RITUALE ROMANUM
DE EXSEQUISS
 

 

 
             Prænotanda De Exsequiis
               Exsequiarum Ordo
               Missa in die Obitus seu Depositionis Defunctis
               Officium Defunctorum
 

1.  Alla Casa del Defunto
2.
 Trasporto del Defunto alla Chiesa
3.  In Chiesa

4.  L'Ufficio dei defunti e Messa Esequiale

5.  “Assoluzione” del feretro

6.  Processione al Cimitero
 



 

RITUALE ROMANUM

EXSEQUIARUM ORDO

  

 


 

1 Venuto il momento di portare il defunto alla chiesa, il clero e tutti coloro che devono partecipare ai funerali si riuniscono nella chiesa parrocchiale o in un'altra chiesa, secondo le con­suetudini. Dato il segnale con le campane, secondo le consue­tudini, il parroco indossa cotta e stola nera e, se vuole, anche il piviale nero, e si reca alla casa del defunto. L'accompagnano due ministranti: uno porta la croce, e l'altro l'acqua benedetta. La processione è così ordinata: precedono le confraternite, se ci sono; la croce, dietro la quale segue il clero regolare e seco­lare, a due a due, cantando devotamente dei salmi, il parroco dinanzi al feretro. Seguono tutti quelli che partecipano al funerale, in silenzio e in preghiera a Dio per il defunto.

 
 

ALLA CASA DEL DEFUNTO

 

2 Prima che il cadavere sia portato via dalla casa, il parroco lo asperge con acqua benedetta; e poi recita, senza canto, l'antifona :

 

Ant. Si iniquitátes. *

 

Salmo 129

 

De profundis clamo ad te, Dómine, *

Dómine, audi vocem meam!

Fiant aures tuæ intentai *

ad vocem obsecratiónis meæ.

 

Si delictórum memóriam servàveris, Dómine, *

Dómine, quis sustinébit?

Sed penes te est peccatórum vènia, *

ut cum reverènda serviàtur tibi.

 

Spero in Dóminum, *

sperat ànima mea in verbum ejus;

Exspéctat ànima mea Dóminum, magis quam custódes auróram, *

magis quam custódes auróram, exspéctet Israel Dóminum.

 

Quia penes Dóminum misericórdia *

et copiósa penes eum redémptio:

Et ipse rédimet Israel *

ex ómnibus iniquitàtibus ejus.

 

Rèquiem ætérnam *

dona ei, Dómine.

Et lux perpètua * lùceat ei.

 

Ant. Si iniquitátes * observáveris. Dómine: Dómine, quis sustinébit?

 

Oppure :

 

Ant. [Se le colpe*.]

 

[Dal profondo a te grido, o Signore; *

Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti *

alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore, *

Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono: *

e avremo il tuo timore.

Io spero nel Signore, *

l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore *

più che le sentinelle l'aurora.

Israele attenda il Signore +,
perché presso il Signore è la misericordia *

e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele *

da tutte le sue colpe.

 

L'eterno riposo *

donagli (donale), O Signore.

E splenda a lui (lei) *

la luce perpetua].

 

Ant. [Se le colpe* tu guardi, o Signore, chi resisterà?]

 

Al termine di ogni salmo si ripete l’eterno riposo.

 

Quindi il parroco ripete tutta l’Antifona completa.

 

Se le esequie sono per più defunti, il singolare è sostituito con il plurale nell'ultimo versetto di questo salmo, e in tutti gli altri versetti e orazioni, ad eccezione dell'orazione: Non entrare in giudizio contro quest'anima fedele...

 

 

TRASPORTO DEL DEFUNTO IN CHIESA

 

In seguito si porta il defunto alla chiesa.  Il parroco uscendo dalla casa intona l'antifona :

 

Ant. Exultábun Dómino.

 

  

I  cantori  intonano  il   salmo   50,  continuato  dal  clero   a   cori alternati.

 

SALMO 50

 

 

 

Miserére mei, Deus, secùndum misericórdiam tuam;

Secùndum multitùdinem miseratiónum tuàrum *

dele iniquitàtem meam.

 

Pénitus lava me a culpa mea, *

et a peccato meo munda me.

