Perdona se qualcuno ti ha offeso, elargisci il
superfluo. E da chi proviene quello che doni, se non da lui? Se tu dessi
del tuo sarebbe un'elemosina, ma poiché dai del suo, non è che una
restituzione!» Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?» (1
Cor 4, 7).
Queste sono le offerte più gradite a Dio: la misericordia, l'umiltà,
la confessione, la pace, la carità. Sono queste le cose che dobbiamo
portare con noi e allora attenderemo con sicurezza la venuta del giudice
il quale «Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le
genti» (Sal 95, 13).
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MESSALE
Antifona
d'Ingresso Ger
29,11.12.14
Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi».
Dicit Dóminus:
Ego cógito
cogitatiónes pacis et non afflictiónis;
invocábitis
me, et ego exáudiam vos,
et redúcam captivitátem vestram de cunctis locis.
Colletta
Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura. Per il nostro Signore...
Da nobis, quæsumus, Dómine Deus noster, in tua semper devotióne gaudére,
quia perpétua est et plena felícitas, si bonórum ómnium iúgiter serviámus
auctóri. Per Dóminum..
Oppure:
O Dio, principio e fine di tutte le cose, che raduni tutta l'umanità nel tempio vivo del tuo Figlio,
fa' che attraverso le vicende, lieti e tristi, di questo mondo, teniamo fissa la speranza del tuo regno, certi che nella nostra pazienza possederemo la vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA
DELLA PAROLA
Prima Lettura
Ml 3,
19-20
Sorgerà per voi il sole di giustizia.
Dal libro del profeta
Malachìa
Ecco: sta per
venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno
come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli
eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il
sole di giustizia.
Salmo
Responsoriale
Dal
Salmo 97
Il Signore giudicherà il mondo
con giustizia.
Cantate inni
al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.
Seconda
Lettura 2 Ts 3, 7-12
Chi
non vuole lavorare, neppure mangi.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai
Tessalonicési
Fratelli, sapete
in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti
oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di
alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di
peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da
imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato
questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza
fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel
Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con
tranquillità.
Canto
al Vangelo Lc
21,28
Alleluia,
alleluia.
Risollevatevi e
alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina.
Alleluia.
Vangelo
Lc 21, 5-19
Con
la vostra perseveranza salverete le vostre anime.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo,
mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di
doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che
vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale
sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di
non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo:
“Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando
sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima
devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro
regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze;
vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi
perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni,
trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete
allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non
preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché
tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli
amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del
mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Sulle
Offerte
Quest'offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente, ci ottenga la grazia di servirti fedelmente e ci prepari il frutto di un'eternità beata. Per Cristo nostro Signore.
Concéde,
quæsumus, Dómine, ut óculis tuæ maiestátis munus oblátum et grátiam nobis
devotiónis obtíneat, et efféctum beátæ perennitátis acquírat. Per Christum..
Antifona
alla Comunione
Sal
72,28
Il mio bene
è stare vicino a Dio,
nel Signore Dio riporre la mia speranza.
Mihi autem
adhærére Deo bonum est,
pónere in Dómino Deo spem meam.
Oppure:
Mc
11,23.24
Dice
il Signore: «In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato».
Amen dico
vobis, quidquid orántes pétitis,
crédite quia accipiétis, et fiet vobis, dicit Dóminus.
Oppure:
Lc 21,18-19
«Nemmeno un capello del vostro capo
perirà.
Con la perseveranza salverete le vostre anime».
Dopo
la Comunione
O Padre, che ci hai saziati con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
Súmpsimus,
Dómine, sacri dona mystérii, humíliter deprecántes, ut, quæ in sui
commemoratiónem nos Fílius tuus fácere præcépit, in nostræ profíciant
caritátis augméntum. Per Christum.
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