Nam iniquitàtem meam ego agnósco, *

et peccatimi meum coram me est semper.

 

Tibi soli peccavi *

et, quod malum est coram te, feci,

Ut manifestéris justus in senténtia tua, *

rectus in judicio tuo.

 

Ecce, in culpa natus sum, *

et in peccato concépit me mater mea.

Ecce, sinceritàte cordis delectàris, *

et in prsecórdiis sapiéntiam me doces.

 

Aspèrge me hyssópo, et mundàbor; *

lava me, et super nivem dealbàbor.

Fac me audire gàudium et lætitiam, *

exsùltent ossa quse contrivisti.

 

Avèrte fàciem tuam a peccàtis meis, *

et omnes culpas meas dele.

Cor mundum crea mihi, Deus, *

et spiritum firmum rénova in me.

 

Ne projéceris me a fàcie tua, *

et spiritum sanctum tuum ne abstuleris a me.

Redde mihi lætitiam salùtis tuæ, *

et spiritu generóso confirma me.

 

Docébo iniquos vias tuas, *

et peccatóres ad te converténtur.

Libera me a poema sànguinis.

Deus, Deus salvator meus; *

exsùltet lingua mea de justitia tua.

 

Dómine, làbia mea apéries, *

et os meum annuntiàbit laudem tuam.

Neque enim sacrificio delectàris; *

et holocàustum, si darem, non acceptàres.

 

Sacrificium  meum,  Deus,  spiritus  contrí tus: *

cor contritum et humiliàtum, Deus, non despicies.

Benigne fac, Dómine, pró bonitàte tua, erga Sion, *

ut reædifices muros Jerùsalem.

 

Tunc acceptàbis sacrificia legitima, oblatiónes et holocàusta, *

tunc ófferent super altare tuum vitulos.

 

Rèquiem ætérnam *

dona ei, Dómine.

Et lux perpètua *

lùceat ei.

   

Ant. Exsultábunt Dómino ossa humiliàta.


 

[Ant. Esulteranno nel Signore le ossa umiliate.]

 

[Pietà di me, o Dio, 
secondo la tua misericordia; *
nel tuo grande amore 
cancella il mio peccato. 

Lavami da tutte le mie colpe, *
mondami dal mio peccato. 
Riconosco la mia colpa, *
il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 

Contro di te, contro te solo ho peccato, *
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; 
perciò sei giusto quando parli, *
retto nel tuo giudizio. 

Ecco, nella colpa sono stato generato, *
nel peccato mi ha concepito mia madre. 
Ma tu vuoi la sincerità del cuore *
e nell'intimo m'insegni la sapienza. 

Purificami con issopo e sarò mondato; *
lavami e sarò più bianco della neve. 
Fammi sentire gioia e letizia, *
esulteranno le ossa che hai spezzato. 

Distogli lo sguardo dai miei peccati, *
cancella tutte le mie colpe. 
Crea in me, o Dio, un cuore puro, *
rinnova in me uno spirito saldo. 

Non respingermi dalla tua presenza *
e non privarmi del tuo santo spirito. 
Rendimi la gioia di essere salvato, *
sostieni in me un animo generoso. 

Insegnerò agli erranti le tue vie *
e i peccatori a te ritorneranno. 
Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, *
la mia lingua esalterà la tua giustizia. 

Signore, apri le mie labbra *
e la mia bocca proclami la tua lode; 
poiché non gradisci il sacrificio *
e, se offro olocausti, non li accetti. 

Uno spirito contrito *
è sacrificio a Dio, 
un cuore affranto e umiliato, *
tu, o Dio, non disprezzi. 

Nel tuo amore 
fa' grazia a Sion, *
rialza le mura 
di Gerusalemme. 

Allora gradirai i sacrifici prescritti, *
l'olocausto e l'intera oblazione, 
allora immoleranno vittime *
sopra il tuo altare.

 

L'eterno riposo *

donagli (donale), O Signore.

E splenda a lui (lei) *

la luce perpetua].


[Ant.
Esulteranno nel Signore * le ossa umiliate.]

 

Se lo esige il cammino molto lungo, si possono recitare i salmi graduali, o altri salmi dell'Ufficio dei defunti.

 
 

IN CHIESA
 

3 Mentre si entra in chiesa, si ripete l'antifona: Exultábunt Dóminum ossa humiliáta [Esulteranno nel Signore le ossa umiliate].

 

In chiesa si canta il seguente responsorio: inizia un cantore e si risponde alternativamente:

 

V.  Subvenite, * Sancti Dei, occùrrite, Angeli Dómini: *

R.  Suscipiéntes ànimam ejus: Offeréntes eam   in conspéctu Altíssimi.

V. Suscipiat te Christus, qui vocàvit te: et in sinum Abrahæ Angeli dedùcant te.

R. Suscipiéntes ànimam ejus: Offeréntes eam   in   conspéctu   Altissimi.

V.  Réquiem ætérnam dona ei, Dómine: et  lux perpétua  lùceat ei.

R. Offeréntes eam in conspéctu Altissimi.

 

Oppure:






 

V.  Venite, Santi di Dio; accorrete, Angeli del  Signore:

R.  Accogliete la sua anima e presentatela davanti al trono dell'Altissimo.

V. T'accolga Cristo, che t'ha chiamato, e gli Angeli ti conducano con Abramo in paradiso.

R. Accogliete la sua anima e presentatela davanti al trono dell'Altissimo.

V. L'eterno riposo donagli (donale), o Signore, e splenda a lui (a lei) la luce perpetua.

R. Accogliete la sua anima e presentatela davanti al trono dell'Altissimo.

 


UFFICIO DEI DEFUNTI

 

4 Inizia subito l’Ufficio. Mentre si dice l'Ufficio dei defunti, il sacerdote si prepara per la celebrazione della Messa detta: « nel giorno della sepoltura di un defunto ». L’Ufficio dei defunti, si può omettere tutto o parte di esso.

 
 

LA SANTA MESSA

 

5 II feretro è deposto nel mezzo della chiesa, in modo che i piedi del defunto siano rivolti all'altare maggiore. Se si tratta di un sacerdote, il capo deve essere voltato verso l'altare. Intorno al feretro si accendono ceri. Se non ci sono difficoltà, si recita
subito
l'Ufficio dei defunti e si celebra la Messa esequiale.

 

Se invece non si recita l'Ufficio e non si celebra la Messa, can­tato il responsorio Subvenite, [Venite, Santi di Dio], si recita subito l’assoluzione al feretro cfr. n° 7.

 

NB. Solo le orazioni cambiano di genere e di numero secondo i casi; tutte le altre parti conservano sempre il genere e il numero con cui stanno.

 

***

 
6.
[Alla fine dell’Ufficio dei defunti quando il feretro rimane in chiesa, per qualche tempo,  in attesa della sepoltura, si conclude con le seguenti preghiere:]

 

V.  Pater noster (in silenzio fino a)

V. Et ne nos indùcas in tentatiónem. [E non ci indurre in tentazione.]

R.  Sed libera nos a malo. [Ma liberaci dal male.]

V. A porta inferi [Dal potere dell'inferno]

R. Erue, Dómine, ànimam ejus. [Libera la sua anima, o Signore]

V. Requiéscat in pace. [Riposi in pace]

R. Amen.

V. Dómine, exàudi oratiónem meam. [Signore, ascolta la mia preghiera]

R. Et clamor meus ad te véniat. [E il mio grido giunga a te.]

V.       Dóminus vobiscum. [Il Signore sia con voi.]

R. Et cum spiritu tuo. [E con il tuo spirito]

 

OREMUS.  
    
Oratio

Absólve, quaèsumus, Dómine, ànimam fàmuli tui N. (fàmulæ tuæ N.) ab omni vinculo delictórum; + ut in resurrectiónis glória * inter  Sanctos  et eléctos  tuos resuscitàtus (-a) respiret. Per Dóminum nostrum Jesum Christum Filium tuum: + Qui tecum vivit et regnat in unitàte Spiritus Sancti Deus, * per omnia sǽcula sæculórum.

R. Amen.

 

Oppure:

 

Signore, libera l'anima fedele di N. da ogni vincolo di peccato + affinché risuscitato (risuscitata) abbia la vita insieme ai tuoi Santi e ai tuoi eletti nella gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, + e vive e regna nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

R. Amen.

 

***

 

ASSOLUZIONE” AL FERETRO

 

7. Finita la Messa, il celebrante stando al feretro con i sacer­doti e i ministranti, dice la seguente orazione, senza fare nessun cambiamento, né per il genere né per il numero. È detta assoluzione ma nulla a che vedere con una assoluzione sacramentale. Infatti l’orazione è recitata senza segni di croce.

 

Non intres in judicium cum servo tuo, Dómine, quia nullus apud te justificàbitur homo, nisi per te omnium peccatórum ei tribuàtur remissio. Non ergo eum, quaésumus, tua judiciàlis senténtia premat, quem tibi vera supplicàtio fidei Christiana; commendati sed, gràtia tua illi succurrénte, mereàtur evàdere judicium ultiónis, qui, dum viveret, insignitus est signàculo sanctæ Trinitàtis:   Qui vivis et regnas in sǽcula sæculórum.

R. Amen.

 

Oppure:

 

Non entrare in giudizio contro quest'anima fedele, o Signore, perché nessuno si può dichiarare senza colpa, davanti a te, se tu stesso non gli concedi il perdono di tutti i peccati. Perciò ti supplichiamo di non gravare con severa sentenza quest'anima, che la sincera implorazione della fede cristiana a te raccomanda. Ma col soccorso della tua clemenza libera da un giudizio di condanna chi in questa vita terrena fu contrassegnato col sigillo della Santissima Trinità. Per Cristo nostro Signore. R. Amen. 

 

8 Segue il responsorio, iniziato da un cantore: 

 

V.  Libera me Domine, de morte æterna, in die illa tremenda *. Quando coeli movendi sunt et terra: dum veneris judicare sæculum per ignem.

 

R.  Tremens factus sum ego et timeo, dum discussio venerit, atque ventura ira. Quando coeli movendi sunt et terra:

 

V.  Dies illa, dies iræ, calamitatis et miseriæ dies magna et amara valde. Dum veneris judicare sæculum per ignem.

 

V.  Requiem æternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

 

9 Mentre si ripete il responsorio, (Libera   me,   Dómine, fino a V. Tremens.)  il sacerdote infonde l'incenso nel turibolo, e lo benedice come di consueto.

 

 

 

Liberami, Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo, quando cielo e terra saranno sconvolti: quando verrai a giudicare il mondo, col fuoco. Timore e spavento mi afferrano per il terribile giudizio: quando cielo e terra saranno sconvolti. Giorno d'ira è quello, giorno di calamità e di miseria, giorno grande e amarissimo, quando verrai a giudicare il mondo, col fuoco. L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Si ripete: Liberami, Signore, dalla morte eterna, in quel giorno tremendo, quando cielo e terra saranno sconvolti: quando verrai a giudicare il mondo, col fuoco.

 

10  Dopo il Kyrie, il sacerdote intona ad alta voce il Pater noster.

 

R.  Kyrie, eléison. Christe, eléison. Kyrie, eléison.

V. Pater noster e mentre tutti lo continuano segretamente, il celebrante girando intorno al feretro, lo asperge con acqua benedetta. Dopo riprende:

V. Et ne nos indùcas in tentatiónem. [E non ci indurre in tentazione.]

R.  Sed libera nos a malo. [Ma liberaci dal male.]

V. A porta inferi [Dal potere dell'inferno]

R. Erue, Dómine, ànimam ejus. [Libera la sua anima, o Signore]

V. Requiéscat in pace. [Riposi in pace]

R. Amen.

V. Dómine, exàudi oratiónem meam. [Signore, ascolta la mia preghiera]

R. Et clamor meus ad te véniat. [E il mio grido giunga a te.]

V.       Dóminus vobiscum. [Il Signore sia con voi.]

R. Et cum spiritu tuo. [E con il tuo spirito]

 



 

ORÈMUS.        

Oratio

Deus, cui próprium est miseréri semper et  pàrcere: te sùpplices exoràmus pró ànima fàmuli tui N. (fàmulæ tuæ N.), quam hódie de hoc saèculo migrare jussisti, + ut non tradas eam in manus inimici, neque obliviscàris in finem, sed jùbeas eam a sanctis Angelis sùscipi, et ad pàtriam paradisi perdùci; * ut, quia in te speràvit et crédidit, non poenas infèrni sustineat, sed gàudia æltèrna possídeat. Per Christum Dóminum nostrum.

R. Amen.

 

Oppure:

 

O Dio, che sei la misericordia e il perdono, ti supplichiamo per l'anima fedele di N., che oggi per tuo volere ha lasciato questo mondo: + non consegnarla nelle mani del nemico, non dimenticarla nella morte: ma comanda agli Angeli santi di accoglierla e di condurla nella patria del paradiso; poiché in te ha sperato e creduto, non soffra le pene dell'inferno, ma possieda la gioia eterna. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

 

11 Finita l'orazione, il corpo viene portato al di fuori della chiesa. Frattanto
il coro intona l'antifona:

 

In paradisum * deducant te Angeli: in tuo adventu suscipiant te Martyres, et perducant te in civitatem sanctam Jerusalem. Chorus Angelorum te suscipiat, et cum Lazaro quondam paupere æternam habeas requiem.

 


 

Oppure:

 

In paradiso ti accompagnino gli Angeli, al tuo arrivo ti accolgano i Martiri, e ti conducano nella santa Gerusalemme. Ti accolga il coro degli Angeli, e con Lazzaro, povero qui in terra, tu possa godere il riposo eterno.

 

Con l’Antifona, terminano le orazioni previste per le esequie nella Chiesa. NON viene impartita alcuna benedizione, per nessun motivo.

 
 

PROCESSIONE AL CIMITERO

 

12 Se in processione si porta il defunto, durante il percorso al cimitero, si canta:

 

 

Ant. Ego sum *

 

Benedictus Dóminus, Deus Israël: *

quia visitávit, et fecit redemptiónem plebis suæ:

Et eréxit cornu salútis nobis: *

in domo David, púeri sui.

 

Sicut locútus est per os sanctórum, *

qui a sæculo sunt, prophetárum ejus:

Salútem ex inimícis nostris, *

et de manu ómnium, qui odérunt nos.

 

Ad faciéndam misericórdiam cum pátribus nostris: *

et memorári testaménti sui sancti.

Jusjurándum, quod jurávit ad Ábraham patrem nostrum, *

datúrum se nobis:

 

Ut sine timóre, de manu inimicórum nostrórum liberáti, *

serviámus illi.

In sanctitáte, et justítia coram ipso, *

ómnibus diébus nostris.

 

Et tu, puer, Prophéta Altíssimi vocáberis: *

præíbis enim ante fáciem Dómini, paráre vias ejus:

Ad dandam sciéntiam salútis plebi ejus: *

in remissiónem peccatórum eórum:

 

Per víscera misericórdiæ Dei nostri: *

in quibus visitávit nos, óriens ex alto:

Illumináre his, qui in ténebris, et in umbra mortis sedent: *

ad dirigéndos pedes nostros in viam pacis.

 

Rèquiem ætérnam *

dona ei, Dómine.

Et lux perpètua *

lùceat ei.

 

Ant. Ego sum * resurréctio et vita: qui credit in me, étiam si mórtuus fúerit, vivet et omnis qui vivit et credit in me, non moriétuer in ætérnum.

 

 

 

Oppure:

 

[Ant. Io sono*.]

 

[Benedetto il Signore Dio d'Isræle, *

perché ha visitato e redento il suo popolo,

e ha suscitato per noi una salvezza potente *

nella casa di Davide, suo servo,

 

come aveva promesso *

per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:

salvezza dai nostri nemici, *

e dalle mani di quanti ci odiano.

 

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri *

e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *

di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

 

di servirlo senza timore, in santità e giustizia *

al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo *

perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

 

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza *

nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, *

per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,

 

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre *

e nell'ombra della morte

e dirigere i nostri passi *

sulla via della pace.

 

L'eterno riposo donagli (donale), o Signore.

E splenda a lui (lei)

la luce perpetua.]

 

[Ant. Io sono * la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se è morto, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.]

 

13 Se il tragitto è lungo, si possono aggiungere il salmo De profundis [Dal profondo], e o altri salmi. Giunti al cimitero, si ripete :

 

Ant. Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se è morto, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.

 


 

14 Arrivando al sepolcro, il sacerdote lo benedice se non è stato ancora benedetto, dicendo questa orazione:

 

ORÈMUS. 
 

Oratio

Deus, cujus miseratióne ànimæ fidélium requiéscunt, hunc tùmulum bene+dicere dignàre, eíque Angelum tuum sanctum deputa custódem: et quorum quarùmque córpora hic sepeliùntur, ànimas eórum ab ómnibus absólve vinculis delictórum, ut in te semper cum Sanctis tuis sine fine læténtur. Per Christum Dóminum nostrum.

R. Amen.

 

O Dio, per la cui misericordia riposano le anime dei fedeli, bene+dici questa tomba, e affidala alla custodia del tuo Angelo santo; e concedi che, mentre il corpo viene sepolto, l'anima del tuo fedele, sciolta da ogni vincolo di peccato, in te si allieti di una gioia perenne insieme ai tuoi Santi. Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.

 

Recitata l'orazione, il sacerdote asperge con acqua benedetta il corpo del defunto e il tumulo e poi li incensa. Se il sepolcro è già benedetto, si omette tutto.

 


 

15   Infine il sacerdote dice:

 

 

 

Dopo il Kyrie, il sacerdote intona ad alta voce il Pater noster.

 

R.  Kyrie, eléison. Christe, eléison. Kyrie, eléison.

V. Pater noster e mentre tutti lo continuano segretamente, il celebrante girando intorno al feretro, lo asperge con acqua benedetta. Dopo riprende:

V. Et ne nos indùcas in tentatiónem. [E non ci indurre in tentazione.]

R.  Sed libera nos a malo. [Ma liberaci dal male.]

V. A porta inferi [Dal potere dell'inferno]

R. Erue, Dómine, ànimam ejus. [Libera la sua anima, o Signore]

V. Requiéscat in pace. [Riposi in pace]

R. Amen.

V. Dómine, exàudi oratiónem meam. [Signore, ascolta la mia preghiera]

R. Et clamor meus ad te véniat. [E il mio grido giunga a te.]

V.       Dóminus vobiscum. [Il Signore sia con voi.]

R. Et cum spiritu tuo. [E con il tuo spirito]

 

ORÈMUS. 
     

Oratio

Fac, quǽsumus, Dómine, hanc curri servo * tuo defùncto (ancílla tua defùncta) misericórdiam, ut factórum suórum in poenis non recipiat vicem, qui (quæ) tuam in votis ténuit voluntàtem: + ut, sicut hic eum (eam) vera fides junxit fidélium turmis; * ita illic eum (eam) tua miseràtio sóciet angélicis choris. Per Christum Dóminum nostrum.

R. Amen.

 

Sii misericordioso, o Signore, verso questo defunto (questa defunta): ciò che ha fatto in vita non gli (le) sia imputato a condanna, perché nel suo cuore desiderò mantenersi fedele alla tua volontà. + Come in terra la vera fede lo (la) associò al popolo fedele, così in cielo la tua misericordia lo (la) unisca ai cori degli Angeli. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

 

V. Rèquiem ætérnam  dona ei, Dómine. [L'eterno riposo donagli (donale), o Signore.]

R. Et lux perpètua  lùceat ei. [E splenda a lui (lei) la luce perpetua]

 

Cantando a retto tono prosegue:
 

V.  Requiéscat in pace. [Riposi in pace.]

R. Amen.

 

Il Celebrante prosegue a retto tono:

 

V. Anima ejus, et animai omnium fidélium defunetórum, per misericórdiam Dei requiéscant in pace. [La sua anima e le anime di tutti i fedeli defunti per la misericordia di Dio riposino in pace.]

R. Amen.

 

Il Sacerdote ritorna in Chiesa o se si è in Chiesa, ritorna in sacrestia e recitando le orazioni prescritte.

 

Il rito sopradescritto deve essere eseguito anche quando un diacono, con il permesso dell'Ordinario del luogo o del parroco, celebra le esequie. Il permesso deve essere concesso per una causa grave. In caso di necessità, la si presume legittimamente.

 

 

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